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Giro d'Italia 2013: Il sogno rosa di Salvatore - Puccio, il suo talento e quest'inattesa ribalta

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Salvatore Puccio in maglia rosa sul podio di Forio © skysports.com

«Mi manda Wiggo». Questo deve aver pensato, senza dirlo, Salvatore Puccio mentre sul palco di Forio, sull'isola di Ischia, veniva premiato con la sua prima maglia d'oro in carriera. Una maglia inaspettata, una gioia improvvisa, dirà l'atleta della Sky a fine gara.

Improvvisa, questa maglia, non tanto perché gli Sky non fossero tra i principali favoriti della prova contro il tempo di Ischia - anzi! - ma perché loro stessi, programmatori infallibili di ogni mossa dei loro portacolori, avevano fatto male i calcoli. Wiggins, infatti, aveva dato il via libera a Dario Cataldo perché l'abruzzese passasse per primo sul traguardo, vestendo così la maglia rosa.

Non sapevano che un altro italiano, Salvatore Puccio appunto, era messo meglio di Cataldo in classifica, avendo chiuso la prima tappa al 33° posto (l'abruzzese Campione d'Italia a crono era stato 84° sul traguardo di Lungomare Caracciolo).

Nato il 31 agosto 1989 a Menfi, Agrigento, Salvatore Puccio inizia a gareggiare in bicicletta all'età di 8 anni e nel 2002 si trasferisce con la famiglia a Petrignano di Assisi, in Umbria. Vittorie su vittorie da Allievo e Junior con l'UC Petrignano, poi passa tra gli Under 23, nel 2008.

Tre anni con la Monsummanese-Bedogni ma la consacrazione arriva nel 2011, all'Hopplà di Riccardo Forconi. L'ex professionista vede in Salvatore Puccio un atleta di quelli che raramente ti capita di avere in squadra. Forconi uno con le qualità di Puccio diceva di non averlo mai avuto. Le aspettative sull'umbro-siciliano sono enormi, Salvatore ricambia l'enorme fiducia con otto presenze sul podio e cinque vittorie stagionali.

Non è tanto la quantità che impressiona, quanto la qualità. Nel 2011, oltre al Giro delle Colline Chiantigiane, al Trofeo Adolfo Leoni ed alla Firenze-Viareggio arriva infatti una tappa, quella di Montecatini, nel Toscana-Terra di Ciclismo (Coppa delle Nazioni). Il botto Puccio lo fa al Giro delle Fiandre Beloften; gara vinta solamente nel 2004 da Giovanni Visconti (dopo quell'edizione mai più un italiano sul podio), rivede un azzurro sul gradino più alto del podio.

Puccio s'inserisce in una fuga a sei nata dopo l'Eikenberg. Ai -9 km, pur avendo nel gruppo Matteo Trentin su cui contare, Puccio, il cui spunto veloce non basterebbe ad aggiudicarsi la corsa, se ne va da solo. Sul traguardo di Meerbeke Puccio lascia gli immediati inseguitori a 18", riportando in Italia il Fiandre riservato agli Under 23.

La Sky lo tiene d'occhio e dal 2012 lo inserisce nella rosa. Non che Puccio fatichi troppo a farsi vedere e già il 7 febbraio al Trofeo Deià ottiene un 6° posto in una volata in leggera salita. Piazzamenti che arrivano, vittorie che arriverebbero. Ad esempio al Critérium International, dove nella prima tappa Laurent Mangel fa rovinare a terra Puccio a 50 metri dallo striscione d'arrivo, quando l'italiano avrebbe avuto grandissime possibilità di vittoria.

Arriva però un terzo posto al Tour de Suisse, nella 5a tappa, la Trimbach-Olten-Gansingen vinta da Isaichev. la stagione viene archiviata come un ottimo esordio ed in questo 2013 Puccio riparte con le Classiche nel mirino, ben sapendo che nella Sky ci sarà spesso da lavorare per i capitani. Alla Sanremo corre bene, poi cade nella discesa del Poggio ed è comunque 42°, piazzamento che ripete alla Dwars door Vlaanderen vinta da Oscar Gatto.

Non doveva correre il Giro, almeno nei programmi iniziali del Team Sky. Però «sono andato molto bene, soprattutto al Fiandre, e la squadra mi ha proposto questo cambio di programma». E così Puccio l'isolano, che al Giro nemmeno doveva prendere parte, si ritrova vestito di rosa nella cornice bellissima di Ischia. Il sogno, a brevissimo termine, è tenere la maglia fino alla crono di Saltara, perché dopo (e durante), inutile nasconderlo, ci sarà da lavorare per il vero capitano, Bradley Wiggins.

Il gregariato per imparare a vincere anche tra i grandi, questo non lo dirà mai Salvatore Puccio, timido e pudico, ma nella sua testa di atleta forte e vincente un pensiero simile non può non esserci. Specie a 23 anni, specie con una maglia rosa finitagli addosso quasi per sbaglio, in una lieta sorpresa, un via libera dato da Wiggins a Cataldo e finito per rendere felice Salvatore, che il Giro non doveva nemmeno correrlo.

Chi l'ha tenuto d'occhio negli anni passati non lo perda di vista nelle stagioni che verranno, Salvatore Puccio. La maglia rosa, simbolica finché si vuole e premio per la costanza di questo corridore, è soltanto un punto di partenza.

Francesco Sulas

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