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Giro Rosa 2013: Vos equilibrista, Giorgia ne approfitta - L'olandese in una buca, Bronzini la batte. Guarischi è 3a

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La volata di Marianne Vos è disturbata da una buca. Lei rimane in piedi ma vince Giorgia Bronzini © Ianuale

Giorgia Bronzini l'aveva detto nelle prime uscite dell'anno: «Voglio diventare un po' meno velocista ed un po' più scalatrice».

Per questo, quando il gruppo ha realizzato che il circuito di 24.9 km disegnato attorno a Pontecagnano Faiano era un filo più duro rispetto a quanto raccontasse l'altimetria, mentre le velociste che ieri avevano dato spettacolo pian piano si staccavano, davanti rimaneva la due volte iridata in forza alla Wiggle Honda.

Una Bronzini nuova, quella del 2013, che non si stacca facilmente sulle salite (a patto che non siano troppo dure) e che fino a stamane aveva ottenuto cinque vittorie parziali e la classifica finale del Tour of Zhoushan Island, in Cina.

Bronzini che, al di là delle vittorie ottenute quasi sempre in volata, aveva dato diverse dimostrazioni di forza sulle salite, già dalla Coppa del Mondo di Cittiglio per arrivare ad un paio di domeniche fa, sempre in Valcuvia, al Campionato Italiano in linea (prova che manca al suo palmarès).

Sul percorso della Valcuvia non era certo pronosticabile tra le favorite, eppure ha chiuso al secondo posto, staccata di soli 16" dalla vincitrice Dalia Muccioli. Ovvio che Giorgia abbia segnato sul suo calendario molti appuntamenti ma uno in particolare: i Mondiali di Firenze. E visto che in Toscana di pianura non ce ne sarà troppa, giusto per la Bronzini cercare di migliorare, per quanto possibile, in salita.

Per adesso Giorgia sta andando alla grande, forse ha perso un filo di velocità negli sprint di gruppo ma sa rimanere con le migliori quando la strada s'impenna. È oltretutto una rivincita, seppure piccolissima, per lei. Ieri avrebbe voluto vincere la prima tappa, conquistare una maglia rosa che ancora non ha mai vestito in carriera, sognare almeno per un giorno o due.

Una foratura quando mancavano 5 km all'arrivo l'ha costretta a fermarsi, e lì il treno era già bell'e perduto. I sei minuti e oltre che paga in classifica non consentiranno a Giorgia di vestire la maglia rosa, ma il sapore della rivalsa sulla sfiga piombatale addosso ieri d'improvviso non ha prezzo. Tanto valeva, una volta uscita repentinamente (ed in maniera inaspettata) di classifica, tentare di cogliere più tappe possibile, e puntuale oggi arriva la vittoria.

La seconda tappa della corsa rosa, 99.6 km in circuito di 24.9 km a Pontecagnano Faiano da ripetere quattro volte, s'è rivelata semplice ma non certo scontata. Non prende il via Chloe Hosking, velocista della Hitec Products-UCK, che così rimane con sole cinque atlete in corsa.

Subito tenta di andarsene l'olandese della Boels-Dolmans Martine Bras, ma è subito ripresa dal gruppo, che per un bel po' viaggia compatto. Al traguardo volante posto a Pontecagnano Faiano, alla seconda tornata, è anche oggi Marianne Vos a vincere la volata. Dopo i 6" guadagnati ieri con gli sprint (cui vanno aggiunti gli altri 6" del traguardo), la maglia rosa distanzia scalatrici pure come Stevens, Abbott, Luperini e Guderzo; altri 3" in cascina, ottenuti battendo la miglior giovane della corsa Julie Leth e Pauline Ferrand-Prévot.

Iniziano gli attacchi ed è il nuovo acquisto della Michela Fanini Aude Biannic a provarci, senza guadagnare più di 10". Più serio l'attacco successivo, con la solita Valentina Bastianelli a provarci. Alla marchigiana del Vaiano-Fondriest si unisce la RusVelo Aizhan Zhaparova e la coppia arriva ad avere 32" sul gruppo. Dietro però si lavora sodo ed all'inizio dell'ultimo giro anche quest'azione viene annullata.

L'unico Gpm di giornata, posto a Pontecagnano Faiano in cima ad una rampa molto impegnativa, vede la maglia verde di miglior scalatrice Valentina Scandolara precedere Amialiusik, Cromwell, Stevens e Vos. La Scandolara conserva così comodamente il primato nella graduatoria (ha 10 punti, contro i 4 di Amialiusik e Bras ed i 3 di Cromwelle Janeliunaite).

Nelle fasi finali della corsa ci provano due portacolori della Pasta Zara-Cogeas-Manhattan, Inga Cilvinaite prima ed una volta ripresa ecco partire la bella Campionessa del Messico Ingrid Drexel. Quest'ultima viene riassorbita dal gruppo quando mancano circa 5 km al traguardo, ci riproverà. La vincitrice di ieri, Kirsten Wild, si stacca ed accuserà 1'37" di ritardo. Un'altra da cui ci si aspettava molto, Shelley Olds, perde addirittura 3'29".

Sul traguardo è la maglia rosa Marianne Vos a lanciare la volata. Le prende la ruota Giorgia Bronzini, forse non la supererebbe, forse sì, chi lo sa. Già, perché proprio pochi metri prima del traguardo si trova un buco notevole (uno di quelli che Tiffany Cromwell ha descritto come "craters in the road"). La ruota posteriore della Giant di Marianne Vos, sballottata a destra ed a sinistra nelle fasi calde della volata, ci piomba dentro e l'olandese perde l'equilibrio.

Non finisce a terra - e pensiamo a quello che avrebbe rischiato cadendo ad alta velocità - ma deve smettere di pedalare, così la Bronzini ha gioco facile nel passarla. Vos che nonostante l'incidente conserva il secondo posto di giornata mentre il podio di oggi è completato da Barbara Guarischi (Vaiano-Fondriest).

Quarta la statunitense Lauren Hall, già ieri a Margherita di Savoia 8a, mentre al 5° posto troviamo Emily Collins, come la Bronzini in forza alla Wiggle Honda. La transalpina Ferrand-Prévot è 6a, seguita da Kozonchuk, Johnsen, Amialiusik e Tagliaferro.

La classifica generale è già ben delineata, con Marianne Vos che resta in maglia rosa mentre a 17" segue Marta Tagliaferro, miglior italiana del gruppo, e Barbara Guarischi, che sfila alla danese Leth il primato di miglior giovane. Proprio la Leth è 4a a 17", seguita da Visser a 19", Ferrand-Prévot e Johnsen a 20", Hall, Kozonchuk ed Amialiusik a 21".

Per ciò che riguarda le principali contendenti per la vittoria finale, troviamo naturalmente Marianne Vos davanti a tutte, sempre alla ricerca dell'abbuono (e non sappiamo quanto possa essere positivo da qui alla fine) ma in crescita di forma (e non sappiamo quanto possa essere positivo per le avversarie...). Alena Amialiusik è a 21", così come Rossella Ratto, Tiffany Cromwell, Jennifer Fiori, Ashleigh Moolman, Claudia Häusler, Evelyn Stevens, Tatiana Guderzo, Mara Abbott e Fabiana Luperini.

Distacchi superiori tra le donne di classifica ancora non ce ne sono, ma già domani Marianne Vos cercherà ulteriori abbuoni per arrivare alle prime tappe davvero impegnative con un discreto margine su quelle che paiono le più pericolose avversarie (Stevens ed Abbott, Luperini e Guderzo, forse Moolman).

Già, domani: nei 99.3 km con partenza ed arrivo a Cerro al Volturno non ci sarà troppo spazio per le velociste ma sicuramente si creeranno dei distacchi non importanti ma che potranno ulteriormente farci capire chi c'è e chi ancora si deve svegliare, per la vittoria finale. Su questo traguardo nel 2009 vinse Noemi Cantele (ad oggi è rimasto l'unico suo trionfo alla corsa rosa) davanti a Bronzini e Teutenberg, staccate di 6" e 9".

Se ieri la Wild era stata più potente ed oggi la Bronzini più abile a sfruttarne la sventura (e l'acrobazia), sicuramente domani Marianne Vos farà sì che davanti a lei non ci sia nessuna. Perché nelle ultime due edizioni del Giro Donne, da lei vinto, aveva sempre ottenuto un successo parziale al più tardi alla prima tappa. Ora, va bene rompere le tradizioni, ma da qui all'ignorarle ce ne passa.

Francesco Sulas

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