Il Portale del Ciclismo professionistico

.

Il caso: Gasparre, il Fatto e quello che non torna - L'ex corridore ha detto proprio tutta la verità?

Versione stampabile

Graziano Gasparre ai tempi della De Nardi-Colpack nel 2003 © CyclingNews.comQualcuno potrà prendere queste poche righe come una difesa corporativistica del ciclismo, o come un tentativo di spaccare il capello in quattro o in altri termini di cavillare, ma questo pezzo è sgorgato quasi da sé dopo la lettura dell'ennesima "intervista shock" a un ex corridore. Rieccoci a commentare cose già sentite 100 volte, e lette quasi altrettante, stavolta per bocca di Graziano Gasparre, attivo negli anni '00 in due fasi, la prima, fino al 2004, nel ciclismo "mainstream" (prima tra le giovani leve Mapei, poi in un team di seconda fascia, la De Nardi), la seconda, dal 2006 al 2009, in un team "promozionale" come la Amore & Vita.

Gasparre è stato intervistato dal Fatto Quotidiano (qui l'articolo), e ha fatto alcune rivelazioni che comproverebbero alcune cose parecchio risapute. Ovvero che ci si dopa tra i professionisti, che le squadre lo sanno ma fanno in modo di scaricare ogni responsabilità sui corridori, che il sistema spinge in maniera sottile ma permanente verso le pratiche illecite, che si usano anche sostanze come la cocaina (per non ingrassare) accanto ai farmaci dopanti, che a volte ci sono delle soffiate che mettono al riparo dai controlli a sorpresa, e che qualcuno di corretto c'è. Qui Gasparre fa riferimento a Squinzi, patron della Mapei, definito un dirigente serio, così come Ivano Fanini (della Amore & Vita).

Qualche domanda, tuttavia, viene spontanea, in merito a questa "confessione". Tanto per cominciare, la scintilla che ha spinto Gasparre a contattare il Fatto (irreale pensare che sia stato il giornale a rivolgersi a un ex corridore semisconosciuto): Graziano racconta di aver avuto un tumore (per fortuna benigno) alla natica proprio a causa del doping, e di voler vuotare il sacco «per il bene del ciclismo, perché la mia testimonianza personale possa aiutare gli altri a non rovinarsi la vita».

In tal caso, però, ci si aspetterebbe una maggiore trasparenza, perché la stampa generalista (sempre pronta a gettarsi sul tema del doping nel ciclismo, e mai che proponga uno specialone su una Roubaix, per dire...) magari non si sofferma su determinati particolari (oltre a fare grossolani errori, tipo asserire che Visconti avrebbe militato nella De Nardi), ma noi sì. Gasparre dice di essere stato "pulito" finché ha militato nella Mapei giovanile (fino al 2002, quindi), e di aver iniziato a doparsi nel 2003, alla De Nardi-Colpack (non lo dice esplicitamente, ma ciò è facilmente desumibile). «Fu un'idea che venne di comune accordo a me e alla squadra. Quando vedi sfrecciarti davanti corridori che hai sempre battuto, cominci a farti delle domande. Chiedevo ai miei manager se andassi piano e loro mi rispondevano di no, che avevo solo bisogno di un aiutino. Uno dei dirigenti della squadra mi propose: "Perché non proviamo a fare qualcosina?". Fu lui a indicarmi il nome di un dottore da cui andare. Provammo e cominciai a volare».

Analizziamo un po' questo "volo" alla luce dei risultati ottenuti da Gasparre in quel 2003. Dal racconto dell'ex corridore, si sarebbe portati a pensare che, dopo un periodo di scarsi risultati («quando vedi sfrecciarti davanti corridori che hai sempre battuto»...), l'aiuto del doping sia stato determinante per fare un salto di qualità. Sorprende allora scoprire come già a metà febbraio, al Giro del Mediterraneo, Gasparre abbia ottenuto un ottimo terzo posto di tappa, alle spalle di Baden Cooke e Paolo Bettini (corridori che hai sempre battuto?), davanti - tra gli altri - a Bennati e Hushovd.

Nel marzo di quell'anno ecco un decimo posto al Giro della Provincia di Reggio Calabria (vinto da Aitor González su Pozzato e Baldato. Corridori che hai sempre battuto?); un nono di tappa alla Tirreno (quel giorno vinse Pozzato davanti a Bettini, Vainsteins, Paolini, Di Luca, Marzoli, Bennati e Figueras: tutti corridori che hai sempre battuto, si sa); un lusinghiero 15esimo posto nella Sanremo vinta da Bettini su Celestino, Paolini e Cipollini (corridori che hai sempre battuto?); un settimo posto di tappa alla Coppi e Bartali (dietro a gente come Svorada, Loddo, Quaranta, Cancellara... corridori che hai sempre battuto?). In aprile, buone prestazioni di tappa alla Settimana Lombarda (preceduto tra gli altri da Pérez Cuapio, Laverde, Baliani, Lanfranchi. Corridori che hai sempre battuto, ovviamente...), quindi un vero e proprio acuto al Giro del Trentino, col quinto posto in classifica dietro a Simoni, Garzelli, Valjavec e Bertagnolli. Corridori che hai sempre battuto???

Al Giro, infine, 31esimo posto finale (niente male) e un quinto di tappa nella volata di Pavia (vinta da Petacchi su Casper, Svorada e Bennati) come miglior risultato, ma si contano altre 4 top ten in frazioni vinte ancora da Petacchi e da McEwen e Garzelli. Da giugno in poi, praticamente più nulla per quell'anno.

Ordunque, quale sarebbe, in questa trafila di risultati, il momento dell'epifania, ovvero quello in cui Gasparre, in accordo con la squadra, capisce all'improvviso di aver bisogno dell'aiutino? Il racconto dell'ex corridore, in pratica, non è minimamente coerente con lo sviluppo della sua stagione 2003, perché per ottenere i risultati che ebbe già dal febbraio di quell'anno, se dobbiamo stare alle sue parole, avrebbe dovuto rendersi conto già prima di essere nelle condizioni di dover ricorrere al doping per competere alla pari; ma prima quando? A gennaio, quando era in ritiro? O nell'anno precedente, quando con la Mapei Espoirs correva gare di secondo piano?

Per cui delle due l'una: o Gasparre si dopava già prima, oppure non ha certo iniziato a un dato momento di quell'anno a farlo, ma magari più avanti (e però anche lo studio del suo 2004 non sembra congruo con questo racconto). Di sicuro i risultati che ottenne nel 2003 ci raccontano qualcosa di diverso rispetto a quanto "confessato". Perché? Perché l'analisi di un periodo del ciclismo passa dalla santificazione della potente Mapei e dal fango gettato su una piccola e trascurabile squadra? Cosa ha spinto realmente Gasparre a raccontare questa versione della storia della sua carriera?

L'altro punto dell'intervista che sta facendo discutere è quello delle presunte soffiate sui controlli a sorpresa. Gasparre fa riferimento a una tappa della Settimana Lombarda vinta nel 2006, dopo la quale sarebbe stato avvisato dell'imminenza di un test "inatteso". Quella tappa vinta fu la quarta e penultima di quell'edizione, ed era nella conoscenza di tutti, in gruppo, che se per quattro tappe su cinque non ci sono stati controlli a sorpresa, è facilissimo che ci siano nell'ultima; al contempo, non è impossibile capire se ci saranno controlli in hotel, basta che qualcuno faccia due chiacchiere col concierge per sapere se ci sono "prenotazioni particolari" (di ispettori antidoping internazionali, ad esempio) in quell'albergo, e che poi faccia girare la voce. Quindi anche qui siamo forse di fronte a un polverone destinato ad essere ridimensionato.

Infine, le reazioni, riportate oggi dal Fatto, da parte di Antonio Bevilacqua (ex direttore sportivo di quella squadra) e di Gianluigi Stanga (ex team manager). «Ho fatto ciclismo per 25 anni, non ho mai avuto a che fare con problemi di doping, con controlli falsati, con nessuno di questi tipi di discorsi. Figuriamoci alla De Nardi, che era una squadra piccola, di giovani, senza grandi ambizioni. Mi suona tutto molto strano», questo l'angelicato responso di Stanga, che cade dalle nuvole come se fosse vissuto per 25 anni in un convento di clausura e non in un mondo di cui sappiamo tutto e che è ben diverso da come lo tratteggia il Gianluigi (che ovviamente, essendo in campagna elettorale - candidato con Maroni e la Lega - fa di tutto per gettare acqua sul fuoco).

Molto più ruspante Bevilacqua, che erompe con un «sono tutte cavolate che uno si inventa quando è un fallito per avere un briciolo di notorietà. Dopo dieci anni uno se ne viene fuori con 'ste balle. Se ha fatto qualcosa sono cazzi suoi, ora si arrangi. [...] Avrà fatto tutto da solo, perché se lo avessimo scoperto lo avremmo buttato fuori immediatamente. La verità è che i ciclisti si rovinano da soli, e poi dopo anni accampano scuse».

Ecco, la risposta del mitico "ambiente" (quello dell'epoca, in questo caso) è invece una spettacolare conferma a quanto dichiarato da Gasparre in un pezzo dell'intervista: «Ma la responsabilità è tutta dei corridori: il dottore era a carico mio, anche se erano stati loro ad indicarmelo, ero io a pagare profumatamente le sue prestazioni e le sostanze. E questo perché se poi ti pizzicano loro devono uscirne puliti: si scandalizzano, ti licenziano pure. Funziona così». Funzionava così, certo, e funziona ancora così (vedi il recente caso Rabobank). In questo senso, veramente non è cambiato nulla nel ciclismo rispetto a 10 anni fa. Malgrado codici etici e cavolate simili, con le quali il sistema si è autoprotetto nel corso del tempo, e alle quali i corridori non hanno saputo opporre altro che qualche stupido e disorganizzato mugugno.

Marco Grassi

RSS Facebook Twitter Youtube

30/Jul/2017 - 20:30
ESCLUSIVO: le immagini del folle che ha tagliato la strada al gruppo facendo cadere decine di corridori al Giro d'Italia

24/May/2016 - 21:06
All'An Post Rás giornata di gloria per James Gullen nella tappa "di montagna": Fankhauser diventa leader

24/May/2016 - 17:07
Giro, nel giorno della nuova delusione di Vincenzo Nibali vince Alejandro Valverde davanti a Kruijswijk e Zakarin

23/May/2016 - 22:12
An Post Rás, nella seconda tappa vince il padrone di casa Eoin Morton

23/May/2016 - 16:00
Giornata di rinnovi: André Greipel e Marcel Sieberg alla Lotto Soudal fino al 2018, Geraint Thomas prolunga con la Sky

23/May/2016 - 13:11
Benjamin Prades vince l'ultima tappa del Tour de Flores ma non basta, la generale va a Daniel Whitehouse

23/May/2016 - 12:39
Brutte notizie per il ciclismo elvetico: l'IAM Cycling comunica che cesserà l'attività a fine stagione

23/May/2016 - 11:22
Conclusi i Campionati Panamericani: l'ultimo oro è dell'ecuadoriano Jonathan Caicedo

22/May/2016 - 23:59
Il Tour of California si conclude con una imperiosa volata di Mark Cavendish. Classifica finale a Julian Alaphilippe

22/May/2016 - 23:39
Il Tour of Bihor si chiude nel segno dell'Androni Giocattoli-Sidermec: tappa a Marco Benfatto, generale a Egan Bernal

22/May/2016 - 23:20
Women's Tour of California: gioie finali per Kirsten Wild e Megan Guarnier. Le altre corse: ok Bertizzolo e Lepistö

22/May/2016 - 22:44
Velothon Wales, Thomas Stewart supera Rasmus Guldhammer e Ian Bibby

22/May/2016 - 22:24
Dilettanti, ulteriori vittorie per Nicola Bagioli e Riccardo Minali alla Due Giorni Marchigiana

22/May/2016 - 22:22
Scatta l'An Post Ras: la prima tappa va all'olandese Taco Van der Hoorn grazie ad un colpo di mano