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Emakumeen Bira WE 2013: È dura battere la Vos a Durango - Preceduta Emma Johansson, Longo Borghini ottima 4a

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Terza Durango-Durango in quattro anni per Marianne Vos, che batte Emma Johansson © CJ Farquharson

Quando non ha vinto la Durango-Durango Emakumeen Saria è perché o la corsa non è stata disputata (come nel 2008) o perché lei stessa non vi ha preso parte (e qui si inizia dai primi anni di carriera per arrivare al 2012, quando una frattura alla clavicola la costrinse al riposo). Il soggetto della frase è naturalmente Marianne Vos, per la terza volta su tre partecipazioni vincitrice a Durango (2010, 2011 e 2013). Si prende la vittoria come aveva sempre fatto in precedenza, ossia mettendosi alle spalle Emma Johansson, il cui secondo posto brucia più che mai.

La Campionessa di Svezia in forza all'Orica-AIS era infatti determinata a cogliere il miglior risultato per dedicarlo a Iñaki Lejarreta, morto sulle strade attorno a Iurreta lo scorso 16 dicembre mentre si allenava: «Avevo motivazioni particolari per vincere - dirà la Johansson - infatti correvo per il mio amico Iñaki Lejarreta, per sua moglie e sua sorella, amiche che sono diventate come una famiglia per me nei miei primi anni alla Bizkaia. Sapevo di poter battere Longo Borghini e Stevens allo sprint, così mi sono concentrata per capire come fare con Marianne. Se l'avessi lasciata sprintare non avrei più chiuso, così ai 250 metri sono partita io, ma forse un po' troppo presto, difficile a dirsi ora».

C'è tutta questa Durango-Durango nel sintetico, perfino commosso racconto della Johansson (che sul podio unirà le dita a formare un cuoricino attorno alla scritta "Iñaki"), battuta da una Vos impietosa, che non guarda in faccia a nessuno.

E dire che l'iridata non aveva brillato particolarmente due domeniche fa alla Gooik-Geraardsbergen-Gooik, chiusa "soltanto" al 5° posto. S'era rifatta il 2 giugno, vincendo la prova di MTB a Heeswijk-Dinther per poi tornare a correre su strada nei Paesi Baschi, in questa corsa in linea che fa da antipasto all'Emakumeen Euskal Bira.

Si tratta di 113 km distribuiti in quattro giri su un breve anello attorno a Durango, quindi un giro più ampio, con le ascese all'Alto deo Montekalbo ed all'Alto de Muniketagane, dove si farà la differenza.

Scatti e controscatti sin dalle prime battute, il primo traguardo volante va alla 23enne Ana Usabiaga, che precede Marta Bastianelli e Trixi Worrack. Nasce una fuga a otto con Worrack, Cromwell, Longo Borghini, Polspoel, Frapporti, Visser, Gebhardt e Santesteban. Il gruppo non concede quasi nulla a queste atlete ed una volta riprese ecco partire al contrattacco la svizzera della Faren-Let's go Finland Patricia Schwager. Guadagnerà fino ad oltre un minuto e verrà ripresa, non prima di aver conquistato il traguardo volante, con relativa classifica.

Sulle rampe della penultima ascesa, l'Alto deo Montekalbo, Elisa Longo Borghini fa un ritmo elevato insieme ad Evelyn Stevens, reduce dalla vittoria nella Philly Cycling Classic. Sull'ultima salita, l'Alto de Muniketagane, il gruppo esplode definitivamente, con la Stevens che attacca seguita dalla Longo Borghini, la quale si porta al contrattacco. In testa troviamo così Vos, Johansson, Stevens, Longo Borghini, Moolman ed Amialiusik.

Nei pressi dello scollinamento, dopo l'ennesima accelerazione dell'ispiratissima coppia Longo Borghini-Stevens, perdono contatto Alena Amialiusik e Marianne Vos. L'iridata scollina con una trentina di secondi di ritardo ma si riprenderà tutto nella discesa molto tecnica. Discesa che mette fuori causa la scalatrice sudafricana Ashleigh Moolman, vittima di una foratura.

Il gruppo, composto da una quindicina di unità, non rientrerà sulle quattro che vanno a giocarsi la vittoria: Johansson, Longo Broghini, Vos e Stevens. Longo Borghini prima e Stevens poi hanno provato ad attaccare nei chilometri finali, ben sapendo di non essere all'altezza di Vos e Johansson in uno sprint ristretto. La svedese e l'olandese stanno a guardare, andando a riprendere le compagne di fuga, quindi giocando ognuna le proprie carte. Emma Johansson cerca la vittoria del cuore, parte ai 250 metri, Marianne Vos la trafigge, impietosa, andandosi a prendere la terza Durango-Durango in quattro anni (nel 2012 vinse Emma Pooley, oggi assente).

Evie Stevens completava il podio, regolando la Longo Borghini a 2", quindi Ashleigh Moolman chiudeva 5a a 21" dalla Vos. Annemiek Van Vleuten regolava il gruppetto, giunto a 28", con Ellen Van Dijk, Rossella Ratto (buonissimo il suo 8° posto), Alena Amialiusik e Tiffany Cromwell a completare la top ten. Da segnalare il rientro in gruppo di Sharon Laws, che a marzo si era fratturata una vertebra e la clavicola durante un allenamento. La britannica della Lotto Belisol concluderà la prova in 40a piazza.

Da domani si smette di scherzare, inizia la stagione delle grandi corse a tappe (oddio, grandi... purtroppo siamo costretti a dire medie), con Emakumeen Bira, quindi Giro del Trentino, Giro Rosa, Thüringen Rundfahrt e Route de France, solo per citare le più imminenti.

La corsa basca (saranno quattro tappe, di cui una a cronometro), spesso corsa sotto la pioggia, non è certo avara di salite e se Stevens, Moolman e Longo Borghini andranno come oggi sarà dura batterle anche per Emma Johansson e Marianne Vos, che pure qui ha già dominato nel 2008 e nel 2011. Al via anche Anna Van der Breggen, a Durango solo 17a, Tiffany Cromwell, una affidabilissima Rossella Ratto, Trixi Worrack ed Ellen Van Dijk che hanno dimostrato di avere una condizione davvero buona.

Occhio a Marta Bastianelli per gli arrivi veloci (al Tour Languedoc Roussilon ha vinto una tappa ed ha colto un secondo posto), ad una Francesca Cauz che nei Paesi Baschi si trova chiaramente bene (nel 2012 fu 13a e 12a di tappa, a Durango ha chiuso al 15° posto), ad una Elena Berlato alla ricerca di se stessa, ad una Fabiana Luperini che qualcosa tenterà di sicuro su queste salite che conosce a menadito, essendo lei l'ultima vincitrie italiana dell'Emakumeen Bira (correva l'anno 2006).

Attenzione anche a Lorena Vargas, colombiana che ha ben figurato ad inizio anno a El Salvador, all'esordio europeo con la divisa della Pasta Zara-Cogeas-Manhattan (nella squadra di Fabretto ci saranno anche la Campionessa d'Italia Giada Borgato e Rossella Callovi), oltre all'argento olimpico su strada Lizzie Armitstead, a Durango sottotono così come la più giovane Jessie Daams (hanno chiuso 18a e 19a, rispettivamente).

Noemi Cantele ed Alena Amialiusik potranno fare davvero bene - la bielorussa già a Durango ha saputo restare a lungo con le migliori - e negli arrivi veloci, che saranno tutti da sudare, ci sarà l'affidabilissima Simona Frapporti. Mancherà la campionessa uscente Emma Pooley, decisamente meno impegnata con la Bigla in questo 2013: insieme ad Amialiusik, Stevens, Moolman, Johansson, Vos e Longo Borghini avrebbe sicuramente ben figurato, forse pure vinto, chi lo sa.

Parrebbe scontato pronosticare Marianne Vos come vincitrice per della 26a Emakumeen Bira e forse nemmeno troppo realistico: Stevens e Longo Borghini in salita hanno dato ulteriore prova di poter staccare anche la numero uno al Mondo. E chissà che proprio l'ornavassese non si faccia carico dell'eredità di Fabiana Luperini (peraltro esercizio che sta già compiendo da un anno abbondante), riportando in Italia l'Emakumeen Bira dopo sette anni.

Francesco Sulas

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