Parigi-Roubaix 2013: Su queste pietre si edifica il ciclismo - La Settimana Santa arriva al gran finale
- PARIS - ROUBAIX 2013
- BMC Racing Team 2013
- Cannondale Pro Cycling Team 2013
- Katusha Team 2013
- Lampre - Merida 2013
- Omega Pharma - Quick Step 2013
- RadioShack - Leopard 2013
- Vini Fantini - Selle Italia 2013
- Daniel Oss
- Edvald Boasson Hagen
- Fabian Cancellara
- Filippo Pozzato
- Greg Van Avermaet
- Juan Antonio Flecha Giannoni
- Lars Boom
- Marcus Burghardt
- Niki Terpstra
- Stijn Vandenbergh
- Sylvain Chavanel
- Thor Hushovd
- Zdenek Stybar
- Uomini
La prima parte ideale della stagione si va a chiudere con la Classica per eccellenza, anche se sarà seguita dal trittico ardennese Amstel-Freccia-Liegi: la Parigi-Roubaix, l'Inferno del Nord, l'unica corsa al mondo che, pur disputandosi in pianura, può far più danni di una tappa pirenaica. Questi numeri come antipasto: 254 km da percorrere, 27 tratti in pavé, 111 edizioni, compresa quella di domani, della Classica del pavé per eccellenza. La prima Roubaix si corse nel 1896 e fu vinta da Josef Fischer, tedesco.
Se l'Inferno del Nord ha sempre il suo fascino, se da Arenberg, la Foresta fittissima e che viene attraversata da quella stradina in pavé lunga due chilometri e mezzo, le emozioni sono quasi sempre state tante, negli anni scorsi, e ripetute, quest'anno la musica potrebbe non diciamo cambiare, visto l'entusiasmo del popolo del ciclismo che si riversa su quelle strade, ma scendere di qualche tono. Il motivo principale è peraltro speculare alla situazione che vivemmo nel 2012.
C'è solo Cancellara dei grandi interpreti del pavé
Riavvolgiamo il nastro: dopo il Fiandre Cancellara ha una clavicola fuori uso, Boonen ha appena vinto ad Oudenaarde ed i nostri, Pozzato e Ballan, restano gli unici o quasi in grado di impensierire il ragazzone di Mol. Tommeke farà polpette degli avversari, andando via con Terpstra a 56 km dal traguardo (ma chiuderà in solitaria), dopo il settore di Orchies. Pozzato e Ballan, l'uno per una caduta, l'altro per ordini giunti dall'ammiraglia («Dietro abbiamo Hushovd, fai lavorare la Sky»), lasceranno passare questo treno. Dodici mesi dopo ci troviamo con Cancellara unico vero favorito, reduce da un Fiandre stravinto. Chi è ko questa volta è proprio Boonen, che dopo 19 km di Fiandre è caduto, fratturandosi una costola.
Ballan, da par suo, ha avuto un bruttissimo incidente ad inizio anno ed è ovviamente fuori da giochi. Pozzato teoricamente potrebbe fare bene ma se si guardano i suoi ultimi risultati chi sarebbe disposto a buttare cinque euro sul vicentino della Lampre? Si prospettano dunque due scenari: una Roubaix terribilmente noiosa e scontata, con Cancellara a farla da padrone, magari allungando nel finale, proprio come al Fiandre di domenica. Oppure una corsa imprevedibile, con attacchi e contrattacchi, alleanze più o meno velate fra più squadre che da sole non otterrebbero che un podio, forse (Patrick Lefevere, team manager dell'Omega Pharma orfana di Boonen, crede che la sua squadra e la Sky debbano unire le forze. Il direttore sportivo del team britannico, quel Servais Knaven che seppe vincere questa corsa nel 2001, risponde: «Un'alleanza? Certo non prima della gara»).
Più probabile il primo scenario, ma negli ultimi anni poche erano state le Classiche cn un solo favorito, favoritissimo, e tanti altri che saranno relegati al ruolo della comparsa. La storia sarebbe stata un pochino diversa se Peter Sagan avesse corso anche qui, ma lo slovacco prenderà nuovamente parte alla Roubaix nel 2014, molto probabilmente, e forse è giusto così.
Cancellara: «Dicono che sono il solo favorito, ma serve anche fortuna»
Partiamo da Cancellara, dunque. Pur essendo, dopo il Fiandre, il favorito naturale di questa Roubaix, la Locomotiva di Berna ha provato ad incoraggiare gli avversari, a far pure alzare le quote dei bookmakers (ad oggi lo svizzero è dato ad 1.72), cadendo per ben due volte in altrettanti giorni. Primo capitombolo mercoledì allo Scheldeprijs, seguita il giorno dopo dallo scivolone sul pavé di Warlaing à Brillon, settore numero 15, durante la ricognizione. Qualche dolorino, e fin qui nulla di nuovo, ma lo svizzero ha avuto la fortuna di non rompersi nulla (e va sottolineato che solitamente chi cade sul pavé o allo Scheldeprijs, non ne esce proprio benissimo). Sa di essere l'uomo da battere, sa che tutti gli correranno contro, domani più che mai. Senza contare che avrà una squadra a disposizione con l'ottimo Devolder, certo, e soprattutto Bob Jungels, talento lussemburghese che l'ultima Paris-Roubaix Espoirs l'ha vinta. Sa come correre da queste parti, il giovane.
«La caduta allo Scheldeprijs è stata molto veloce - ha dichiarato in conferenza stampa - ho faticato a dormire la notte dopo, era coinvolto il muscolo. Quella sul pavé della Roubaix s'è verificata ad una velocità molto più bassa. È successo tutto velocemente. Sono felice di essere qii e non in un qualsiasi ospedale, come accaduto lo scorso anno. Queste cadute non sono l'ideale per una Roubaix, ovviamente, ma rimango concentrato. Tutto è pronto per domenica, serve anche una buona dose di fortuna. Ci sono anni in cui qui non fori nemmeno una volta, altre in cui fori per cinque, sei volte... Molti dicono che io sono l'unico favorito ma vedremo come andrà. È una corsa speciale, questa, ed io vedo scenari differenti per la gara. Ci sono molte squadre forti, Team Sky, BMC, Lotto, Omega. Ognuno correrà per vincere, come noi del resto».
Omega senza Boonen, ma Chavanel, Terpstra e Stybar...
L'Omega Pharma Quickstep nettamente spuntata senza Tom Boonen, può contare su un insieme di corridori come Chavanel, Stybar, Terpstra e Vandenbergh, uomini tutti capaci di fare bene sul pavé ma mai nella vita di rimpiazzare l'uomo di Mol, ça va sans dire. Il francese è fiducioso: «Spero di essere protagonista dopo le ultime due edizioni in cui sono stato davvero sfortunato. la Roubaix mi piace molto, come il Fiandre. La settimana scorsa mi ha dato rassicurazioni sulla condizione: tolti Cancellara e Sagan, ero con i migliori. È solamente stata una questione di piazzamento allo sprint. Spero davvero di fare bene domani, mi piace questa corsa. Saranno in molti a voler anticiare l'azione di Cancellara, abbiamo una squadra forte, abituata a correre così. Siamo pronti a combattere ma la Roubaix a volte è una questione di fortuna. Una foratura nel momento sbagliato può compromettere tutto. Avere Tom sarebbe stato importante anche tatticamente ma la situazione è questa e faremo del nostro meglio per ottenere il massimo».
Non solo Chavanel (che avrà il dorsale numero 1) per l'Omega Pharma, si diceva, ma gente come Terpstra può fare sempre comodo. Suscita curiosità ed interesse, inoltre, la presenza di Stybar. Crossista affermato, ha lasciato i campi fangosi per dedicarsi completamente alla strada. Attitudini, quelle del crossista, che potrebbero risultare preziose per il ceco: «Correre sul pavé è un po' come correre su un terreno ghiacciato, sono paragonabili. Ho un po' d'esperienza sul ghiaccio, però non è proprio la stessa cosa. Penso che la mia attitudine da crossista risulterà fondamentale per la guida della bicicletta. Cambiare direzione, frenare mentre la bici ti scivola via... Cose che non mi mettono paura. Per quanto riguarda le mie possibilità, devo rinforzare le mie gambe. Al Fiandre sono stato bene come quasi mai in carriera, spero di avere la gamba di una settimana fa per andare quanto più lontano possibile».
BMC: Hushovd capitano ma Phinney vuole crescere in fretta
Chi può fare non bene, benissimo, è una BMC che sulla carta pare una corazzata, anche se la realtà offre tutt'altro scenario. Hushovd cerca la vittoria in una corsa che da sempre gli sfugge, ma dopo i buoni segnali fatti vedere alla Tirreno-Adriatico non s'è più messo in luce. Oss, Van Avermaet e Burghardt sono pur sempre dei cagnacci, ideali da mandare in fuga. Chi però correrebbe con i gradi del capitano è Taylor Phinney. Reduce da un piccolo infortunio che l'ha costretto a saltare il Fiandre, Phinney ha vinto nel velodromo più famoso del mondo per ben due volte, alla Paris-Roubaix Espoirs (2009 e 2010). Nel 2012 chiuse con un incoraggiantissimo 15° posto e nel futuro è destinato a dominare - o se non altro vincere molto - in gare come queste. Lo statunitense insiste nel dire che Hushovd è il capitano dei BMC, noi crediamo sia pura pretattica.
Pozzato, ultima spiaggia: «Darò il massimo per essere protagonista»
Chi non deve vincere in futuro ma nell'immediato presente è Filippo Pozzato. Con la vittoria al Laigueglia pareva avesse trovato il colpo di pedale vincente. Colpo di pedale ammosciatosi durante la Tirreno, in calando alla Sanremo, dove al momento di andar via con i migliori sono mancate le forze. Puntava a Gand-Wevelgem e Fiandre, gare in cui per un motivo o per l'altro non ha lasciato il segno. Deve fare qualcosa di buono sul pavé per non rendere davvero fallimentare la sua prima parte di stagione (queste sono le sue gare, lo ricordiamo per chi si fosse distratto).
«La Parigi-Roubaix è una corsa estremamente selettiva e con molte variabili, seppur con un lotto di possibili pretendenti ancora più ristretto rispetto al Giro delle Fiandre - ha spiegato Pozzato. Ho lavorato in questa prima parte di stagione con l'obiettivo di provare a cogliere un bel risultato tra Milano-Sanremo, Fiandre e Roubaix: mi rimane quest'ultimo appuntamento, darò ovviamente il massimo per riuscire a essere protagonista. Devo per forza di cose trovare una giornata migliore di quella vissuta domenica scorsa, perché servono energie e lucidità per riuscire a rimanere davanti. Cancellara avra gli occhi di tutti puntati addosso, è lui il logico favorito».
Serve un gioco di squadra e di squadre, di coalizioni (checché ne dica Knaven) e di anticipi. Di gente che ha fame di vittoria, come Lars Boom, Juan Antonio Flecha, Edvald Boasson Hagen, Ian Stannard, Sébastien Turgot, Johan Vansummeren, André Greipel, John Degenkolb e via dicendo. Nomi di primo piano in altre gare, subito in seconda fila in quest'Inferno.
Servono loro per evitare che domani Fabian Cancellara vada con relativa comodità a vincere la sua terza Parigi-Roubaix, raggiungendo a quella quota gente come Octave Lapize, Gaston Rebry, Rik Van Looy, Eddy Merckx, Francesco Moser e Johan Museeuw.
A questo link la startlist ufficiale e le informazioni sul percorso