Giro del Trentino 2013: Santaromita, oggi è tutta vita! - Battuti in fuga Tiralongo e Scarponi nella terza tappa
- Giro del Trentino 2013
- AG2R La Mondiale 2013
- Androni Giocattoli - Venezuela 2013
- Astana Pro Team 2013
- BMC Racing Team 2013
- Colombia 2013
- Lampre - Merida 2013
- Sky ProCycling 2013
- Team NetApp - Endura 2013
- Vini Fantini - Selle Italia 2013
- Alexsandr Dyachenko
- Antonio Piedra Pérez
- Bradley Wiggins
- Cadel Evans
- Cayetano José Sarmiento Tunarrosa
- Dario Cataldo
- Domenico Pozzovivo
- Emanuele Sella
- Enrico Battaglin
- Fabio Andrés Duarte Arevalo
- Fabio Aru
- Fabio Felline
- Ivan Santaromita
- Kanstantsin Siutsou
- Kristijan Durasek
- Matteo Rabottini
- Mauro Santambrogio
- Maxime Bouet
- Michael Rodríguez Galindo
- Michele Scarponi
- Miguel Ángel Rubiano Chávez
- Paolo Tiralongo
- Pierre Rolland
- Przemyslaw Niemiec
- Stefano Locatelli
- Stefano Pirazzi
- Tanel Kangert
- Vincenzo Nibali
- Uomini
Nella giornata considerata interlocutoria tra i due arrivi in salita dello scintillante Giro del Trentino 2013, era immaginabile - vista la conformazione del percorso - che una bella fuga di seconde linee potesse muoversi con qualche interessante chance di arrivare al traguardo. È esattamente quello che è successo oggi, anche se si fa fatica a considerare "seconda linea" un corridore come Scarponi che, per quanto possa essere finito fuori classifica ieri, resta pur sempre il capitano in pectore della Lampre che affronterà l'imminente Giro d'Italia (a meno di sorprese...). Proprio lui è stato tra gli animatori dell'azione che ha caratterizzato la giornata, anche se non ha vinto, perché il successo ha arriso a Ivan Santaromita, uno di quei corridori che senti sempre citare quando segui le gare, ma che non vedi mai su un palco delle premiazioni: grande gioia per lui, quindi, e di riflesso anche per noi, perché quando vince un gregario vince tutto il ciclismo (questo lo possiamo rivendere come slogan elettorale a qualche prossimo candidato ad alte cariche...).
Fatta e conclusa la premessa, veniamo alla descrizione della frazione. Appena il gruppo si è mosso da Pergine Valsugana, Dario Cataldo e Fabio Felline si sono involati verso una fuga che li ha visti guadagnare rapidamente fino a cinque minuti (5'02" al km 34, per la precisione); il problema per i due avventurieri è stato che sulla salita di Fai della Paganella, Gpm piuttosto duro per quanto lontano dal traguardo, la lotta in gruppo si è infiammata, non tanto per le posizioni di alta classifica, quanto per quegli uomini già respinti dalla frazione di ieri, o per luogotenenti in cerca di fortuna.
Così dal plotone sono emersi in nove, prima Tiralongo, Durasek, Piedra e Stefano Locatelli, poi anche Scarponi, Sella, Santaromita, Kangert e Sarmiento. Addirittura due uomini Astana (Tiralongo e Kangert), presagio - chissà - di qualche idea strana di Nibali: questo il sospetto che ha agitato la mente di Wiggins e dei suoi, allorché la Sky si è messa a tirare per inseguire e tenere entro limiti accettabili il gap dai 9, i quali nel frattempo hanno raggiunto Cataldo e Felline già lungo la salita (i quali si sarebbero staccati parecchio più avanti, a circa 60 km dal traguardo).
Finché la Sky ha tirato, il margine tra i battistrada e gli inseguitori non ha superato il minuto e mezzo; ma poi una noia meccanica ha obbligato allo stop (sul Ballino) proprio Wiggins, sicché, nell'attesa che Sir Bradley risolvesse i problemi alla bici, i suoi compagni si sono rialzati; e la fuga ha potuto finalmente prendere un respiro più ampio.
I 3'40" di vantaggio massimo toccati al km 118 (subito dopo la resa di Cataldo e Felline), sulla salita della Molina di Ledro, autorizzavano buone speranze per qualcuno degli attaccanti, visto il valore delle forze in campo nel drappello di testa. E in effetti, malgrado i tentativi di ricucire operati da Colombia, AG2R (squadra del leader Bouet) e NetApp, i 9 superstiti hanno ben resistito, tutti insieme e con un vantaggio rassicurante, fino all'ultima salita di giornata, quella di Daone.
Qui Locatelli, Sella, Piedra e Durasek hanno presto gettato la spugna, fiaccati dal ritmo di Scarponi che poi (a un chilometro dalla vetta) ha attaccato in maniera energica, facendo fuori anche gli altri quattro compagni di fuga. Tra questi, Tiralongo è rimasto comunque sempre abbastanza vicino al marchigiano, ed è rientrato su di lui ancor prima del transito sotto lo striscione del Gpm (posto a 16 km dalla fine); e anche Santaromita, pur avendo perso un po' più terreno, è riuscito a riportarsi sugli altri due allo scollinamento.
Il terzetto che si è così formato ha trovato subito un accordo (del resto le chance di vittoria erano più o meno al 33,333% per ciascuno dei tre) e ha avuto buon gioco nel tener dietro i primi inseguitori (Sarmiento, e più indietro Piedra e Locatelli, andatisi a comporre in terzetto a soli 2 km dal traguardo, mentre gli altri venivano ripresi dal gruppo) e ovviamente anche il plotone. A nulla son serviti un paio di tentativi di Pirazzi a Daone (il primo con Santambrogio, il secondo da solo), così come a nulla è servito l'allungo di Fabio Duarte agli 8 km.
Ancora Pirazzi, nel finale, è scattato dal gruppo per andare a conquistare il settimo posto in solitaria (col suo compagno Battaglin che vinceva la volatina per l'ottavo posto, sulla coppia Androni Sella-Rubiano e su quella Fantini Santambrogio-Rabottini). Ma queste son quisquilie, più importante è spiegare come Santaromita abbia indovinato lo sprint giusto per vincere, mettendosi in scia a Tiralongo che ha lanciato la volata (mentre Scarponi, in terza ruota, ha praticamente subito preso il buco, uscendo dalla contesa). Il varesino della BMC ha così alzato le braccia per la prima volta da professionista, anche se aveva già vinto una corsa, la Settimana Coppi e Bartali 2010 (ma senza poter esultare su un traguardo).
Una bella soddisfazione per uno dei gregari più affidabili del gruppo, pronto a stare al fianco di Cadel Evans al prossimo Giro d'Italia, dopo aver vissuto oggi a Condino questa meritata giornata di gloria personale. Stesso discorso si potrebbe fare per Tiralongo (in rapporto al suo capitano Nibali), mentre Scarponi ha dato un importante segno di vitalità all'indomani della débâcle di Vetriolo Terme. Non ha certamente la gamba dei giorni migliori e probabilmente non ce l'avrà nemmeno nella corsa rosa, ma il carattere è sempre lo stesso: battagliero e subito pronto a reagire a una giornata storta.
Il quarto posto se l'è preso Locatelli su Sarmiento e Piedra (a 34" dai primi), quindi Pirazzi è giunto a 1'12" e il gruppo a 1'23". La classifica cambia relativamente, nel senso che sono saltati Kochetkov (che in seguito alla fuga bidone del primo giorno era ancora terzo) e Michael Rodríguez (che era sesto), ma Maxime Bouet conserva saldamente il primato con 3'19" su Siutsou, 3'48" su Wiggins, 3'57" su Nibali e 4'06" su Santambrogio. Più indietro Aru, Dyachenko, Pirazzi, Rolland e Niemiec, con Evans appena fuori dalla top ten (a 5'03" dalla maglia ciclamino).
La tappa di domani non solo sarà quella decisiva, ma anche quella definitiva, in quanto ultima: da Arco a Sega di Ala, 167 km che vedono concentrate nel finale le difficoltà altimetriche: prima la salita di Brentonico (8 km di scalata, vetta ai -34), quindi l'arrivo in quota a Sega di Ala, colle di 14 km sulla cui durezza si favoleggia da tempo. Vedremo se Bouet saprà difendere il suo primo posto in classifica, vedremo se Wiggins interpreterà una gara d'attacco o se giocherà di rimessa attendendo le mosse di un Nibali che certamente - vista anche la forza della sua Astana - qualcosa tenterà per rovesciare il tavolo. Vedremo poi se Santambrogio confermerà i progressi esibiti in salita, se il giovane Aru terrà, se i più esperti Evans e Basso saranno all'altezza della situazione.
Non vedremo invece Domenico Pozzovivo, che un anno fa vinse il Giro del Trentino, ma che non potrà ripetersi visto che oggi si è ritirato in seguito a una caduta dopo 7 km di gara. Sperava di cavarsela con una semplice contusione al gomito, e invece le radiografie hanno evidenziato anche fratture a un paio di costole. Il che non dovrebbe mettere in dubbio la sua partecipazione al Giro d'Italia, ma di sicuro lo fa fuori dalla Liegi-Bastogne-Liegi in cui avrebbe dovuto esordire domenica.