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Critérium del Delfinato 2013: Forza e tenacia, vince De Marchi! - Grande fuga per Ale. Corsa a Froome | Cicloweb

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Critérium del Delfinato 2013: Forza e tenacia, vince De Marchi! - Grande fuga per Ale. Corsa a Froome

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Grande vittoria di Alessandro De Marchi a Risoul © Bettiniphoto

Il rosso di Buja ha colpito. Alessandro De Marchi, corridore tosto e già ieri in avanscoperta, oggi ha ritentato la sorte. Che poi non è fortuna ma forza di volontà, sacrifici, lavoro. Quasi sempre pagano. Era in fuga sin dal mattino, dal km 14, è scattato sulla salita finale che portava al Montée de Risoul, quando al traguardo mancavano 4.5 km. Inizialmente il passo ottimo ed il vantaggio di oltre un minuto sul gruppo tirato dagli uomini Sky faceva ben sperare.

Poi entra in scena Froome, che vuol portare alla vittoria di tappa il compagno di team Richie Porte. I due guadagnano e guadagnano ancora rispetto ad un De Marchi la cui pedalata appariva comprensibilmente appesantita. Porte non reggeva il ritmo del capitano e così De Marchi era salvo dalle grinfie della maglia gialla, che chiuderà al secondo posto a 24" dal portacolori della Cannondale.

Grandissimo gregario, tanto da meritarsi i complimenti di Ivan Basso, De Marchi ha corso sempre in appoggio ai propri capitani, raccogliendo comunque un 25° posto alla Liegi ed al Romandia. La vittoria era solo una questione di tempo ed oggi era il momento giusto.

L'ultima tappa del Critérium del Delfinato prevedeva 155.5 km da Sisteron all'arrivo in salita di Risoul. Non prende il via Tony Martin e tanti altri si ritireranno strada facendo (Chavanel, Lopez Garcia, King, Hushovd, Santaromita, Serry, Rolland, Maes, Bouhanni, De Gendt sono solo alcuni). Parte dopo pochi chilometri una fuga corposa, con 24 uomini in testa: Wellens (Lotto), Francesco Gavazzi, Grivko (Astana) Eijssen, Quinziato (BMC), Garate, Goos (Blanco), Irizar (RadioShack), Travis Meyer (Orica), Losada (Katusha), Molard (Cofidis), Astarloza, Egoi Martinez (Euskaltel-Euskadi), Geslin (FDJ), Quemeneur (Europcar), Meersman (Omega), De Marchi, Sarmiento (Cannondale) Castroviejo, Erviti (Movistar), Flecha (Vacansoleil), Clarke, Damuseau (Argos) e Duret (Bretagne).

Arrivano ad avere 3'20" sul gruppo ma sul Col de Vars c'è una prima, grande scrematura. Travis Meyer, De Marchi e Wellens restano in testa, mentre da dietro attaccano Valverde ed il giovane Barguil. Sono De Marchi e Meyer a passare per primi sul Col de Vars, fiondandosi nella discesa baggnata e nebbiosa. Wellens palesa molti limiti nella discesa ma raggiunge De Marchi e Meyer, con Quinziato e Losada che successivamente andranno a rimpolpare questo gruppetto.

Nel finale della discesa cade Mate Mardones e Contador, per evitarlo, finisce pure lui in terra. Niente di grave per il campione di Pinto, che si rialza e riparte prontamente. Ad inizio salita se ne va Wellens con una bella azione: cadenza e stile sembrano quelli giusti. Seguono Quinziato, Meyer, Losada e De Marchi, mentre il gruppo, ora tirato da Kiryienka, è a 3'05". A 8 km dalla fine Wellens è ancora in testa e sembra potercela fare; nelle retrovie del gruppo Rogers, stamane terzo nella generale, perde le ruote dei migliori e Contador si ferma per riportarlo sotto.

Il gruppo Froome si porta intanto a 1'35" dalla testa della corsa, dove ora non troviamo più il solo Wellens ma anche De Marchi. Il friulano della Cannondale allunga ai -4.5 km e se ne va. Pedalata ottima, la sua. Parrebbe scontato che gli Sky lascino la vittoria a De marchi (o ad uno dei fuggitivi), invece ai -3.5 km Porte rimane solo con Froome il quale accelera per portare il giovane tasmaniano alla vittoria di tappa. Ecco che De Marchi inizia a perdere terreno, la pedalata non è più brillantissima, al contrario di quei due Sky che stanno arrivando dietro.

Anche Porte però è al gancio ed allora Froome va da solo verso una seconda piazza che giungerà. Così come giungerà la vittoria di Alessandro De Marchi, ai 400 metri ormai sicuro di non vedere più maglie gialle né uomini Sky sbucare dalla nebbia alle sue spalle. De Marchi precede di 24" Froome e Talansky, quindi Porte 31" e Fuglsang a 38". Valverde chiude a 49" così come Joaquim Rodríguez e Dani Moreno; Navarro è a 55" mentre la vera rivelazione del Delfinato, Rohan Dennis, perde appena un minuto.

La classifica finale vede Froome davanti a Porte di 58", quindi Moreno a 2'12", Fuglsang a 2'18", Navarro a 2'20", Rogers che perde tre posizioni ed è 6° a 3'08" davanti a Valverde (che paga 3'12"), Dennis a 3'24", Samuel Sánchez a 4'25" e Contador che dopo un Delfinato non al top chiude 10° a 4'27" da Froome.

Una corsa, quella da poco conclusasi, che ci rende delle solide certezze: la Sky, a meno di imprevisti, è inarrivabile e nello specifico Froome è il più forte di tutti, in salita come a crono. Ha le gambe (sì, sono scheletriche, ma le ha pure lui), ha la squadra, con Porte che potrebbe fare la seconda punta ed agire in diverse situazioni.

In questo modo i contendenti per la vittoria finale sui Campi Elisi non sono troppi: c'è Contador, che potrà contare sul discontinuo Rogers, e ci sono gli altri spagnoli, Valverde, Moreno e Joaquim Rodríguez su tutti. In caso Froome non calasse o addirittura migliorasse alla Grande Boucle, un'alleanza non è da escludere.

Per l'Italia ci sarà un Damiano Cunego che non ha dato grandissimi segnali a questo Delfinato ma che potrebbe puntare a qualche classifica collaterale. E questo De Marchi, che dovrebbe fare il gregario di Ivan Basso, se avrà una giornata di libertà potrebbe fare davvero grandi cose.

Francesco Sulas

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