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Gand-Wevelgem 2013: Tom e Fabian, giornata a metà - Le pagelle: Pozzato quasi deprimente, Bodnar determinante

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Filippo Pozzato, fin qui una stagione fiamminga a fari spenti © Bettiniphoto

Peter Sagan - 10
Più sveglio, più veloce, più intraprendente, più potente, più determinato degli altri. Più tutto, anche più istrione, visto lo show regalato al pubblico di Wevelgem, con la bici impennata al traguardo. Sembra, quest'ultimo, un particolare secondario, e invece dà la misura del tutto, del personaggio che vive di ciclismo ma che lo modifica a proprio piacimento. Sulla corsa, che dire: fatto presto tesoro dei recenti insegnamenti, ha chiuso in maniera ineccepibile (e spettacolare) anziché attendere la volata; e a metà corsa non si è fatto sorprendere, ha capito al volo l'azione che stava per diventare decisiva e ci si è infilato con naturalezza; ciò, dopo essere stato presente tra i migliori anche nella fase dei ventagli della prima parte di gara. Inizia da questa vittoria una nuova fase della carriera di Sagan: quella in cui è diventato vincente anche nelle classiche. Ne vedremo delle belle.

Juan Antonio Flecha - 8
Dopo un periodo di appannamento, torna il Flecha che tutti conosciamo: molto propositivo, ha attaccato abbastanza presto, e poi ha tenuto bene le ruote dei contrattaccanti nella fase più calda della corsa. In piena allerta nel finale, se Sagan non avesse sorpreso tutti ci sarebbe stato da scommettere su una sua sparata nei 3 km conclusivi. Alla fine quinto, ma meritava di più: raccoglie meno di quanto ha seminato, è la costante di un'intera carriera.

Borut Bozic - 7.5
Dopo il secondo posto alla Dwars door Vlaanderen, conferma un momento di grazia in cui gli riesce facile infilarsi nelle azioni decisive, per poi sprintare senza troppe ruote veloci tra i piedi. Purtroppo per lui, a Waregem Gatto ha fatto la corsa della vita (finora), e oggi Sagan era di un altro livello. Alla fine il corridore dell'Astana ha recriminato per la vittoria sfuggita, ma non è detto che anche in volata lo slovacco non avrebbe vinto.

Heinrich Haussler - 7
Il promotore del contrattacco che ha deciso la corsa non si è limitato a scattare nell'occasione, ma si è anche impegnato a fondo nella fuga, spendendo evidentemente quelle energie che gli sono mancate per centrare il podio. Per quanto visto in gara, non sarebbe stato un risultato ingiusto.

Greg Van Avermaet - 7
L'ultimo a mollare nell'inseguimento a Sagan (era con Eisel e Popovych nel terzetto messosi alle spalle di Peter quando è partito; ed era ancora lui a tentare un disperato allungo solitario ai 2 km, quando lo slovacco era quasi al traguardo...), ha il merito di essersi trovato nell'azione giusta, e anche di aver sprintato contro gente più veloce di lui (Haussler, Bozic, Eisel) ma di aver portato a casa un buon podio.

Tom Boonen - 6.5
Da quel che si era visto fino alla caduta, non pareva così intenzionato a cedere a Cavendish i diritti sulla possibile vittoria (o quantomeno sulla gestione della corsa): sempre all'avanguardia, sin dai ventagli iniziali. Certo, mancando nel giudizio la parte di gara più importante, non ci si può sbilanciare più di tanto.

Fabian Cancellara - 5
Stesso discorso di Boonen, almeno in parte: perché in questo caso Fabian ha deciso da sé di mollare la corsa prima degli ultimi muri. Non che fin lì avesse riempito gli occhi, era stato un po' svagato (in ritardo nei ventagli) e mai realmente intenzionato a giocarsi le proprie carte. Comprensibile, dopo il vittorioso GP Harelbeke e in attesa del doppio impegno delle prossime due domeniche (Fiandre e Roubaix). Certo, se dobbiamo esprimerci su quanto visto oggi, non gli si può dare la sufficienza.

Mark Cavendish - 6
Non ha avuto alcuna difficoltà sui muri, ma la corsa gli sfuggiva da tutte le parti. Vivere queste gare da co-capitano con Boonen sarebbe comunque difficile per chiunque: solo dopo il ritiro di Tom la squadra si è interamente votata alla causa dell'inglese, ma senza cavare un ragno dal buco. La volata per l'11esimo posto l'ha fatta svogliatamente (e l'hanno battuto in sette).

Bernhard Eisel - 5.5
Ha fatto la cosa più difficile, per lui, ovvero entrare nella fuga decisiva. È stato il primo a tentare di inseguire Sagan (e forse il primo a capire che nessuno avrebbe raggiunto lo slovacco). Poteva e doveva fare di più nella volata finale, sarà stato stanco ma il settimo posto (battuto anche da corridori non certo veloci) per lui oggi significa due sole parole: podio buttato.

Andrey Amador - 7
Un voto più d'incoraggiamento che d'altro, ma merita un premio per la continuità che sta mostrando anche in gare molto difficili da interpretare. Oggi non ha fatto nulla di eclatante, se non entrare nell'azione di Haussler che conduceva alla top ten. Altro piazzamento stagionale messo in carniere, missione sostanzialmente compiuta.

Stijn Vandenbergh - 7
Per la continuità, per il fatto di essere l'uomo ovunque della Omega Pharma versione marzo 2013, per aver indovinato una volta di più l'azione giusta, per aver tentato - per quanto possibile - di giocarsi le proprie carte anticipando la volata (anche se nell'occasione ha lanciato involontariamente il contropiede definitivo di Sagan). Domenica al Fiandre sarà determinante per Boonen.

Elia Viviani - 6
Bravo nel suo, cioè stare nel gruppo più folto e sprintare cogliendo un 15esimo posto non da buttare, visti contesto e concorrenza. Certo, lo spazio in squadra se lo prende (com'è ovvio che sia) tutto Sagan, in queste situazioni.

Filippo Pozzato - 4
Non ci siamo, caro Filippo, ci si era accostati a questa stagione del pavé con determinate speranze (se non proprio ambizioni), ma fin qui l'anonimato è stato una costante che a tratti sconfina nella depressione. Restano da disputare le gare più "sue", che poi sono anche le più importanti. E se pure al momento possiamo parlare di buio pesto, non è da escludere al 100% un improvviso squarcio di luce, nei prossimi giorni. Pazienti attendiamo.

Philippe Gilbert - 5
Bello lo scatto sul Baneberg, ma poi?

Luca Paolini - 5.5
Insolitamente trasparente, visto il trend a cui ci aveva abituati. Tra freddo e impegni ravvicinati (e magari minori motivazioni rispetto ad altre gare), un passaggio a vuoto ci può comunque stare.

Maciej Bodnar - 7.5
Il gregario del giorno, ha dato una grande mano a Sagan per far sì che l'azione iniziata da Haussler (e prima ancora da Flecha) andasse in porto, capace addirittura di rientrare sui migliori dopo una foratura, ha speso fino all'ultima goccia di energia prima di sfilarsi, esausto, a 5 km dal traguardo, poche centinaia di metri prima che Peter imponesse la sua azione decisiva. La sua prestazione conferma che la Cannondale ha, attorno ai propri gioielli, una buona intelaiatura per le classiche del Nord: non sarà la Omega Pharma, ma si difende senza sfigurare.

Marco Grassi

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