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Freccia del Brabante 2013: Sagan non teme l'uno contro tutti - Tanto lavoro, poi piega Gilbert. Leukemans terzo

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Per Peter Sagan un'altra vittoria di peso: la Freccia del Brabante è sua © BettiniphotoChiusura della prima parte delle grandi classiche di stagione o inizio della campagna delle Ardenne: comuque la si giri, o se la si vuole vedere come un ideale punto di continuità tra questi due periodi chiave dell'annata ciclistica, la Freccia del Brabante non poteva chiedere un vincitore migliore di Peter Sagan per rappresentare al meglio quanto detto in precedenza.

In poco meno di tre mesi di competizioni Sagan ha già portato a casa la bellezza di otto successi contando anche quello odierno. Più che i numeri, però, fanno impressione lo stile con cui ha ottenuto queste vittorie e sopratutto il ruolino di marcia tenuto dal fenomeno della Cannondale nelle corse di un giorno: ha iniziato con una vittoria a Camaiore, poi secondo alla Strade Bianche, alla Sanremo e a Harelbeke, primo alla Gand-Wevelgem, ancora secondo al Fiandre e oggi di nuovo primo alla Brabantse Pijl; è vero, sono mancati i Monumenti, ma è un bottino assolutamente invidiabile.

A questo punto dobbiamo anche considerare che per Sagan il bello non è ancora finito: dopo essere rimasto a casa a riposare domenica scorsa saltando la Paris-Roubaix, tra quattro giorni sarà al via da grandissimo favorito all'Amstel Gold Race, corsa che sfiorò già l'anno scorso, e chissà che poi non voglia andare a misurarsi con convinzione anche alla Freccia Vallone e alla Liegi. Dopo la vittoria odierna è stato lui stesso a definire la Doyenne come troppo dura per le sue caratteristiche, ma il nuovo percorso senza la Roche-aux-Faucons sembra davvero un invito a nozze.

E poi da uno con il carattere di Sagan non si sa mai cosa aspettarsi, tanto che oggi ha iniziato a dare spettacolo già prima che la corsa iniziasse: alla presentazione delle squadre di questa mattina a Leuven il 23enne della Cannondale s'è reso protagonista di un altro siparietto con l'ormai celebre miss Maja salendo sul palco con un mazzo di fiori a ribadire ulteriormente le sue scuse per l'episodio del Fiandre. Poi la corsa è partita e per qualche ora sono stati gli utenti dei social network a potersi godere un po' la scena.

Per vedere andare via la prima vera fuga di giornata ci sono voluti ben 46 km percorsi di buona lena: Kenny DeHaes (Lotto Belisol), Nikolas Maes (Omega Pharma), Ben Hermans (RadioShack), Youcef Reguigui (MTN Qhubeka), Jan Ghyselinck (Cofidis) e Philip Deignan (UnitedHealthcare) sono riusciti a guadagnare poco più di quattro minuti sul gruppo anche se in seguito lo scarto s'è stabilizzato attorno ai 3'30".

A spegnere gli entusiasmi del sestetto al comando ci hanno pensato soprattutto la Garmin e la Vacansoleil che a 70 km dall'arrivo avevano già abbattuto il gap a meno di un minuto e mezzo. Entrati nell'impegnativo circuito finale attorno a Overijse la gara s'è movimentata ed è stato un continuo assistere ad attacchi, contrattacchi o semplici forcing in testa ai gruppo. Il primo a scattare con decisione è stato Marco Marcato ai meno 52: il veneto della Vacansoleil non è riuscito a fare il vuoto alle spalle perché la Cannondale ha chiuso con attenzione, ma nelle retrovie il plotone ha iniziato a perdere i pezzi mentre il vantaggio dei battistrada (diventati 5 perché Reguigui s'era staccato) era sceso addirittura ad appena 35".

Lo scatto di Marcato, però, ha prodotto anche l'azione in contropiede di Stijn Devolder: il belga della RadioShack per alcuni chilometri è rimasto molto indeciso sul fatto di proseguire o meno il suo inseguimento solitario e si voltava spesso nella speranza di trovare altri attaccanti che rinvenissero da dietro. Dopo un po' Devolder ha deciso di tirare dritto ma nel frattempo alle sue spalle era nuovamente cambiata la situazione perché dal gruppo erano usciti Leukemans, Voss e Malacarne ed a 40 km dalla conclusione s'è formato un gruppetto in testa alla corsa con i cinque fuggitivi originari e questi quattro contrattaccanti; il gruppo (nel quale si sono verificate le forature di Gilbert prima e Sagan poi) era tornato a 45".

Le sequenza di strappi ha fatto staccare dai fuggitivi Deignan, Hermans e Ghyselinck lasciando solo sei uomini davanti. In gruppo la Argos-Shimano ha iniziato a lavorare compatta per Simon Geschke ma a meno di 18 km dall'arrivo è stata la BMC ad attaccare con decisione con Greg Van Avermaet: il belga s'è portato dietro l'iridato Philippe Gilbert, compagno di squadra, ed il solito Peter Sagan che pedalava con una facilità disarmante con i due davanti quasi a tutta. Dopo lo strappo di Hertstraat ai tre si sono aggiunti anche Sylvain Chavanel e Geschke dando vita ad un quintetto che ha ripreso i sei al comando a 12 km dall'arrivo. Da dietro in molti hanno provato a rientrare, Nicki Sørensen è arrivato vicino (oggi ha attaccato almeno tre volte ma ha sempre sbagliato i tempi) ma è stato ricacciato indietro e pure Voeckler non ha trovato la collaborazione che sperava.

Alla fine sono stati 11 corridori a giocarsi il successo finale e negli ultimi 4000 metri è iniziato il vero capolavoro di Peter Sagan. Prima lo slovacco è andato a chiudere facilmente su uno scatto di Chavanel, poi s'è trovato stretto nella morsa di BMC e Omega Pharma che ai meno 2 hanno sganciato dal drappello di testa Van Avermaet e Maes (lui e Dehaes sono rimasti davanti fino alla fine pur essendo all'attacco dal km 46). A questo punto Sagan non s'è scomposto, s'è messo lui davanti a tenere un'andatura regolare per non perdere di vista i due attaccanti ed arrivato allo strappo conclusivo di Schavei ha cambiato marcia, rimontando in progressione ha superato Van Avermaet e s'è tolto tutti di ruota tranne il campione del mondo Gilbert: tutto senza ricevere mai un cambio.

Lo strappo di Schavei portava i corridori sul rettilineo finale della corsa, 250 metri con il vento contrario in cui Gilbert ha aspettato a ruota del rivale l'attimo buono per scattare: lo sprint è stato lanciato dal vallone ai 150 metri, Sagan non s'è fatto sorprendere, gli ha preso la scia e lo ha superato nelle ultimissime decine di metri. Un autentico numero di forza, classe e maturità: in dieci contro uno è riuscito ugualmente ad avere la meglio. Terzo posto per il fiammingo Björn Leukemans che ha sempre sfoderato buone prestazioni alla Freccia del Brabante.

Molto bravo il 27enne tedesco Simon Geschke, quinto e cresciuto molto in questa stagione, ma si meritano un applauso anche Chavanel, Van Avermaet e Devolder, rispettivamente quarto, sesto e ottavo, che in parte hanno sfatato il mito che la Roubaix è troppo impegnativa a livello muscolare per poter recuperare ed essere poi competitivi subito nelle corse successive. E i complimenti oggi vanno anche a Davide Malacarne, settimo e miglior italiano al traguardo: il corridore della Europcar è stato uno dei più generosi in fuga e senza le sue tirate la sorte dei vari gruppetti di testa sarebbe potuta essere differente; la prestazione del veneto è di ottimo auspicio per l'Amstel e la Liegi (l'Europcar non è stata invitata alla Freccia).

Sebastiano Cipriani

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