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Campionato Italiano Donne 2013: Arriva da sola, arriva la Muccioli! - A Dalia il tricolore. Longo Borghini, brutto infortunio

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A Rancio Valcuvia Dalia Muccioli taglia per prima il traguardo, laureandosi Campionessa d'Italia © Fabiano Ghilardi

Ci sono giornate sciagurate, che mettono i brividi, che nel desiderio di tutti non dovrebbero essere mai nate. Giornate in cui la gioia immensa di una ventenne di Cesenatico, Dalia Muccioli, viene spezzata dal dolore per la caduta e l'infortunio di una collega, in fondo un'avversaria, soprattutto una buona amica: Elisa Longo Borghini.

Riavvolgiamo il nastro del Campionato Italiano che ieri si è corso tra Varese e Rancio Valcuvia, percorso esigente, nomi delle partenti di tutto rilievo: siamo negli ultimi 5 km, in testa Dalia Muccioli, classe '93, casacca BePink, una vittoria importante come l'italiano la cerca da almeno un anno. Con lei c'è Elisa Longo Borghini: normalmente non avrebbe bisogno di presentazioni ma essendo donna è nota solo a pochi intimi. Per essere sintetici, diremo che dopo Fabiana Luperini è il talento più manifesto piombato in Italia e tra le tre o quattro più forti al Mondo.

Muccioli e Longo Borghini, si diceva: entrambe lottano per vincere, questo è scontato. La prima per affermarsi davvero, la seconda perché un titolo nazionale fa sempre curriculum (e poi vuoi mettere essere la miglior italiana in circolazione e vestire il tricolore). Oltretutto, l'ornavassese alla partenza di questa corsa neppure doveva esserci, un problema al soprassella l'aveva quasi spinta a dare forfait. E però, come dice lei, «è un campionato italiano, non una gara del campanile», allora si parte.

Ai -5 l'asfalto bello bagnato - condizione che favorirebbe la Longo Borghini - manda in terra la portacolori della Hitec Products-UCK: nel breve volgere di pochi secondi l'urto con il guard rail, un taglio all'addome ed il ricovero all'ospedale di Varese. Come cambia la vita in un attimo: da possibile tricolore Elisa passa in una sala operatoria, con una frattura alla cresta iliaca, l'addio al Giro Rosa che parte domenica da Giovinazzo ed in cui lei avrebbe voluto (e potuto) andare a podio, oltre ad una stagione da ridisegnare.

Naturale che Dalia Muccioli si accorga della caduta per nulla banale. Con Elisa ha corso in Nazionale a Valkenburg nel 2012, dove è stata portata per fare esperienza (fu riserva), Dalia. Non è casuale che le sue prime parole, una volta superata la linea del traguardo, siano: «Mi dispiace per la Longo che è caduta, spero non si sia fatta niente».

È una festa rovinata, una gioia a metà, quella di Dalia. La felicità strozzata di chi ha la consapevolezza che la scivolata che ha consentito di liberarsi dell'amica/avversaria non è poca cosa, e vorrebbe tornare indietro a controllare anziché salire sul podio. Ma la vita continua e Dalia Muccioli una gara di quest'importanza in tutta la sua esistenza non l'aveva mai conquistata, è giusto che si goda ogni istante del suo successo.

In passato aveva collezionato successi tra le Juniores, maglie prestigiose (oltre a quella azzurra della Nazionale, sia tra le Juniores che tra le Élite, la bianca di miglior giovane alla Route de France 2012 e per mezza giornata la fucsia di leader del Giro del Trentino), ma erano sempre state gioie effimere. Mai Dalia aveva ottenuto un successo che bene o male durerà per 365 giorni, prima di ieri.

La Muccioli, un po' come la Longo Borghini, è il simbolo della nuova generazione di fenomeni, oltre ad essere una delle pochissime scalatrici del gruppo. Per questo il suo ds Walter Zini ha imparato a chiamarla Alberto, considerata la grande ammirazione che Dalia nutre nei confronti di Contador. È l'ennesima prova, infine, che la bellezza femminile e la bicicletta vanno di pari passo, visto che Dalia, molto bellina, molto timidina, soprattutto molto magrolina, potrebbe tranquillamente fare la modella (o la miss).

Invece lei ama scalare le montagne, pur adorando il suo mare, vincere sfide importanti e presentarsi tutta sola su un rettilineo d'arrivo, perché se fosse arrivata in gruppo col cavolo che avrebbe prevalso. Una ragazza come tante, che alla partenza non ci credeva ed invece è stata pronosticata vincente da Noemi Cantele; che nei primi 40 km di corsa non stava bene e quando all'ultimo giro è partita la Zorzi ha avuto bisogno di un urlo dell'esperta Silvia Valsecchi per andarle dietro.

Dalia è una che lotta con una Longo Borghini molto più forte, si preoccupa quando la vede scivolare in terra ma si fionda sul traguardo, credendoci e basta. È una ragazza normalissima, che con fierezza canta l'Inno di Mameli sul podio e rimedia in corner a quello «Stringiamci a coorte» che proprio non ricorda. Un successo inaspettato dai più, il suo, è vero, ma ora che la maglia tricolore è passata dalle spalle di Giada Borgato a quelle di Dalia Muccioli chi può scandalizzarsi? Assolutamente nessuno.

Sono 127.1 i chilometri tra Varese e Rancio Valuvia, strade che assegnano un titolo italiano molto sentito. Non parte la varesina di Arcisate Noemi Cantele, a cui il medico sociale ha consigliato un periodo di stop dalle competizioni per consentire di effettuare alcuni accertamenti specifici e recuperare la forma fisica. Guarda le sue compagne della BePink, le assiste, le coccola, le incoraggia. I 23.5 km in linea filano via lisci, si entra nel circuito da ripetere per sette volte. Subito alla prima tornata un must, Valentina Bastianelli in fuga. È però ripresa e così riparte Marta Tagliaferro, anche lei da sola in avanscoperta.

La corsa si decide però alla penultima tornata: riassorbita pure la Tagliaferro, se ne vanno Muccioli, Scandolara, Guderzo, Bronzini, Longo Borghini, Cauz, a cui poi si aggiungono Luperini, Cecchini, Ratto, Fiori ed in seguito Guarischi, Trevisi, Valsecchi, Zorzi e le due Bastianelli, Marta e Valentina. Poco prima dell'ultimo passaggio sotto al traguardo di Rancio Valcuvia esce Susanna Zorzi, grandissima passista; Silvia Valsecchi capisce che l'azione è decisamente buona, tira un urlo alla compagna Dalia Muccioli, «seguila!», e così la ventenne di Cesenatico fa.

Si forma una coppia al comando con il gruppeto inseguitore a 24". Aveva ragione la Valsecchi, l'azione è ottima. La Zorzi, che fisicamente è almeno il doppio della Muccioli, tira come un mulo, ma ciò non impedisce ad Elisa Longo Borghini, una che si arrende difficilmente, di riportarsi sulle due battistrada nell'ultima tornata. Susanna Zorzi si stacca, esausta, mentre procedono insieme Muccioli e Longo Borghini. Quest'ultima, già relegata al secondo posto nella cronometro tricolore da Tatiana Guderzo, non ci tiene a bissare il piazzamento. Muccioli e Longo Borghini danno tutto, intanto è da un giro abbondante che la pioggia bagna le strade della Valcuvia.

L'asfalto viscido, lo stesso asfalto che in marzo aveva regalato ad Elisa Longo Borghini la prima vittoria in carriera in Coppa del Mondo a Cittiglio, quest'oggi tradisce l'ornavassese, che cade quando di chilometri al traguardo ne mancano 5. Dalia Muccioli, incredula, dà tutta se stessa per non farsi riprendere da un gruppetto in rimonta. Oh, se pedala bene, Dalia-Alberto! Non la prendono più, lei sbuca sul traguardo tutta sola, si volta una, due, tre volte, giusto perché non le sbuchi un'avversaria da dietro le ruote, poi realizza l'impresa: che vittoria!

Poco dietro la volata di una Giorgia Bronzini che ha tenuto veramente alla grande su un percorso così esigente è inutile, se non per l'argento, mentre il bilancio di casa Hitec viene parzialmente (ma molto parzialmente) sollevato da Rossella Ratto, coetanea della nuova Campionessa d'Italia e che un giorno quel tricolore lo vestirà, senza dubbio.

A Bronzini, Ratto e Luperini (4a) la Muccioli rifila 16" mentre alla 5a classificata, una superba Jennifer Fiori (al Giro farà classifica? Probabile, di sicuro si noterà e per le acconciature bizzarre e per la gamba fantastica), seguita da Tatiana Guderzo, sempre più in crescita, entrambe a 17". A 1'08" un'attenta Valentina Scandolara, a 1'10" Susanna Zorzi, che considerando lo sforzo fatto nella penultima tornata può essere soddisfatta.

A 1'20" chiudono la top-ten Francesca Cauz e Silvia Valsecchi mentre a 1'29" troviamo Barbara Guarischi, che per essere al 50% della forma (almeno a quanto dice) non ha corso malaccio. Da notare come la festa BePink sia completata dal 16° posto di Ilaria Sanguineti, unica classe '94 a terminare la prova; sta prendendo le misure alla categoria Élite, potrebbe regalarci delle soddisfazioni da qui a breve.

La festa oggi è però tutta per Dalia Muccioli, che prima ha seguito la Zorzi (e non è cosa da tutte), poi è restata da sola con Elisa Longo Borghini (ed è roba per poche elette), infine ha sfruttato l'incidente della sfortunata ornavassese per tagliare il traguardo tutta sola. Se escludiamo la cronoscalata a squadre del Giro del Trentino, vinta dalla BePink con Dalia in testa, è questa la prima e maggiore vittoria della Muccioli da quand'è passata Élite.

In un ciclismo femminile che propone sempre più arrivi da scattiste e velociste e sempre meno traguardi per le scalatrici pure, la vittoria della Muccioli assume ancora maggiore importanza (a ben vedere anche il tracciato di oggi non era disegnato per le scalatrici, quelle dure e pure come la Muccioli). Dalia potrà sfoggiare sin da subito - da domenica - il suo bel tricolore sulle strade del Giro Rosa. Una corsa al servizio di Alena Amialiusik ed in cui il biondo camoscio di Cesenatico dovrà barcamenarsi nelle prime tappe per poi dar sfogo al suo istinto naturale, quello di scalare, sugli arrivi in salita del Beigua (che Dalia ha già cerchiato di rosso) e di San Domenico.

Salita, quest'ultima, che Elisa Longo Borghini conosce a memoria e che possiamo dire sia fatta apposta per l'ornavassese. Peccato che Elisa non potrà essere della partita, pèerché salire al Beigua o a San Domenico senza di lei non non è la fine del mondo, su questo siamo d'accordo, ma toglierà un bel po' di valore (e di suspence, come no) a quella che è reputata, probabilmente a ragione, la gara a tappe più importante del panorama femminile.

Un Campionato Italiano stranamente bicolore quello di ieri, una giornata bellissima e sciagurata allo stesso tempo: da una parte entra in scena di prepotenza Dalia Muccioli, dall'altra è costretta a defilarsi, almeno per un po' di tempo, Elisa Longo Borghini.

Francesco Sulas

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