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Tour of Turkey 2013: Vola Berhane, sogna l'Eritrea - Natnael vince sulla salita di Göğübeli e va in testa alla generale

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L'etiope Natnael Berhane s'impone nell'arrivo in salita di Göğübeli © Tour of Turkey/Hakan Seker

dal nostro inviato

 

Grandissima sorpresa al Giro di Turchia con la tappa regina della corsa che è andata, per dirla alla De Zan padre, al carneade Natnael Berhane. Il giovanissimo corridore eritreo, 22 anni compiuti a gennaio, si è imposto con pieno merito al termine di un'azione prepotente andando così a conquistare il suo primo successo da professionista dopo diverse vittorie di secondo piano nel continente africano quando non era ancora sotto contratto con la Europcar. Il corridore eritreo si è giocato la tappa assieme a Seeldrayers, Sayar e Mederel.

I tre corridori si erano avvantaggiati negli ultimi durissimi chilometri del Gogubeli, salita introdotta l'anno scorso nella corsa turca e che fa fare una brutta fine a chi la prende sotto gamba. Del quartetto di corridori non di grido, fatta eccezione per il belga dell'Astana, Berhane è stato colui che ha meritato più di ogni altro: ha allungato più volte fino a selezionare i migliori in salita, ha controllato gli avversari col piglio di chi ne ha di più e infine negli ultimi 100 metri ha piazzato uno scatto irresistibile che ha fatto il vuoto.

L'eritreo ha inflitto 6 secondi a Seeldrayers e al turco Sayar che a tratti aveva dato alla sua squadra l'illusione di poter bissare, stavolta però in modo pulito (si suppone), il successo ottenuto lo scorso anno. Mederel della Sojasun, che accarezzava il sogno di raggiungere l'apice della sua carriera trascorsa all'ombra, si è invece piantato accumulando un distacco di ben 16" in pochi metri. Ma in tanti hanno patito gli ultimi chimoletri della salita a partire dal favorito Atapuma della Colombia finito in nona posizione dietro ad altri avventurieri come Bagot, Sutherland e Meyer.

Gli unici italiani rimasti fino a metà salita nel gruppo di testa composto da una ventina di corridori sono stati Angelo Pagani e Luca Mazzanti. Il corridore bolognese, che quest'anno ha corso poco, si è difeso come ha potuto arrivando infine 18°, mentre Pagani ha cercato di ottenere qualcosa di più rispetto al 13° posto finale. L'atleta lombardo ha infatti attaccato a 5 km dalla fine provando a riportarsi su Seeldrayers e Berhane, ma una volta colmato il gap ha pagato a caro prezzo lo sforzo andando a piantarsi ai -2 dall'arrivo quando era stato raggiunto anche da Seyar, Atapuma e Mederel. Troppo forte il ritmo imposto da Seyan e Berhane, emblemi di un nuovo ciclismo che avanza e riesce a trovare spazio in certe corse. Per l'atleta lombardo della Bardiani ci sono comunque altre occasioni per provare a vincere una tappa e conquistare magari la convocazione al Giro d'Italia come ci aveva confessato alla partenza di oggi da Antalya.

Per i colori italiani altra magra consolazione la conquista della maglia di leader dei gran premi della montagna da parte di Mauro Finetto. Il corridore giallofluo ha beccato la fuga giusta in compagnia di Thurau, Marycz e Gretchyn e raggranellando più punti nei tre GPM posti lungo i 153 km della tappa avrà la possibilità di battagliare nei prossimi giorni per tentare di portare a casa una delle quattro maglie del Tour of Turkey.

Da domani la corsa turca regala altri due giorni agli attaccanti di giornata o ai velocisti (ma non a Bos e Renshaw, non partiti, e al nostro Danilo Napolitano, ritirato a causa delle botte alla spalla e al viso) prima di decidere la classifica generale nell'inedito arrivo in salita della tappa numero 6. Li ci sarà la resa dei conti tra il nuovo leader Berhane e i protagonisti di oggi. Una decina di corridori possono ancora sperare in un ribaltamento e la grande sorpresa odierna lascia spazio alla fantasia di tutti anche se il numero finale che ha fatto l'eritreo resta veramente difficile da imitare.

Marco Fiorilla

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