Giro d'Italia 2013: Quelle ambizioni messe in freezer - Per Scarponi e Gesink una giornata no
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- Rigoberto Urán Urán
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A guardare l'andamento della quattordicesima tappa, sembra che gli effetti infausti di venerdì 17 si siano presentati in lieve ritardo. Tralasciando il discorso sulle modifiche della tappa, già ben analizzate, l'attenzione è indirizzata su chi, fra i 180 arrivati, ha maggiormente deluso le aspettative.
È inevitabile iniziare il riepilogo da Robert Gesink; l'uomo della Blanco, arrivato al Giro d'Italia carico di aspettative e curiosità degli appassionati, aveva sinora palesato una condizione positiva che lo aveva portato alla quarta posizione nella generale, a 2'12" dalla maglia rosa e a soli 8" dalla terza piazza. La tappa di oggi ha rappresentato per l'olandese il consueto punto di svolta della corsa: in ognuna delle altre grandi corse a tappe disputate il classe 1986 ha affrontato una crisi in almeno una frazione, perdendo irrimediabilmente contatto dalle posizioni del podio.
Al Giro 2013 possiamo dire che l'ascesa dello Jafferau è stata la salita che ha cambiato le sorti del corridore. Dopo essersi staccato sin dalle prime rampe, il nativo di Varsseveld è arrivato al traguardo al 35° posto con un pesante ritardo da Santambrogio, pari a 4'16". La sua scalata - o sarebbe meglio dire, il calvario - è stata accompagnata dal terzetto di fidati gregari, per la precisione Juan Manuel Garate, Wilco Kelderman e Steven Kruijswijk, segno che, come detto prima del via da Napoli, la squadra olandese lo aveva circondato da gregari di altissima qualità.
Sarà per il freddo estremo - la sua magrezza è simile a quella di Hesjedal e Wiggins... - oppure sarà per le mancanze a cui non ha saputo far fronte, ma l'ex promessa del ciclismo batavo ora si trova in undicesima posizione nella generale, a 6'40" dal podio e a quasi 4' dal podio. Con un trend in discesa, come la sua condizione.
L'altro grande sconfitto di tappa è Michele Scarponi. Il portacolori della Lampre è, solitamente, a suo agio con freddo e pioggia, condizioni presenti lungo tutto il percorso della tappa odierna. Tuttavia il marchigiano si è staccato nella salita finale a causa dell'elevato ritmo impresso da Danilo Di Luca per il proprio compagno Santambrogio, riducendo le speranze per i propri numerosi tifosi.
Alla fine, il filottranese ha perso relativamente poco rispetto a quanto si poteva presumere, giungendo diciottesimo a 1'28" dal vincitore. Rispetto alla tappa dell'Altopiano di Montasio di martedì, il fidato Przemyslaw Niemec è stato lasciato libero di fare la propria corsa, arrivando 20" davanti al capitano, segno tangibile del fatto che la condizione di Michele non sia ottimale. In classifica Scarponi ora paga 3'53" da Nibali e la sua quinta piazza viene insidiata da atleti più in forma come Pozzovivo e Betancur.
Le immagini del dopo tappa, in cui si è visto il capitano della formazione di Saronni avere gravi problemi di freddo - che l'hanno costretto a riscaldare le proprie mani sulle guance del massaggiatore - lasciano cattive sensazioni per le prossime tappe del Giro, soprattutto per la frazione domenicale in territorio francese.