Tour Down Under 2013: Greipel e Australia, è proprio amore - André stravince ed eguaglia McEwen. Démare secondo
- Tour Down Under 2013
- Lampre - Merida 2013
- Lotto Belisol Team 2013
- Orica - GreenEDGE 2013
- Sky ProCycling 2013
- Team Argos - Shimano 2013
- André Greipel
- Arnaud Démare
- Blel Kadri
- Christopher Juul Jensen
- Daniele Pietropolli
- Edvald Boasson Hagen
- Gregory Henderson
- Jack Bobridge
- Jordan Kerby
- José Ivan Gutiérrez Palacios
- José Joaquín Rojas Gil
- Jérôme Pineau
- Lachlan David Morton
- Manuele Boaro
- Marcel Kittel
- Mark Renshaw
- Matthew Harley Goss
- Philippe Gilbert
- Roberto Ferrari
- Simon Gerrans
- Simone Ponzi
- Steele Von Hoff
- Thomas De Gendt
- Zakkari Dempster
- Uomini
André Greipel ha un rapporto speciale col Tour Down Under. È qui che, nel 2008, iniziò a far parlare di sé, quando ancora era l'apripista di Mark Cavendish, ma in assenza del capitano riuscì a infilare 4 tappe più la classifica generale, vestendo pure la maglia bianca del Pro Tour, nell'occasione (era l'esordio per il TDU nella "massima serie" del ciclismo). Oggi che è un corridore affermato, tra i più forti sprinter del mondo e in grado di vincere tappe in serie pure al Tour de France, il tedesco non disdegna di mantenere le sane abitudini di una volta, come conferma l'impegno con cui ha affrontato gli albori di questa nuova stagione.
Primo domenica nella People's Choice Classic, la kermesse che anticipa il Down Under vero e proprio; primo oggi nella prima delle sei tappe che compongono la gara australiana, da Prospect a Lobethal: di sicuro il corridore della Lotto è animato da una gran voglia di far bene, del resto gli stimoli non gli mancano, visto che - tappe dei GT a parte - ha pur sempre in animo di fare un colpo grosso in una classica, prima o poi.
Siamo alle prime sgambate stagionali, e percorsi e chilometraggi sono coerenti con l'ancora basso livello di forma del gruppo. I 135 km della frazione odierna, praticamente privi di salite, erano un chiaro antipasto prima della scontata volata. Solo il coraggio (e la fortuna, e le gambe) di qualche outsider avrebbe potuto indirizzare in senso diverso la corsa. E ci ha provato Jordan Kerby, a vestire i panni dell'outsider in questione. Ragazzo del Queensland, appena ventenne, discreto cronoman (l'anno scorso ha vinto il prologo del Giro di Thailandia), il rappresentante della selezione australiana (unica formazione non WT in gara) si è mosso una prima volta con Morton e Juul Jensen, quindi - sfumato il primo tentativo - una seconda volta al km 10, tutto solo.
Kerby ha guadagnato fino a 7' (vantaggio toccato dopo appena 10 km di fuga), si è assicurato i primi due sprint intermedi di giornata e la maglia di migliore scalatore (si parva licet...) per essere passato in testa anche al traguardo Gpm di Checker Hill. Alle sue spalle intanto in diversi scaldavano la gamba: Bobridge, scattato dal plotone proprio sulla rampa di Checker Hill e passato al secondo posto in "vetta" davanti a Manuele Boaro; e Gerrans e Ponzi (secondo e terzo al primo sprint intermedio) e poi De Gendt e Rojas (idem, ma al secondo sprint). E poi gli uomini di Lotto, Argos, Orica, Sky, chi più chi meno impegnato a tirare per ricucire sulla fuga.
Tanto hanno lavorato bene, dietro - o tanto si è stancato il buon Kerby - che il margine rispetto al battistrada è crollato a 1'10" quando al traguardo mancavano 65 km. Un breve rallentamento, per evitare di agguantare il fuggitivo troppo presto, ha permesso all'australiano di riprendere un minimo di quota, ma quando dal gruppo è scattato Jérôme Pineau, sono bastate poche pedalate di quest'ultimo per prendere e staccare il volenteroso Jordan, che ha alzato bandiera bianca a poco più di 35 km dalla fine (per poi tagliare il traguardo per ultimo, a 5'18" dai primi).
Pineau ci ha pure creduto, visto che nel giro di una decina di chilometri ha messo in cascina 1'20" di vantaggio sul plotone; ma un supplemento di lavoro di Orica, Lotto e Sky ha permesso di annullare anche la seconda fuga di giornata: ed è stato un certo Philippe Gilbert, d'iride fasciato, a incaricarsi in prima persona di compiere uno scatto che, al terzo sprint intermedio (ai -17), gli ha consentito in un colpo solo di riprendere Pineau e di conquistare l'abbuoncino da 3", davanti a Pineau e a un motivato (in ottica classifica finale) Gerrans.
La storia della volata è tutta nel grande controllo esercitato da Lotto e Sky, feroci nell'annullare un paio di velleitari tentativi (Ivan Gutiérrez ai -11, Kadri ai -6) e poi nel contendersi la testa del gruppo nei 4 km finali. Ma il treno della squadra belga è stato realmente superlativo, per tempismo e meccanismi. Nel momento in cui Greg Henderson, ultimo uomo di Greipel, ha impresso ai 300 metri l'accelerazione necessaria per lanciare il suo capitano, alle spalle del tedesco c'era Steele Von Hoff, 25enne australiano che da quest'anno difende i colori della Garmin. Il ragazzo deve aver pensato di star pedalando con un macigno attaccato al mozzo, visto che quando Greipel è partito, si è tolto letteralmente di ruota il malcapitato avversario.
Il quale, oltre a perdere 20 metri in un secondo da André, ha anche fatto un po' da tappo per chi sopraggiungeva da dietro. Démare, ad esempio, che era partito dalla sesta-settima posizione (con Ponzi a ruota) e che ha dovuto fare uno slalom per dribblare Von Hoff. Il francesino si è illuso per un attimo di poter rimontare (trascinando nella sua scia Renshaw, inseritosi alla ruota di Arnaud, e Ponzi, che ha chiuso al quarto posto), ma si è avvicinato a Greipel solo quando questi, abbondantemente certo della vittoria, ha smesso di pedalare a 50 metri dal traguardo, bastandogli comunque ciò per imporsi con oltre due biciclette di vantaggio (rispondendo alla grande alla vittoria di poche ore prima dell'amico-rivale Cavendish in Argentina). Il successo odierno è il 12esimo al Down Under per il tedesco: come lui in questa corsa, solo il grande Robbie McEwen.
Dopo la randellata nei denti, Von Hoff ha chiuso comunque al quinto posto, davanti alla coppia Lampre formata da Pietropolli e Ferrari, e a Boasson Hagen, Rojas e Dempster; non pervenuti, allo sprint, uomini come Goss o Kittel. In classifica Greipel guida con 4" su Démare e 6" su Renshaw. Gli abbuoni dei vari traguardi volanti hanno quindi proiettato Gerrans e Gilbert al quarto e al quinto posto (a 7" da Greipel), seguono Pineau e De Gendt a 8", Ponzi e Rojas a 9" e Von Hoff e il resto del gruppo a 10".
Domani potrebbe esserci un'altra volata, ma poco prima dell'arrivo di Rostrevor (agli 8 km) c'è una salitella inedita per il TDU: quel Montecute, classificato come 1a categoria, dovrebbe creare un po' di scompiglio, e il suo somigliare (almeno vagamente) a una côte potrebbe risvegliare riflessi pavloviani in Gilbert. Il quale oggi, con quello scatto al traguardo volante, ha lanciato agli avversari un primo interessante ammonimento.