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Parigi-Nizza 2013: 'Nacertezza, questo ragazzo - Bouhanni brucia Petacchi e Viviani e va in giallo | Cicloweb

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Parigi-Nizza 2013: 'Nacertezza, questo ragazzo - Bouhanni brucia Petacchi e Viviani e va in giallo

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Nacer Bouhanni esulta a Nemours davanti a Petacchi e Viviani. La prima tappa e la maglia gialla sono sue © BettiniphotoNon si scherza sulle strade della Parigi-Nizza, ed i nostri due alfieri, Alessandro Petacchi ed Elia Viviani, hanno dimostrato di essere serissimi e focalizzati sul successo. L'uno, lo spezzino della Lampre-Merida, ci va vicinissimo ed è relegato alla piazza d'onore per questioni di millimetri. L'altro, il giovanotto della Cannondale, battezza una ruota, quella di Renshaw, ma nel momento decisivo della volata rimane sorpreso ed ingabbiato. Si rifarà con una rimonta che dimostra come la gamba girasse il doppio rispetto agli altri ma una terza piazza ed i complimenti dei rivali non rincuorano troppo l'animo del veronese.

Chi però agisce più lucidamente rispetto a tutti gli altri è il Campione di Francia Nacer Bouhanni, alla seconda affermazione stagionale (la prima in Europa) dopo la tappa di Matrah, era l'atto conclusivo del Tour of Oman. Bouhanni parte da dietro, pilotato dall'ottimo Geoffrey Soupe, mentre l'Orica-GreenEDGE tirava per Leigh Howard. Spunta ai 150 metri dietro alla maglia verde di Sylvain Chavanel e prende la volata in testa, spostandosi dalla destra della carreggiata, prima al centro, poi a sinistra, di mestiere (e dire che è un ragazzo del '90).

Petacchi si butta subito a sinistra, Viviani, a ruota di un non troppo reattivo Renshaw, resta chiuso e deve andare alle transenne, sempre sulla sinistra e rapidamente, per trovare il varco. Petacchi e Bouhanni, è un testa a testa che si risolve a favore del francese, con la freccia verde Viviani a rimontare con un grandioso colpo di reni sulla sinistra. Non basta a raggiungere né Bouhanni né Petacchi, serve però a far capire che il veronese ha una gamba più che ottima e senza impedimenti avrebbe probabilmente vinto, quest'oggi. Ci riproverà domani, ultimo arrivo per le ruote veloci della corsa verso il sole.

La prima frazione in linea della Parigi-Nizza, 195 km da Saint-Germain-en-Laye a Nemours, presentava tanta pianura ed un solo Gpm di quarta categoria. Roba per velocisti, anche se l'anno scorso tutto fu deciso dal vento. Vento che non mancherà nemmeno quest'oggi, negli ultimi 20 km. Non prende il via Fedrigo, influenzato.

Dal primo chilometro se ne vanno in tre: Bertjan Lindeman (Vacansoleil), Yannick Talabardon (Sojasun) e Romain Sicard (Euskaltel). Il gruppo lascia fare ed il terzetto guadagna subito 6'. Il vantaggio massimo dei battistrada sarà di 7'20" al chilometro 42, poi il plotone accelera ed il gap diminuisce, attestandosi attorno ai 4'.

Lindeman fa suoi i primi due traguardi volanti prima che nel gruppo inizino una sequela di cadute: dapprima Erviti con alcuni Cannondale (tra cui Ivan Basso, che riparte prontamente) e Tony Gallopin. Niente di serio, al contrario di ciò che era accaduto dopo soli 70 km a Rui Alberto Faria da Costa: caduta, botta al polso, ritiro ma nessuna frattura per il portoghese della Movistar. Passano pochi chilometri ed è il norvegese Kristoff a sbattere con il bacino sul marciapiede. Anche il portacolori della Katusha ripartirà.

A 33 km dal traguardo Sicard in testa dà segni di cedimento, Lindeman e Talabardon approfittano per accelerare e se ne vanno. Nel frattempo cadono anche Elia Viviani ed il suo ultimo uomo, Lucas Sebastian Haedo. Entrambi ripartiranno senza grosse difficoltà. Anche l'ultimo TV verrà vinto da Lindeman, che allo sprint precede il portacolori della Sojasun, ma in breve il gruppo sopraggiungerà alle loro spalle. Il ricongiungimento avviene quando al traguardo di Nemours mancano 22 km.

Il vento che soffia laterale non sfugge ad Omega Pharma e BMC; Boonen, che dodici mesi fa vinse a Orléans la prima tappa della corsa verso il sole proprio selezionando il plotone a suon di ventagli, si stacca, e con lui altri uomini veloci (e non) come Marcel Kittel. Davanti chi scandisce il passo è la BMC di Tejay Van Garderen, che punta alla vittoria finale della Parigi-Nizza. L'iridato Philippe Gilbert dà ordine al bolzanino Daniel Oss di menare, lui non se lo fa dire due volte ed in poche trenate il gruppo Boonen è lontano 40": impossibile per loro il ricongiungimento (sul traguardo pagheranno 1'53" dal vincitore).

Davanti restano più di cento uomini, gli ultimi chilometri vedono l'Orica-GreenEDGE tirare per Leigh Howard. Bouhanni non si vede, tanto che si pensa possa essere rimasto vittima del trappolone BMC, come accaduto a Boonen e Kittel. Invece il transalpino c'è eccome e nel finale, pilotato dal solito Soupe e da Offredo, rimonta zitto zitto. Gli ultimi 150 metri vedono Bouhanni superare Chavanel e sprigionare tutta la forza che ha nelle gambe e Petacchi tentare di resistergli, mentre Viviani troverà quel maledetto varco un centesimo di secondo troppo tardi per potersi aggiudicare la tappa.

Nacer Bouhanni prevale dunque su Petacchi e Viviani, la cui rimonta è un termometro più che affidabile dell'ottima condizione attraversata dal veronese. Quarto posto di giornata per il belga Jens Debusschere, seguito da Heinrich Haussler, Mark Renshaw, a cui non possiamo ancora appiccicare addosso l'etichetta di vincente, José Joaquín Rojas, Leigh Howard, Borut Bozic e Romain Feillu. Bene Daniel Oss, 13° nonostante il duro lavoro di gregariato svolto, mentre ci si aspettava qualcosa di più da Hutarovich, solo 15°.

La classifica generale vede Gaudin perdere la maglia gialla di leader in favore di Bouhanni (ma l'Europcar è 2° a pari tempo con il connazionale). Chavanel, Westra e Viviani seguono a 1", Petacchi, Kelderman e Soupe distano 2" dal primato, Peter Velits, Gallopin e Bozic sono a 3".

Se Viviani, con quella gamba che si ritrova, parrebbe aver buttato un'occasione oggi, già domani avrà modo di rifarsi: nei 200 km esatti del piattone che da Vimory porterà il gruppo a Cérilly non ci sarà nemmeno un Gpm e la volata pare cosa scontata. Con questo Bouhanni (ed un inossidabile Petacchi), la vittoria non lo sarà altrettanto.

Francesco Sulas

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