Tour Down Under 2013: Gilbert e altri 15 cadono, Thomas emerge - Javier Moreno secondo, bene Pietropolli
- Tour Down Under 2013
- BMC Racing Team 2013
- Belkin Pro Cycling Team 2013
- Lampre - Merida 2013
- Lotto Belisol Team 2013
- Sky ProCycling 2013
- Andrea Guardini
- Andrey Amador Bikkazakova
- Andy Schleck
- Arnaud Courteille
- Ben Hermans
- Bernard Sulzberger
- Blel Kadri
- Calvin Watson
- Cameron Wurf
- Christophe Kern
- Christopher Juul Jensen
- Daniele Pietropolli
- George Bennett
- Geraint Thomas
- Giovanni Visconti
- Gorka Izagirre Insausti
- Guillaume Bonnafond
- Ian Stannard
- Ion Izagirre Insausti
- Javier Moreno Bazán
- Jens Voigt
- Jesse Sergent
- José Herrada López
- José Joaquín Rojas Gil
- Kenny Elissonde
- Matthew Lloyd
- Mikel Astarloza Chaurreau
- Philippe Gilbert
- Simon Gerrans
- Tiago Jose Pinto Machado
- Tim Wellens
- Tom Jelte Slagter
- Tomasz Marczynski
- Wilco Kelderman
- William Clarke
- Uomini
Non è finita con una volata di gruppo la seconda tappa del Tour Down Under, quella dell'inedito arrivo di Rostrevor, ma non per merito dell'attesa salitella di Montecute, che avrebbe dovuto rimescolare le carte e chiamare alla battaglia i big della corsa. La rampa, alla resa dei conti, si è rivelata abbastanza ininfluente ai fini del risultato; non come la discesa, su cui una caduta nelle prime posizioni del plotone ha coinvolto Philippe Gilbert e un'altra quindicina di uomini, frazionando il gruppo stesso e permettendo a un quartetto di attaccanti - che si erano mossi ai piedi della salita - di andare al traguardo e giocarsi la vittoria, che ha arriso al gallese della Sky Geraint Thomas, nuovo leader della generale.
Dopo la fuga di Kerby ieri, è stato un altro 20enne di casa, Calvin Watson, ad attaccare per primo, dopo appena 3 km di gara. Al giovanotto si sono accodati il connazionale William Clarke (a segno un anno fa proprio grazie a una fuga), il francese Bonnafond e il danese Juul Jensen. I quattro non hanno mai avuto più di 2'20" di vantaggio, tenuti a tiro da squadre come Sky, Lotto, Blanco e BMC, e hanno appena potuto disputarsi i traguardi volanti (vinti entrambi da Clarke, su Watson e Bonnafond il primo, su Bonnafond e Juul Jensen il secondo) per provare a portare a casa qualcosa di tangibile a fine giornata (in forma di punti o di abbuoni).
Raggiunti i fuggitivi tra i -17 e i -14 al traguardo (prima Bonnafond e Clarke, poi gli altri due), il costaricano Amador, già protagonista di una memorabile fuga (con tanto di vittoria, a Cervinia) all'ultimo Giro, ha tentato un attacco ancor prima che la strada iniziasse a salire. Ai -12, sulle prime rampe di Montacute, il neozelandese della RadioShack George Bennett (neanche 23enne) è scattato, sollecitando la reazione di Geraint Thomas, che l'ha raggiunto e staccato a sua volta un chilometro dopo.
Lungo la salita, con Thomas che provava a resistere in testa, dal gruppo è emerso Javi Moreno, in compagnia di Ben Hermans, che si è mosso per coprire le spalle al compagno Bennett; la coppia di contrattaccanti ha raggiunto rapidamente il neozelandese, e dopo lo scollinamento tutti e tre si sono riportati su Thomas (che intanto, coi punti del Gpm, si era già assicurato la maglia di migliore scalatore).
I quattro non avevano che pochissimi secondi di margine sul gruppo, ma in discesa il patatrac: la già citata caduta di Gilbert e soci ha provocato un parapiglia che ha innegabilmente favorito gli attaccanti. A parte Courteille (trasferito in ospedale con sospetta frattura del naso), tutti hanno raggiunto il traguardo, ma gli ammaccati non si contano (Voigt, Sulzberger - che pare si sia raddrizzato da solo un dito che si era slogato... - Wurf, Sergent, Lloyd, Stannard, Herrada, Visconti, Marczynski, Kern, Kadri, Astarloza); ai ruzzolati, vanno aggiunti quelli che si son trovati imbottigliati dietro, sicché a fine discesa a inseguire il quartetto al comando non c'erano che quelli che si trovavano nelle prime posizioni del gruppo al momento della caduta.
E cioè 11 uomini (tra cui Pietropolli, i fratelli Izagirre, Machado e diversi bei giovani, da Slagter a Wellens, da Elissonde a Kelderman), che però, malgrado si siano trovati veramente a un passo dai battistrada (ai 3 km pareva che il ricongiungimento fosse cosa fatta), non sono riusciti a chiudere il gap. Lo sprint a quattro per la vittoria ha visto Thomas partire lungo e tenere benissimo il ritorno di Moreno (secondo) ed Hermans (terzo), mentre Bennett perdeva le ruote e veniva risucchiato dal secondo drappello, regolato per il quarto posto da Slagter su Wellens e Pietropolli. A 21" è arrivato un terzo gruppetto (con Rojas), e da lì in poi è stato uno stillicidio di drappelli. Tra i favoriti (ormai ex) per il successo finale, Gerrans ha perso 2'36", Gilbert 2'49". Da segnalare l'opaca prova di un Andy Schleck lontanissimo dalla miglior forma, giunto accanto a Guardini nel gruppone dei velocisti; il lussemburghese si è fatto notare per qualche cambio dato in testa quando tiravano i suoi, e soprattutto per un lungo andirivieni tra plotone e ammiraglia quando mancavano più di 20 km alla fine.
La classifica è ora monopolizzata dai protagonisti della tappa odierna: Thomas è primo e precede di 5" Moreno, di 7 Hermans e di 14 Pietropolli (quarto) e gli altri 11 uomini arrivati con lo stesso tempo dell'italiano della Lampre. Visto che il percorso non garantirà chissà quale selezione, da qui a domenica (se escludiamo l'arrivo in salita di Willunga Hill, che però non causerà cataclismi), è pensabile che il vincitore finale uscirà da questi 15 uomini. Domani la Unley-Stirling non dovrebbe sfuggire ai velocisti, anche se l'arrivo tira leggermente all'insù; nel recente passato su quel traguardo si sono imposti sprinter come Allan Davis e Michael Matthews.