Tour of Beijing 2012: È ancora Martin il re di Pechino - Ultima tappa a Cummings su Hesjedal. Ritirato Schleck
- Tour of Beijing 2012
- Astana Pro Team 2012
- BMC Racing Team 2012
- Garmin - Sharp 2012
- Omega Pharma - Quick Step 2012
- Alexey Tsatevich
- Andy Schleck
- Daniel Martin
- Daniele Bennati
- David Tanner
- Edvald Boasson Hagen
- Elia Viviani
- Enrique Sanz
- Eros Capecchi
- Francesco Gavazzi
- Frederik Veuchelen
- Grega Bole
- Jan Bakelants
- Jussi Veikkanen
- Kenny Dehaes
- Maarten Wynants
- Manuele Boaro
- Mikhail Ignatiev
- Rinaldo Nocentini
- Ryder Hesjedal
- Stephen Cummings
- Tim Wellens
- Tony Martin
- Uomini
E se lo porta a casa, Tony Martin, si porta a casa il Giro di Pechino anno II, dopo aver fatto suo già quello dell'anno I, ed evidentemente l'aria di quella parte di Cina lo galvanizza e gli fa trovare anche il guizzo di fantasia che da un cronoman difficilmente ti aspetteresti. Ma, come lui stesso ha detto, quest'anno non c'erano prove contro il tempo, e allora ha dovuto inventarsi qualcosa, nella fattispecie una bella fuga vincente nella seconda tappa, l'azione che gli ha permesso di vestire la maglia rossa di leader, da lui poi difesa in scioltezza nelle restanti frazioni della corsa.
L'ultima, quella di oggi, aveva qualche salitella sul percorso da Chang Ping a Ping Gu (182 km e spiccioli in totale), e se la Garmin ha tenuto cucita la corsa nei primi 50 km (Daniel Martin, migliore scalatore della classifica, voleva raccogliere punti sui primi due Gpm di giornata), nella fase centrale della tappa ha preso forma una fuga di 12 uomini e cioè Cummings, Veikkanen, Ignatiev, Tsatevich, Bole, Sanz, Boaro, Wynants, Dehaes, Tanner, Bakelants e Veuchelen.
Con la Omega Pharma di Martin a controllare che l'azione non prendesse proporzioni esagerate, si è arrivati ai piedi della principale ascesa di giornata (quella verso Si Zuo Luo, vetta ai -30) col gruppo distante un minutino dai battistrada; a quel punto Ryder Hesjedal è emerso prepotentemente dal plotone, si è portato sul drappello al comando (che nel frattempo si era già abbondantemente scremato), e ha imposto un ritmo a cui solo Cummings e Bakelants hanno potuto resistere; a 2 km dal Gpm, poi, anche il belga della RadioShack ha alzato bandiera bianca, sicché la coppia anglo-canadese si è involata verso il traguardo, mentre in gruppo Samuel Sánchez provava un affondino subito stoppato da Tony Martin.
La volata a due tra Hesjedal e Cummings non ha avuto storia e si è chiusa in favore di quest'ultimo, che quest'anno aveva già vinto una bella tappa a Ferrol, alla Vuelta a España (fu un'altra fuga baciata dal successo). È stato bravo, il britannico della BMC, a tener duro nel resistere al forcing di Hesjedal, e ha ricevuto poi il giusto premio per essere stato in avanscoperta per 130 km. Il canadese della Garmin, da parte sua, si fa vedere fino al tramonto della stagione, e ciò è positivo e sintomatico della voglia di far bene del vincitore del Giro d'Italia (il quale aveva anche ambizioni nei confronti del Tour, da cui si è però dovuto ritirare per una caduta).
Tra gli altri partecipanti eccellenti al Tour of Beijing, di segno completamente opposto invece la prestazione di Andy Schleck; il quale rientrava sì da una frattura al bacino, ma ha gravitato sempre nelle ultime posizioni della corsa, staccatissimo ogni giorno, fino al ritiro giunto oggi (a 40 km dalla conclusione della gara cinese), quando era abbondantemente ultimo in classifica. Probabile che l'assenza di ritmo di gara in seguito alla frattura patita in giugno (e alla lunga riabilitazione) sia stata più determinante di quanto non si sia portati a pensare; di fatto, nel 2013 sarà necessario tutto un altro Andy, se l'obiettivo è tornare ai vertici.
Ci rimane da segnalare la volata per il terzo posto, in cui Edvald Boasson Hagen ha preceduto Bennati, Wellens, Gavazzi e altri 25 (circa) uomini; una volata più importante di quanto non sembri, visto che ha permesso al norvegese di conquistare l'abbuono con cui ha scavalcato in classifica Daniel Martin al terzo posto (46" di ritardo per EBH, 50" per l'irlandese). Il secondo della generale, Francesco Gavazzi, ha chiuso a 40" da Tony ma va già più che bene così, soprattutto alla luce della tappa vinta giovedì dal corridore dell'Astana. Una corsa, il Tour of Beijing, che ha sorriso abbastanza agli italiani, vincitori di una frazione anche con Viviani, e che si sono piazzati spessissimo ai primi posti degli ordini d'arrivo. Non è del resto un caso se in classifica troviamo anche Eros Capecchi e Rinaldo Nocentini al quinto e al sesto posto.