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Giro di Svizzera 2013: Rui Costa più svizzero del cioccolato - Trionfo del portoghese, Frank perde male | Cicloweb

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Giro di Svizzera 2013: Rui Costa più svizzero del cioccolato - Trionfo del portoghese, Frank perde male

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Rui Costa sul podio del Tour de Suisse tra Kreuziger e Mollema © BettiniphotoLa statistica, che mirabilie può regalare. Può ad esempio mettere accanto un Gino Bartali e un Rui Costa. Il primo ad aver vinto due edizioni consecutive del Giro di Svizzera, e l'ultimo. Dal '46-'47 al '12-'13 c'è passata in mezzo una vita, ci son passate le quattro vittorie di Pasquale Fornara negli anni '50 (record rimasto imbattuto), le tre dei "gemelli KBL" (Kübler e Koblet), e poi le varie doppiette degli ultimi 50 anni, da Junkermann a Pfenninger, da Hampsten a Kelly, per finire con quella di Jan Ullrich, che ricordavamo anche ieri.

E ieri ricordavamo pure un'altra cosa, ovvero quanto sia ormai tradizione consolidata il sorpasso all'ultima tappa, quando il Tour de Suisse si chiude con una cronometro. Oggi, tanto per cambiare, tale copione è andato in scena per la settima volta consecutiva, e a beneficiarne è stato il citato Rui Costa, mentre il ruolo di chi piange spetta quest'anno a Mathias Frank, realmente affranto al termine della sua prova, nella quale magari non sperava - razionalmente - di difendere quei 13" di margine che aveva sul portoghese, ma almeno di salvare il podio, che diamine!

Invece la crudele legge dello sport lo inquadra oggi come lo sconfitto assoluto: in giallo fino all'ultimo passo, è scivolato in quinta posizione dopo i 26 km di cronometro che da Bad Ragaz portavano alla vetta del Flumserberg, attraverso una prova contro il tempo tra le più belle e incerte degli ultimi anni.

Tanto incerta da avere al comando, a metà gara (e pure oltre: diciamo per tutta la parte pianeggiante) non uno specialista come Cancellara o Meyer, ma il rampante Tejay Van Garderen, primo ai primi due intertempi della tappa (dopo 8 km e dopo 16). Dici: se uno come lui, molto bravo in salita oltre che contro le lancette, ha messo in fila i migliori cronoman presenti al TDS, sulla scalata al Flumserberg scaverà solchi inenarrabili. E invece l'americano, fedele all'andamento ondivago delle prestazioni che sta offrendo da un po' di tempo in qua, è letteralmente crollato sulla salita. Ricordiamo sempre che, tra i corridori del Giro di Svizzera, proprio Tejay è uno dei maggiori pretendenti al Tour de France (comunque per un ruolo di secondo piano rispetto a Froome o Contador). Ma oggi la débâcle per lui e la BMC è stata pesante, in quei 10 km finali: perché anche Frank milita nella stessa squadra, e fino allo stesso intertempo dei 16 km in cui Van Garderen era ancora in testa, pure lo svizzero era ancora al comando della classifica generale. Fin lì, infatti, Rui Costa aveva recuperato 12 dei 13" di ritardo che aveva, ma una speranziella per la maglia gialla di casa rimaneva.

Invece, dopo che entrambi hanno cambiato bici per affrontare la salita, il portoghese ha preso nettamente il largo, mentre Mathias, a quel punto in crisi anche psicologica, è andato lentamente alla deriva. Non solo Rui ha dato il meglio nella seconda metà di cronometro: anche Mollema, non certo scintillante in pianura, ha dato vita a una scalata eccellente che l'ha proiettato al terzo posto di giornata e al secondo in classifica. Bravissimo anche Kangert, che spende gli ultimi residui di energie del Giro per conquistare il secondo posto di giornata, facendo meglio di uomini come Péraud, Kreuziger, Spilak tra gli altri.

Ottimo Amador (il costaricano ha ancora margini, oltre a un carattere di ferro), quinto all'arrivo, e bravo Pinot, sesto oggi e rimasto al quarto posto della generale, malgrado non sia uno che vincerà (prima o poi) il suo Tour grazie alle cronometro. Solita prova né carne né pesce di Kreuziger, invece: il ceco ha recuperato nel finale, salvando il gradino più basso del podio dopo aver rischiato di scenderne. Il riepilogo della giornata dice che Rui Costa ha vinto la sua seconda tappa quest'anno (dopo quella di La Punt) con 21" su Kangert, 29 su Mollema, 42 su Péraud, 43 su Amador, 55 su Pinot, 1' su Kreuziger, 1'05" su Spilak, 1'06" su Brajkovic e 1'19" su Van Garderen. Primo italiano, Michele Scarponi 14esimo a 1'36" dal corridore della Movistar.

Interessante anche il 20esimo posto di Sagan (a 2'01" dal primo), subito alle spalle del povero Frank, che ha chiuso la tappa in 19esima posizione a 1'56" da Rui Costa. Un Rui Costa che in classifica precede quindi Mollema di 1'02", Kreuziger di 1'10" e Pinot di 1'26"; solo quinto alla fine Frank a 1'43", quindi troviamo Kangert a 1'51", Van Garderen a 2'23", Dan Martin a 2'42" così come Spilak, e Cameron Meyer in decima posizione a 3'44". Anche qui l'Italia ha come miglior rappresentante Scarponi, che però ha chiuso appena in 21esima posizione a 11'53" da Rui Costa. Certo, se Michelino non fosse caduto nella tappa di Meiringen (perdendo quasi 7') avrebbe magari potuto recitare tutto un altro ruolo in questa corsa. Da segnalare qualche timido segnale da Moreno Moser, secondo dei nostri in classifica (26esimo a 17'18"), e soprattutto in grado di farsi vedere nel gruppo dei migliori in alcuni frangenti non così scontati (si pensi all'arrivo in quota di Crans Montana).

Quanto a Rui Costa, onore e merito a lui, ma viene difficile pensare che possa fare il capitano al Tour: il 26enne di Póvoa de Varzim (dalle parti di Oporto) potrà essere un ottimo cacciatore di tappe, e agire in supporto a Valverde e Quintana, ma di sicuro la Movistar si conferma come una delle squadre più forti del lotto; bello anche il moto di crescita evidenziato da Mollema, che pare pronto a raccogliere la scarna eredità di Gesink e a diventare l'uomo guida del ciclismo olandese nei prossimi anni. Kreuziger, altro protagonista del Tour de Suisse, alla Grande Boucle lavorerà per Contador; su Van Garderen ci siamo già espressi sopra, lui è convinto che sarà il capitano BMC in terra di Francia, ma se continua a stare sull'altalena può essere che soccomba - tanto per cominciare - alla concorrenza interna di un certo Cadel Evans.

Ne riparleremo da qui a fine mese, nel frattempo, prima dell'attesissimo via del Tour in Corsica ci sarà una settimana da dedicare ai campionati nazionali, a crono e in linea. Tante maglie sono pronte a cambiare proprietario da qui a domenica prossima, vedremo chi sarà il primo a mettere in evidenza con un successo la nuova livrea sulle strade della Grande Boucle.

Marco Grassi

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