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L'incontro: Lo Scintoismo, una religione - Una giornata in ritiro con la Vini Fantini

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Luca Scinto presenta a Chieti la nuova Vini Fantini-Selle Italia © Scanferla

Non che fosse una giornata programmata, né il servizio di un inviato mandato dal giornale (o dal sito, in questo caso). Era più che altro una voglia personale, un voler rincontrare determinate persone con le quali si è trascorso un segmento, seppur beve (ma intenso) della propria vita. Ne è uscito un pomeriggio fatto di chiacchiere e ricordi, di prospettive per il futuro e di parecchio divertimento, soprattutto a cena, "sfruttando" il bel clima che si respira all'interno del team Vini Fantini-Selle Italia.

Il rinnovamento della compagine gestita da Angelo Citracca e diretta da Luca Scinto, Serge Parsani e Giuseppe Di Fresco è stato ampio e trasversale, soprattutto per quanto riguarda i ciclisti di punta (via Pozzato, Favilli e Guardini), ma i vari collegiali svolti prima di quello di Sabaudia - collimato con la presentazione ufficiale avvenuta a Chieti lo scorso sabato - hanno coeso l'ambiente e permesso ai ragazzi di conoscersi meglio e considerarsi già "team".

In tutto questo la mano del "compagnone" Luca Scinto è evidente. Un uomo sempre in movimento e difficilmente con la bocca chiusa, un archivio quasi interminabile di aneddoti, di ricordi e di racconti. Un animale sociale che dà il meglio di se stesso a cena, mentre cerca con gli occhi lo sguardo di ogni proprio corridore e nello stesso tempo si preoccupa di essere un buon padrone di casa con tutti i commensali. Ovviamente sempre accompagnato dall'inseparabile smartphone, col quale naviga su Twitter (soprattutto) e nella chat privata del team su Whatsapp, sulla quale imperversano battute e sfottò.

Un Luca Scinto che inizia il pomeriggio citando Ferretti («Adesso chi non firma il rinnovo del contratto non corre il Giro d'Italia», sorridendo a sessantasei denti non appena terminato la frase) e conclude con un altro sorriso - stavolta con qualche dente in più - quando l'addetto stampa (anzi, factotum) Francesco Pelosi gli comunica che le divise nuove arriveranno in Venezuela giusto in tempo per la partenza della Vuelta al Tachira (che è iniziata venerdì 11 e che ha regalato agli yellowfluo la prima vittoria stagionale con Michele Merlo, in volata, nella 2a tappa).

C'è tanta soddisfazione tra i corridori e lo staff per gli inviti ricevuti da RCS Sport per tutte le corse World Tour della stagione. La notizia è arrivata verso l'ora di pranzo in ritiro e noi l'abbiamo seguita di una mezz'oretta, quindi l'entusiasmo è ancora bello vivo negli occhi di tutti. I corridori esultano, quasi, lo staff inizia a lavorare per la logistica e per tutta l'organizzazione che un team professionistico deve avere durante un evento lungo un mese e che percorre tutta la Penisola nostrana.

Invitati alla Tirreno-Adriatico, alla Milano-Sanremo, al Giro d'Italia e al Giro di Lombardia. Unico team Professional a prendere parte a tutte le gare italiane inserite nel circuito UCI World Tour con il pieno consenso dei cinque votanti di RCS Sport. Michele Acquarone dirà il giorno successivo alla Gazzetta dello Sport che il dossier presentato dalla Vini Fantini-Selle Italia è stato il migliore, premiando così il lavoro di Pelosi e del suo staff.

Una squadra che vede in roster Garzelli, Gatto, Santambrogio, Chicchi e Rabottini probabilmente non dovrebbe vivere con tanto patema d'animo un evento come l'assegnazione delle wild card, ma la "realpolitik" del ciclismo è quella che è, per questo Scinto nel pomeriggio fa una battuta («L'anno prossimo punto alla Coppa Italia, così più che fare un piacere a noi lo faccio a RCS») che la dice lunga su quanta preoccupazione, sportiva ed economica, è legata attorno ad una decisione che può effettivamente decidere le sorti di un progetto («Se non ci avessero invitati, quest'anno sarebbe stato al sicuro, ma a lunga scadenza non so che ripercussione avrebbe potuto avere», spiega il ds toscano).

Scinto non può dirlo, ma noi sì. Le loro preoccupazioni erano infondate. Quattro inviti su quattro, ottenuti con cinque voti su cinque. Un plebiscito. «Ci danno la possibilità di fare tutte le corse e, da tecnico, dico che sono contento perché ho corridori con tanta fame in grado di fare bene. Anzi, non penso di aver mai avuto un parco corridori forte come quest'anno - ormai il Pitone è un fiume in piena - Per il Giro mi aspetto un paio di numeri di classe da parte di Garzelli, mentre da Chicchi mi aspetto tanto a Napoli; lui lo sa, ho questo pallino. Santambrogio potrebbe essere la sorpresa dell'anno, e poi c'è Rabottini in cerca di conferme, senza sottovalutare il colpo Monsalve e la riconferma di Andriato, un velocista che già mi ha regalato due vittorie lo scorso anno e che a detta di molti è il brasiliano più forte in gruppo. E poi nel 2013 voglio provare a vincere la Coppa Italia, per avere un pensiero in meno l'anno prossimo» (chi vince la speciale classifica a squadre istituita dalla Lega del Ciclismo Professionistico della FCI ha l'invito assicurato per il Giro d'Italia dell'anno successivo, nda), sono le frasi che "rubiamo" dalla telefonata che riceve da Marco Pastonesi della Gazzetta dello Sport, proprio mentre sta parlando con noi.

Chicchi, Rabottini, Garzelli e Gatto è il quartetto che dovrebbe essere già sicuro del posto in squadra per la Corsa rosa 2013. Ad usare il condizionale è lo stesso Scinto, al quale chiediamo qualcosina in più sui corridori d'esperienza che ha in squadra e come pensa di gestirli durante l'annata. «Un corridore del carisma di Garzelli può fare assolutamente da chioccia ai giovani. Tutti sanno che è un campione e se è un campione a dare un consiglio a un giovane, quel giovane il consiglio lo custodirà gelosamente. Luca Mazzanti è invece il mio regista in corsa, sono i miei occhi in gruppo e fuori, è quel tipo di corridore che ogni ds vorrebbe avere, perché in lui ho fiducia e so che se deve riprendere un ragazzo per un comportamento o una frase sbagliata lo farà nello stesso modo in cui lo farei io. Un altro mio storico fidato è Leonardo Giordani, altro ragazzo a cui non devo più dire nulla, perché sa già cosa voglio da lui. Colgo anche l'occasione per spiacermi per tutti quei ragazzi che hanno fatto un percorso con noi fino allo scorso anno e che quest'anno non è stato possibile riconfermare; voglio solo sottolineare che è stata una scelta tecnica dovuta alla considerazione che raramente ci toccherà tirare in prima persona quest'anno; nel 2013 saremo i più battaglieri, quelli che daranno sempre il 110%, quando gli altri vedranno la macchia giallofluo sapranno che dovranno preoccuparsi perché saremo pronti ad accendere la corsa con scatti e attacchi. Ho poi la fortuna di avere in ammiraglia un direttore sportivo come Serge Parsani, che è stato mio ds per nove anni e con il quale ci capiamo al volo, che mi sta dando già dallo scorso anno la possibilità di gestire al meglio la doppia attività».

Gli chiediamo anche dei corridori meno citati dai giornali. «Mi piacciono le scommesse, tutto qua. Prendiamo un corridore come Merlo. Ha vinto al primo anno da pro', quindi i numeri ce li ha. Ha avuto un po' di passaggi a vuoto, è vero, ma è un corridore che a me costa poco e che, di contro, mi può rendere tantissimo. Perché non scommetterci? Un altro è Mauro Finetto, un corridore del tutto integro che nei primi anni da pro' ha fatto vedere numeri davvero interessanti. Monsalve è un corridore atipico, resistente in salita e veloce allo sprint, se si adatterà alle corse europee può essere un colpaccio. I neopro' li conosceremo strada facendo, ma posso dire che, vedendolo pedalare, mi piace molto il passista veloce Mattia Pozzo, che Monguzzi è uno scalatore che sarà da seguire col gran caldo e che Miletta mi è stato così consigliato da un amico come Michele Bartoli che sono curioso di vederlo all'opera come passista-finisseur».

Una scelta tecnica, diceva prima Scinto, votata all'attacco e alla possibilità di avere una massiccia presenza di corridori Vini Fantini-Selle Italia nelle prime posizioni grazie alle caratteristiche di tanti corridori che vanno bene in salita e che sono veloci, tra i quali aggiungiamo anche l'altro neoarrivato Taborre. I giovanissimi non rischiano di avere poco spazio e di lavorare "troppo" per i capitani di giornata? «Lavoreranno il giusto quando ci sarà da lavorare ed avranno i loro spazi nelle corse minori, soprattutto all'estero, dove potranno mettersi in mostra e dimostrare quello che valgono. E di possibilità ne avranno, se calcoliamo che il nostro sponsor vende vino in 89 Paesi...».

Tra gli aneddoti raccontati a cena, e che è giusto rimangano confinati alla tavolata dei presenti, citiamo soltanto il racconto della vittoria di Oscar Gatto a Tropea al Giro 2011: «Quel giorno dovevamo lavorare per Giovanni Visconti, ma a 20 km dall'arrivo venne alla macchina e mi disse che non stava troppo bene e non se la sentiva. Sicché dopo qualche minuto è arrivato Gatto e al finestrino m'ha detto che sarebbe scattato lui. Per un attimo ho pensato di dirgli di non fare bischerate, di provare a salvarsi e semmai dare la zampata veloce nel finale, ma poi ho tenuto la bocca chiusa e l'ho lasciato fare». Un commensale gli dà sarcasticamente dello stratega, allora Scinto precisa: «Attenzione, il finale lo conoscevano perché al mattino sul pullman avevo fatto vedere ad entrambi le strade grazie alla ricognizione di Cassani su Raisport. E poi quando un corridore è così convinto, un bravo ds deve anche saperlo ascoltare. Quel giorno fummo tutti molto bravi». Compagnone, sì, ma competente ed orgoglioso.

In attesa dell'annuncio dell'ingaggio del 24esimo corridore del roster. Uno scalatore abruzzese, capelli biondo cenere, con tanti anni d'esperienza alle spalle e - soprattutto - col dente avvelenato.

Mario Casaldi

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