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Giro di Svizzera 2013: Bad Ragaz, Good Sagan - Peter su Bennati-Gilbert. Domani gran finale con la crono | Cicloweb

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Giro di Svizzera 2013: Bad Ragaz, Good Sagan - Peter su Bennati-Gilbert. Domani gran finale con la crono

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Battendo Daniele Bennati e Philippe Gilbert a Bad Ragaz, Peter Sagan ha conquistato il suo secondo successo al Tour de Suisse 2013 © BettiniphotoRobert Vrecer non immaginava che sarebbe stato protagonista di una rivoluzione. Dopo una carriera da onesto pedalatore di formazioni Continental slovene, lo scorso anno passò all'austriaca Vorarlberg e mise insieme 7 vittorie, tra cui il Giro di Grecia e l'impronunciabile Oberösterreichrundfahrt (che poi tradotto sarebbe il semplice Giro dell'Alta Austria). A 32 anni forse aveva messo una croce sopra al sogno di gareggiare nella massima categoria del ciclismo, ma i tanti punti UCI conquistati nel circuito continentale hanno reso appetibile il suo ingaggio da parte di squadre che avevano difficoltà a raggiungere il punteggio per essere confermate nel World Tour.

Tra queste, la Euskaltel, ovvero il simbolo del ciclismo nei Paesi Baschi, da sempre orgogliosamente legata al dogma di schierare solo corridori della regione spagnola in questione, o che quantomeno fossero cresciuti ciclisticamente in Euskal (vedi Samu Sánchez che è asturiano). La contingenza del dover mettere insieme tanti punti a prezzi contenuti (non è che gli arancioni di González de Galdeano dispongano di milionate di budget) ha spinto il management del team ad abbattere le frontiere e imbarcare in squadra corridori "stranieri". Una rivoluzione, appunto. Ed ecco quindi l'ingaggio di un paio di stagionati tedeschi (Radochla e Schulze), di un giovane marocchino (Chaoufi), del greco Tamouridis (a suo modo protagonista al Giro), del russo Serebryakov (subito stoppato per doping in aprile) e di due sloveni, Kocjan e appunto Vrecer.

Perché non si dica - anche se è del tutto evidente... - che l'Euskaltel ha fatto il pieno durante i saldi di fine stagione, questi corridori si impegnano a dare quel che possono, e Vrecer lo sta dimostrando al Tour de Suisse, dove grazie alle sue presenze in fuga si è ritrovato in piena lotta per la classifica dei Gpm. Stamattina da Zernez partiva con 19 punti, secondo alle spalle di Pinot che guidava la speciale graduatoria con 26 lunghezze. In palio, nel corso dell'ottava e penultima tappa, c'erano 12 punti al Gpm di prima categoria di Julierpass, e 5 a quello di terza di Luzisteig nel finale.

Ovvio allora ritrovare in fuga, dopo appena 3 km di tappa, proprio Vrecer, insieme a Reto Hollenstein, Maxime Bouet e all'italiano Manuele Mori. A Vrecer interessava principalmente passare per primo allo Julierpass, ed è proprio quel che ha fatto: dopo aver contribuito a far lievitare il vantaggio sino a 5', il 32enne sloveno è andato a prendersi quei sospirati 12 punti in cima, davanti a Mori, Bouet e Hollenstein; la risposta di Pinot non è comunque mancata, e il francese è stato il primo del gruppo (quinto totale) a transitare in vetta e a conquistare a sua volta 2 importanti punticini. Sicché dopo la prima delle due salite di giornata, Vrecer era primo della classifica Gpm con 31 punti contro i 28 di Pinot.

Inevitabile, dopo aver toccato proprio in cima il vantaggio massimo (5'17") che i fuggitivi subissero poi il ritorno del gruppo, visto che c'erano diverse formazioni interessate al possibile sprint finale: nel dettaglio, sono state Orica (per Goss o Albasini), Cannondale (per Sagan) e Argos (per Degenkolb) a tirare per ricucire; impresa sin troppo facile, visto che l'ultimo superstite della fuga, Hollenstein, rimasto solo a 26 km dal traguardo, è stato ripreso ai -17. A quel punto rimaneva da affrontare quella salitella posta ai 6 km: quanti velocisti avrebbero resistito su quelle rampe?

Ben pochi, è la risposta che possiamo dare ex post: il lavoro della Garmin prima e della Cannondale poi (soprattutto con un ottimo Agostini) ha scremato ben bene il gruppo, tanto da lasciare davanti una quarantina di uomini, tra cui ovviamente Peter e pochissime altre ruote veloci (i più sprinter? Bennati e Rojas più Gilbert, diciamo). Al Gpm, però, quando ci aspettavamo un colpo di mano di Pinot, abbiamo assistito a un anticipo di Péraud, che è passato in testa su Izagirre (compagno di Vrecer sganciato per togliere eventualmente punti proprio a Thibaut), mentre il francese della FDJ non si è nemmeno fatto vedere davanti nell'occasione, lasciando così campo libero alla vittoria (meritatissima, a questo punto) dello sloveno nella classifica di merito.

Tanto spazio regalato a una vicenda in fondo secondaria ci dice che per il resto non c'era moltissimo da raccontare, di questa penultima frazione del TDS: coi big tutti orientati alla crono di domani, non rimaneva che certificare il risultato della volata di questo gruppo ridotto, sapendo già in anticipo come sarebbe andata a finire...

E sbagliare previsioni era impossibile, tantopiù che la Cannondale ha svolto un ottimo lavoro a supporto del genietto di Zilina, tenendolo sempre davanti al riparo da guai e da eventuali colpi di mano (che comunque non ci sono stati). Interessante la presenza di Gilbert nelle prime posizioni, segno di una condizione che cresce e che ha spinto l'iridato ad aprire le danze della volata: il belga si è portato davanti ai 400 metri, affiancando proprio Sagan, e lanciandosi ai 200 metri come pure Albasini al centro della strada. Sagan, che ha perso quell'attimo, per recuperare ha dovuto infilarsi tra i due, comunque riuscendoci e andando poi a vincere nettamente su un impegnato Bennati, tornato a un piazzamento rilevante dopo aver clamorosamente toppato il Giro d'Italia.

Terzo è stato Gilbert, davanti ad Albasini, Riblon, Elmiger, Peter Velits, Simon, Monfort e Geschke, con Scarponi 11esimo. Nel primo gruppo, formato da 37 uomini, non c'era Cameron Meyer, uomo di classifica che ha pagato 27" a causa di una foratura nel finale (fatto che gli è costato un paio di posizioni nella generale). Mathias Frank guida con 13" su Rui Costa, 23 su Kreuziger, 44 su Pinot, 46 su Mollema, 1'17" su Van Garderen, 1'23" su Martin, 1'43" su Kangert, 1'50" su Spilak e 2'09" su Meyer, che chiude la top ten.

Domani i 26 km da Bad Ragaz alla vetta del Flumserberg costituiscono una cronometro di tutto rispetto. 16 km di pianura favorevoli agli specialisti, e gli ultimi 10 di scalata che rimescoleranno tutte le carte dando una chance a chi va bene in salita. Una tappa difficilissima da interpretare, e che risulterà decisiva, secondo una tradizione che non esclude nemmeno clamorosi sorpassi all'ultima giornata. Dal 2004 a oggi, questa sarà la settima edizione su 10 a concludersi con una cronometro; e nelle 6 occasioni precedenti, abbiamo avuto 6 sorpassi su 6 all'ultima tappa!

Il primo di questi fu il clamoroso successo di Jan Ullrich che si presentava alla crono di Lugano 2004 con 41" di ritardo dal capoclassifica Fabian Jeker, e che riuscì ad affibbiare allo svizzero 42" di distacco, battendolo per un solo misero secondo per quello che è rimasto il margine minimo per una vittoria al TDS. Quindi nel 2006 Jan si ripetè beffando Koldo Gil, nel 2007 fu Karpets a bruciare Vladi Efimkin, nel 2009 toccò a Cancellara far polpette di Valjavec, nel 2010 non uno specialista, Fränk Schleck, fece molto meglio di uno ancor meno specialista (Gesink), infine nel 2011 il ricordo che brucia di più ai tifosi italiani, con Cunego in giallo superato in dirittura da Leipheimer, che era quarto e doveva recuperare addirittura 1'59" al veronese, e nei 32 km della crono di Schaffhouse assestò a Damiano un distacco di 2'03", soffiandogli il successo finale per appena 4".

Tutto questo per invitare i nostri amati lettori e appassionati di ciclismo a disdide l'ombrellone in spiaggia malgrado il gran caldo abbattutosi sui litorali, e di buttare un occhio al Giro di Svizzera domani, perché con Frank impegnato a difendere solo 13" da Rui Costa (campione uscente), e col possibile inserimento di altri protagonisti (Kreuziger? Pinot? Mollema? Van Garderen?) ci sono tutti i presupposti per un finale scoppiettante, elettrizzante, divertente.

Marco Grassi

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