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Giro Rosa 2013: A Cerro arriva il Vosturno - Marianne esulta dopo 90 km di fuga. Guderzo 3a, Ratto in bianco | Cicloweb

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Giro Rosa 2013: A Cerro arriva il Vosturno - Marianne esulta dopo 90 km di fuga. Guderzo 3a, Ratto in bianco

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Marianne Vos, stremata, vince a Cerro al Volturno dopo 90 km di fuga © Ianuale

Archiviando per un momento i risultati ottenuti in carriera al Giro, una superiorità come quella esibita oggi da Marianne Vos non la vedevamo da tempo dalla campionessa olandese. Perché la mai sazia di vittorie Vos ad inizio anno s'era data, oltre che all'abituale ciclocross, alla MTB, e ciò non l'aveva resa di certo una mezza calzetta su strada - figurarsi! - anche se certe vittorie schiaccianti quest'anno non le aveva ottenute.

Ancora alla vigilia del Giro la Vos si presentava come la seconda favorita, sulla carta: gli arrivi in salita del Beigua e di San Domenico erano e restano certamente più adatti a Stevens, Luperini, Abbott e compagnia scalante.

In più la Vos, nel suo ultimo confronto su strada con tante avversarie di livello, ovvero l'Emakumeen Bira, aveva subito le salite basche e, forse complice una bronchite, aveva chiuso la gara a tappe a 2'57" dalla vincitrice Emma Johansson, che il Giro ha deciso di saltarlo.

Lecito perciò pensare ad una Vos che sin dal primo giorno avrebbe dovuto correre all'attacco, ed infatti così è stato. Intendiamoci, il valore atletico di Marianne non si discute, ma anche l'astuzia, la capacità di gestirsi, di guadagnare qua, di mollare il colpo là (sì, è un eufemismo), fanno una fuoriclasse. Marianne Vos la certezza di essere in crescita di condizione ce l'aveva e ce l'ha, la sicurezza di poter tenere il passo delle scalatrici sui due arrivi sopra citati forse no.

Ed allora sin dal primo giorno, come una formichina, ha messo da parte abbuoni su abbuoni (basti sapere che finora tutti i traguardi volanti sono stati vinti da lei, un motivo ci deve pur essere), non disdegnando l'attacco. Non era ancora giunta per lei la vittoria di tappa, visto che a Margherita di Savoia la Wild l'aveva battuta allo sprint per centimetri mentre ieri, a Pontecagnano Faiano, un avvallamento (vergognoso il traguardo campano) aveva impedito all'olandese di disputare una regolare volata, lanciando la Bronzini.

Ecco, oggi la Vos ha deciso subito di portarsi all'attacco, dato che un Gpm dopo nemmeno dopo 10 km ed un arrivo che le si confaceva erano la miscela ideale per alzare le braccia al cielo per la prima volta al Giro Rosa. Così è stato.

Partenza ed arrivo a Cerro al Volturno, per un totale di 99.3 km ed il Gpm di Castel San Vincenzo, posto al km 9 di corsa, a lanciare Valentina Scandolara, che passa per prima e si tiene per un altro giorno la maglia verde di miglior scalatrice (ma la Vos è ora ad un punto). La discesa è qualcosa di normale per la maglia rosa, surreale per chi riesce a starle in scia, nello specifico Valentina Scandolara, Tiffany Cromwell, Lauren Hall, la maglia bianca Barbara Guarischi e Lucinda Brand, campionessa olandese che oggi compie 24 anni.

Guadagnano subito una cinquantina di secondi sul gruppo che alle loro spalle è esploso. Il traguardo volante di Colli al Volturno vede ancora la Vos prendersi quei 3" d'abbuono, davanti alla statunitense Hall e ad una scoppiettante Valentina Scandolara. Le sei proseguono nell'azione, con un vantaggio che oscilla tra il minuto ed i 40". Quando mancano meno di 30 km al traguardo in testa rimangono però le sole Tiffany Cromwell e Marianne Vos, con Lauren Hallle Valentina Scandolara appese con lo sputo mentre Lucinda Brand e Barbara Guarischi hanno alzato bandiera bianca e navigano a 10".

Non serve molto perché le battistrada restino solo due, Vos e Cromwell, con il gruppo ridotto all'osso che insegue a 40". La Vos ha fame e la Cromwell è dotata di un ottimo passo sia in salita che in pianura (ma oggi non ce n'è, quindi il problema non si pone), inevitabile per questa coppia aumentare il divario sule rivali. Chi insegue deve colmare un gap che supera di gran lunga il minuto (ai -20 km le due hanno 1'27") ma ai -15 da dietro si rifanno sotto, e così Vos e Cromwell tornano ad avere 50".

Il Gpm di Rocchetta, posto a 8 km dall'arrivo, vede Tiffany Cromwell precedere Marianne Vos mentre da dietro un gruppo tirato da Evelyn Stevens, con dentro anche Guderzo, Ratto, Abbott, Moolman e via dicendo, tenta di avvicinarsi. Come se per Marianne Vos il compito già non fosse stato facile, dato che pure su un arrivo in pendenza come quello di oggi batterebbe Tiffany Cromwell nove volte su dieci, ecco che l'australiana cade in discesa, in un tornante a sinistra. Nessuna conseguenza se non che la Vos resta al comando da sola, inseguita da Stevens e compagnia.

Il finale è qualcosa che definire duro è un eufemismo: un muro in pavé lungo all'incirca un chilometro mette a dura prova Marianne Vos, in fuga praticamente dall'inizio della tappa. La maglia rosa non molla e, stravolta, taglia il traguardo. Alle sue spalle un piccolo gruppo è guidato da Claudia Häusler, che finalmente in maglia TIBCO sta ritrovando prestazioni lontanamente somiglianti a quelle del 2009, quando fu proprio lei a vincere la maglia rosa. Pagherà 45" sul traguardo come la terza di giornata, Tatiana Guderzo.

Quarta Fabiana Luperini a 48" mentre a 50" troviamo Rossella Ratto, da oggi nuova maglia bianca (precede di 8" Anna Van der Breggen e di 12" l'ottima Francesca Cauz). Moolman e Stevens pagano 55" alla Vos, mentre Van der Breggen ed Abbott accusano un ritardo di 58". Decima di giornata Shara Gillow a 1'02", che chiude insieme alla Cauz, 11a.

La classifica generale è molto più chiara di ieri e vede Marianne Vos che non lascia la maglia rosa neanche a pagarla. Tra fughe di 90 km ed abbuoni la fuoriclasse olandese ora precede di 1'13" Claudia Häusler, con Tatiana Guderzo a 1'15" che si fa passare dalla compagna Marta Tagliaferro la maglia blu di miglior italiana. Ai piedi del podio Fabiana Luperini a 1'22" mentre a 1'24" c'è Rossella Ratto ed a 1'29" Ashleigh Moolman ed un'Evelyn Stevens che sta perdendo troppi secondi per voler vincere il Giro. Van der Breggen ed Abbott sono ancora più indietro, a 1'32", con Francesca Cauz che chiude la top te a 1'36".

Domani si va a correre nelle Marche (a proposito, il gruppo ringrazia per gli spostamenti, e ancora non ha visto la traversata da Castelfidardo a Varazze di domani, dopo la tappa più lunga del Giro...): da Monte San Vito a Castelfidardo, 137.2 i km da percorrere nella tappa più lunga della corsa. La zona è quella di Sara Grifi, Valentina Bastianelli e Jennifer Fiori. Chissà che la portacolori del Vaiano non vada in fuga (sarebbe bizzarrro il contrario) o che la simpatica Top Girls dalle acconciature più strambe tenti di restare con le migliori.

La tappa in sé non è difficilissima ma l'arrivo sarà posto nel centro di Castelfidardo, in cima a una rampa di un paio di chilometri che tirano all'insù e sfiorano pendenze anche del 10%. Considerando che tra due giorni si arriverà in cima al Beigua e che nelle prime frazioni ha speso tante energie e per sprintare in ogni dove e per andare in fuga, come oggi, scommettiamo che su questo strappetto finale Marianne Vos proverà a forzare, per mettere in cascina altri secondi importanti.

Con gli arrivi in quota del Beigua, giovedì, e di San Domenico il giorno successivo tutto si può dire tranne che il Giro Rosa sia chiuso. Anche se, distacchi alla mano (e conoscendo Marianne Vos), possiamo tranquillamente affermare che da oggi sia un Giro un po' meno aperto.

Francesco Sulas

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