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Emakumeen Bira WE 2013: CarrEmma che Johansson! - La svedese domina la crono, Longo Borghini a 38". Corsa ipotecata?

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Emma Johansson consolida la maglia gialla dopo aver dominato la cronometro di Orduña © CJ Farquharson

C'è sempre una prima volta, anche se arriva a 29 anni suonati. Emma Johansson si è scoperta infatti una cronowoman non ordinaria ma eccezionale. I distacchi, del resto, parlano chiaro: quando una specialista come Ellen Van Dijk busca 38", così come Elisa Longo Borghini, che con le crono ha una certa dimestichezza, e pure la Stevens, spesso eccellente contro il tempo, finisce a 52", il sapore è quello dell'impresa.

La prima volta, si diceva: verificare per credere, tolti i Campionati Nazionali a crono (vinti nemmeno sempre, dal 2005 ad oggi quattro sono i successi) le vittorie della forte svedese contro il tempo sono ben due: la prima nel 2007 al Vodelée, gara a tappe belga (inflisse 24" alla Wild e 53" a Irene Van den Broeck), la seconda al Trophée d'Or Féminin 2010, condivisa con l'australiana Vicky Whitelaw (allora Boyarskaya e Moolman pagarono 11" e 17", rispettivamente). 

Prestazioni ordinarie, cast non certo eccezionali, distacchi abbastanza contenuti. E così nel finale di primavera 2013 si arriva a credere che la Johansson sia sì un'ottima atleta, ma spesso piazzata, molto costante ed adatta tanto a terreni mossi quanto a volate non troppo affollate. Nelle crono s'è messa in luce solo ai Giochi Olimpici di Londra, ma per il casco a forma di padella da ospedale (la rese molto aliena, nel senso di UFO) che indossò nella prova, come tutti gli atleti svedesi.

Invece te la ritrovi a dare fior di secondi alle migliori atlete della disciplina, minuti a tutte le altre, a dominare, lei che aveva avuto la grandissima sfortuna di capitare nell'era Vos, altrimenti sai quante corse in più avrebbe nel carniere...

La classica crono di Orduña, un tempo prima semitappa della terza giornata dell'Emakumeen Bira, ha due caratteristiche: è breve (solo 13.4 i chilometri da percorrere) e mossa, molto mossa. Quasi una cronoscalata. La Johansson, che da ieri veste la maglia gialla di capoclassifica davanti ad Elisa Longo Borghini, è in gran forma, ma potendo non si scommetterebbe certo sul suo nome per la vittoria odierna. Smentirà.

Strano a dirsi ma la superficie su cui si gareggia è ancora il bagnato, il primo tempo di rilievo è fatto segnare da Pauline Ferrand-Prévot, Campionessa di Francia della specialità: con un 19'55" si mette davanti ad Armitstead (per una mera questione di centesimi) e Gunnewijk. Annemiek Van Vleuten non migliora il tempo della compagna di squadra Ferrand-Prévot ma lo eguaglia, affiancando Lizzie Armitstead.

Partono i calibri pesanti, nello specifico le Specialized-Lululemon e le conseguenze sono immediate: Ellen Van Dijk stacca un 19'33" e Lisa Brennauer è seconda a 18" davanti alla Ferrand-Prévot (a 22"). Partono tutte, anche la maglia gialla Emma Johansson, che passa all'intermedio dopo 9'20": è la più veloce di tutte, davanti a Van Dijk e Longo Borghini (l'ornavassese perde 10"), carramba che sorpresa! Nel mentre una Marianne Vos chiaramente fuori forma taglia il traguardo facendo segnare un 20'20" che le regala solo il 13° posto parziale (devono arrivare ancora Longo Borghini e Johansson).

Le due che ieri hanno dominato la tappa di Aretxabaleta si fiondano sul traguardo in men che non si dica: buonissima la prestazione di Elisa Longo Borghini, che fa segnare un 19'33". Come Ellen Van Dijk, in pratica. La Johansson in una crono normale non farebbe così presto a tagliare il traguardo ma tra forma strepitosa, motivazioni particolari (quelle che dà la maglia gialla e la voglia di dedicare la vittoria all'amico Iñaki Lejarreta, investito lo scorso 16 dicembre mentre si allenava su queste strade e deceduto) e percorso molto ondulato la svedese vince la sua seconda tappa all'Emakumeen Bira 2013, la quarta affermazione stagionale. Il 18'55" che stacca - unica atleta a scendere, seppur di poco, sotto i 19' - manda lontane anni luce tutte le altre.

La specialista Van Dijk è a 38", così come Elisa Longo Borghini e la bravissima Anna Van der Breggen, 4a. Evelyn Stevens denota una condizione buona ma la capacità della newyorkese di guidare la bici, specie in condizioni difficili, è limitata, e così è solo 5a, pagando 52" alla Johansson. Alena Amialiusik prosegue nella sua nemmeno troppo lenta ascesa, chiudendo 6a a 54", mentre la Brennauer è a 56". Ad un minuto netto Shara Gillow e Pauline Ferrand-Prévot, a 1'05" un'altra Rabo Liv/Giant, la statunitense Megan Guarnier.

Ancora atlete olandesei e Rabo Liv/Giant nelle posizioni che seguono, Lucinda Brand ed Annemiek Van Vleuten sono 11a e 12a a 1'18". Stesso distacco per la britannica Lizzie Armitstead, 14a Loes Gunnewijk a 1'19" mentre Marianne Vos è solo 15a a 1'25". Immediatamente dopo, e con lo stesso distacco della Vos, Sabrina Stultiens, che con questo piazzamento diventa la miglior giovane, strappando temporaneamente (e per un solo secondo) la maglia rosa a Rossella Ratto, oggi non bene: ha chiuso 28a a 1'54" dalla Johansson.

Classifica generale meglio strutturata rispetto a ieri, con Emma Johansson in testa a vantare 38" su Elisa Longo Borghini, mentre al terzo posto rimane sì Marianne Vos, ma a quasi due minuti (1'54" il suo distacco). La Stevens è a 2'14" seguita da Cromwell a 2'25", Van der Breggen a 2'42", Amialiusik a 2'58", Guarnier a 3'09", Brand a 3'22" e Gillow a 3'26". Undicesima piazza per Fabiana Luperini, non a suo agio oggi contro il tempo (è stata solo 40a a 2'13"), che paga un ritardo di 3'35" dalla Johansson.

Le altre classifiche vedono la graduatoria a punti con la Vos in testa (ma a 10 punti la Johansson potrebbe superare l'olandese), la Majerus sempre in testa alla speciale classifica dei Traguardi Volanti, Eider Merino che supera Ane Santesteban di 8" diventando la miglior basca in gara, Elisa Longo Borghini saldamente in maglia a puntos rojos dei Gpm E Sabrina Stultiens nuova maglia rosa di miglior giovane: l'olandese della Rabo Liv/Giant precede ora Rossella Ratto di 1" e di 1'41" la Merino.

Giochi chiusi per la 26a Emakumeen Bira? Teoricamente sì, visto che Emma Johansson ha dimostrato non solo di sapersi difendere su tutti i terreni, ma pure di poter attaccare senza troppi patemi. Eppure domani l'ultima tappa, la Fruiz-Gatika, presenterà 88.7 km con nemmeno un tratto di pianura (non è un modo di dire). Saliscendi continui, la salita di terza categoria di Meaka Gane dopo soli 40.2 km, l'ascesa di seconda verso Errigoiti 19 km dopo ed un altro seconda categoria, il Gpm di Arrieta, ad una ventina di chilometri dal traguardo di Gatika.

Se la Johansson pare la miglior Vos, c'è anche da dire che l'Emakumeen Bira, proprio per il suo tipo di percorso, è una gara che si presta a molteplici capovolgimenti di fronte. L'ultimo ribaltone risale proprio allo scorso anno, con Judith Arndt che dopo la crono recuperò 1" alla leader Emma Pooley. Andando ancor più indietro, sempre in tempi recenti, troviamo nel 2010 una Claudia Häusler che alla vigilia dell'ultima tappa aveva un distacco di 12" da Judith Arndt; la bavarese attaccò proprio verso Orduña, in una frazione difficilissima (anzi no: basca) sia altimetricamente che dal punto di vista meteo.

Anche allora al terzo posto, prima della frazione finale, c'era Marianne Vos, anche allora con quasi due minuti di distacco (la fuoriclasse olandese era a 1'57" dalla Arndt). Se Elisa Longo Borghini crede minimamente a corsi e ricorsi storici ha il dovere di attaccare domani. Se anche l'ornavassese non ci credesse ma volesse attaccare ugualmente, cercando di relegare Emma Johansson all'ennesimo secondo posto della carriera, ancora meglio.

Francesco Sulas

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