Giro d'Italia 2013: Sky, Lampre, AG2R, è gioco delle coppie - L'importanza di avere una seconda punta
Il primo arrivo in salita di questo Giro d'Italia, fissato sull'Altopiano del Montasio, ha vissuto una vigilia d'attesa, alimentata anche dal fatto di essere collocato dopo la prima giornata di riposo, in cui ci si interrogava su quel che sarebbe potuto accadere, sul come si sarebbero mossi i vari team e se le gerarchie iniziali sarebbero state mantenute oppure stravolte dalla strada. Ora che la frazione si è conclusa possiamo dire con certezza che alcune indicazioni interessanti sono giunte e ribadito una volta di più l'importanza per alcuni team di poter godere di ben due corridori in grado di restare nelle parti alte della classifica invece che di uno solo.
Non possiamo non iniziare le nostre considerazioni dal Team Sky: sullo squadrone britannico tanto si è detto in questa prima settimana tra inconvenienti occorsi a Bradley Wiggins, scelte tattiche considerate discutibili e la necessità di tentare qualcosa di nuovo per poter rimettere in sesto o addirittura sovvertire una corsa rosa immaginata indubbiamente diversa a questo punto nelle attese della vigilia. Oggi possiamo dire che il team di Dave Brailsford si è mosso con assoluta intelligenza, decidendo di non restare ancorato al solo Wiggo ma di provare a movimentare le acque con la seconda punta designata, vale a dire Rigoberto Urán.
Una mossa che ha dato i suoi frutti, dal momento che il talentuoso colombiano non solo ha sorpreso con furbizia il plotone, sfruttando la presenza di una galleria all'inizio della salita conclusiva, ma la sua azione ha sicuramente portato scompiglio in gruppo, approfittando del fatto che in quel frangente di gara Nibali si era trovato a corto di uomini (il solo Agnoli, bravissimo peraltro, si è incaricato dell'inseguimento per circa metà salita) ed un ulteriore ritardo nell'organizzazione (scongiurato per qualche chilometro anche dall'azione di Di Luca, in appoggio a Santambrogio) avrebbe portato il vantaggio a proporzioni interessanti (ad un certo punto si è arrivati a sfiorare il minuto). Nonostante i durissimi chilometri conclusivi, l'azione di Urán ha avuto buon gioco e, oltre al successo di tappa, ha portato in dote al colombiano anche un interessante pieno di abbuoni (25" in totale tra arrivo e l'interessante traguardo volante di Sella Nevea, posto a 4 chilometri dalla conclusione) oltre ai 31" guadagnati sul gruppo Nibali che gli ha permesso di risalire la classifica fino alla terza posizione, dove ora il distacco di Rigoberto dallo Squalo dello Stretto è di 2'04".
Un'azione che, se vogliamo, si è rivelata una manna dal cielo per il team britannico, che ha visto Bradley Wiggins perdere terreno anche quest'oggi, accusando la durissima rampa al 20% posta a circa 4 chilometri dalla conclusione in cui il passo di Nibali, Evans & co. si è fatto insostenibile per lui. Wiggo ha faticato ma non è andato alla deriva, trovando per strada anche la compagnia di Intxausti ed è riuscito a limitare il suo ritardo a 37" dal gruppetto della maglia rosa. Un altro segnale non troppo confortante, dopo che la Sky aveva lavorato a lungo nel corso della tappa, trainando il plotone dal Cason di Lanza fino alla salita conclusiva e dove si è rivisto finalmente anche un Cataldo in buona forma, dopo i problemi gastrointestinali dei giorni scorsi (l'abruzzese ha poi chiuso 17esimo a 2'11" dal compagno Urán).
La classifica generale recita ora quindi un Wiggins in quarta posizione con un ritardo di 2'05" da Nibali, appena un secondo dietro il suo compagno di squadra Urán e quindi in una posizione assolutamente strategica. Se infatti il campione britannico da un lato potrebbe apparire più vulnerabile (ed inevitabilmente un ruolo importante lo giocheranno anche le condizioni meteo dei prossimi giorni), dall'altro il poter disporre di un compagno di team in grado di fare la differenza in salita potrebbe diventare uno dei fattori decisivi di questa corsa rosa, facendo magari cadere in pericolose e fatali trappole qualcuno dei pretendenti al successo finale. Di sicuro uno degli obiettivi di Wiggo da qui in avanti sia quello di riuscire a non perdere più le ruote del gruppetto Nibali o magari di trovare finalmente la gamba adatta per poter agire in prima persona, dal momento che la cronoscalata da Mori a Polsa dell'ultima settimana, prima del gran finale, potrebbe consentirgli di infliggere pesanti distacchi a tutti.
Ci si chiede inoltre cosa avrebbe potuto ulteriormente fare quest'oggi la Sky se avesse potuto contare anche su un Sergio Henao in ottima condizione e che invece ha avuto una giornata negativa, risultando così l'uomo in meno del team britannico (in difficoltà già sul Cason di Lanza, è riuscito poi a rientrare salvo perdere nuovamente contatto e terminare 19esimo a 3'14"). Può darsi che il secondo grimpeur colombiano stia accusando un po' le fatiche di una primavera che l'ha visto protagonista anche sulle Ardenne, tuttavia la sua posizione in classifica generale (12esimo a 5'06") lo mette ancora nelle condizioni di fungere da interessante testa di ponte con qualche azione da lontano, anche se è presumibile che nella situazione attuale sia sempre più destinato a stare accanto a Wiggins in determinati frangenti della tappa.
Chi ha già palesato interessanti intenzioni bellicose è indubbiamente l'AG2R-La Mondiale che può disporre di due tra i "camosci" più attesi di questo Giro. La tappa odierna si presentava adattissima alle caratteristiche di Domenico Pozzovivo per via delle severe pendenze da affrontare nel finale e lo scalatore lucano non si è tirato indietro, attaccando nel tratto più duro dell'ascesa verso il Montasio. Un'azione attesa ma che non è riuscita a sortire appieno gli effetti sperati, anche per via di un rapporto - come ha ammesso lo stesso Pozzovivo nel dopo gara - troppo duro e quindi inadatto ad un certo tipo di pendenze. Il corridore lucano è stato così raggiunto dal gruppetto di Nibali ed Evans a due chilometri dalla conclusione ed ha proseguito con loro fino al traguardo. Un'azione che ha comunque permesso a Pozzovivo di risalire dalla quindicesima alla nona posizione della generale ed il distacco da Nibali (4'17" per la precisione) può consentirgli ancora di tentare assalti, anche a diversi chilometri dal traguardo. Per Pozzovivo comunque l'obiettivo primario resta quello della vittoria di tappa, da affiancare a quella ottenuta a Lago Laceno lo scorso anno e le ostiche frazioni del fine settimana con arrivi allo Jafferau e sul Galibier (particolarmente sentite soprattutto dal team) potrebbero essere ideali per esaltarne le doti.
Con perfetta sincronia poi nella giornata di oggi all'azione di Pozzovivo ha fatto seguito quella di Carlos Betancur, scattato a 1600 metri dalla conclusione una volta ripreso il lucano ed andato in caccia di Urán, anche se le dichiarazioni del dopo-gara non hanno fatto palesare la convinzione che c'era stata, ad esempio, a Firenze in cui il difetto di comunicazione l'aveva portato ad una vana esultanza per la piazza d'onore. Dopo aver pagato pesantemente dazio nella cronometro però, Betancur sembra tra coloro che la catena la sentono meno in questo momento ed il suo distacco in classifica generale (14esimo a 5'26") può consentirgli di godere ancora di discreta libertà da parte dei big e consentirgli di provare concretamente non solo a rientrare in top-ten ma anche di centrare quel sospirato successo di tappa (che per lui sarebbe il primo al Giro) tanto inseguito in queste ultime giornate. Inutile dire poi come sia Pozzovivo che Betancur possano rivelarsi utili alleati anche per chi come Nibali o Evans ha necessità di mettere ancora una buona distanza tra loro e Wiggins, salvo naturalmente rovinosi crolli del britannico.
Di due corridori nelle prime dieci posizioni dispone anche la Lampre, nonostante il primo arrivo in quota non abbia propriamente fornito le risposte attese: Michele Scarponi infatti non è stato in grado di tenere il ritmo imposto da Nibali nel momento in cui si produceva l'attacco di Pozzovivo ed è stato così costretto a salire del suo passo, sopravanzato anche da Wiggins che pure ha accusato le micidiali pendenze del Montasio. In suo soccorso è giunto il proverbiale aiuto di Przemyslaw Niemiec, avvezzo già da varie stagioni a questo ruolo e considerato già ad inizio Giro la principale spalla del marchigiano in questo genere di tappe (nel team di Saronni, già forzatamente orfano di Cattaneo, da rimarcare anche la buona prova odierna di Serpa). Scarponi, già attardo in quest'inizio di corsa rosa ma poi abile a recuperare terreno con l'ottima crono disputata tra Gabicce e Saltara, perde quindi una posizione rispetto al mattino (ora è sesto a 2'13") e avrà necessità di attaccare, con la consapevolezza che il podio è racchiuso in pochissimi secondi (appena 9) ma i progetti di assalto possono rimanere ancora intatti, visto il terreno ancora a disposizione per tentare sortite.
Di certo la prova odierna non è stato uno dei segnali più incoraggianti ma anche la presenza di Niemiec, anch'egli ancora in top-ten (8° a 3'35"), può consentire al team di avere un solido corridore a supporto di Scarponi, da lanciare magari anche all'attacco in determinati frangenti (un po' com'è accaduto quest'oggi con gli AG2R) o di avere addirittura una seconda alternativa in caso di giornata fortemente negativa dell'Aquila di Filottrano. E' però fuor di dubbio come per Scarponi i discorsi di classifica siano ancora prioritari rispetto a quelli inerenti la ricerca del successo di tappa e le prossime giornate ci daranno sicuramente ulteriori risposte in merito.
In conclusione si può quindi osservare quanto la presenza della doppia punta possa risultare decisiva negli equilibri della corsa e se corridori come Nibali (se quella odierna per Kangert sia una passeggera giornata poco brillante) o Gesink (che può contare sull'apporto di Kruijswijk e all'occorrenza del giovane Kelderman) potrebbero avere un fondamentale aiuto nella gestione di determinate situazioni, per altri come Evans (finora molto brillante ma costretto, come già in passato, a sfangarla principalmente da solo), Majka (in piena lotta per la maglia bianca) o Kiserlovski (che punta ad un posto tra i primi 10), tra i principali indiziati a ritrovarsi isolati ad un certo punto della gara sarà importantissimo gestire ottimamente il momento. Giocando a loro volta un ruolo decisivo nell'economia della gara.