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Paris - Tours 2012: Marcato va in gol all'ultimo assalto - Vittoria pesante dopo tanto tentare

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Marco Marcato si aggiudica la 106a Paris-Tours © BettiniphotoSe dovessimo scegliere il miglior gesto tecnico della 106a Parigi-Tours purtroppo saremmo costretti a tagliare fuori il vincitore Marco Marcato in luogo di John Degenkolb. È infatti il 23enne tedesco della Argos-Shimano che dopo la Côte de l'Épan esce da un gruppo frazionato da una caduta e prova tutto solo a riportarsi sui tre battistrada, Terpstra, De Vreese ed appunto Marcato. In ogni corsa di questo mondo il favorito che scatta e prova da solo ad andarsi a prendere la vittoria verrebbe subito acciuffato dal gruppo con i principali contendenti. Non oggi. Plotone troppo stanco? Degenkolb troppo forte? Cinquanta e cinquanta, e così il tedesco si trova a 20" dai tre battistrada quando mancano mille metri alla conclusione.

Ci spera anche, quando questi si guardano, e manca ancora tutta l'Avenue de Grammont prima del traguardo. Tra Terpstra, De Vreese e Marcato c'è però uno più motivato di tutti a non mollare, a tirare fino alla fine, comunque vada. A non far rientrare quel Degenkolb indiavolato e sicuramente vincente in uno sprint ristretto tra fuggitivi più o meno spompati.

Il più motivato ad arrivare in fondo è quello che ad una Parigi-Tours ci è andato più vicino di tutti negli anni e risponde al nome di Marco Marcato, secondo nel 2011 alle spalle di Greg Van Avermaet, dopo una gara sin troppo generosa. Il 28enne di San Donà di Piave ha imparato dall'errore di dodici mesi fa; si volta, vede Degenkolb rinvenire e sprona i compagni di fuga a darsi una mossa. Lo guardano perplessi per 200 metri abbondanti, poi si convincono che tanto vale rischiare.

È il Campione olandese Niki Terpstra a rompere gli indugi, scattando in faccia a Marcato, mentre Degenkolb è vicino ma non troppo. Il buon Niki però non ha certo le caratteristiche dello sprinter e si afflosca dopo lo scatto. Marcato capisce che la sua ruota non è quella giusta e lancia la sua volata, con De Vreese a ruota. Il belga della Topsport Vlaanderen tenta la rimonta ma Marcato ha troppa fame di vittoria, troppa voglia di mettere nel carniere la prima Classica della carriera, dopo esserci andato così vicino. Sguardo assatanato, uno sbuffo di fatica, le braccia che finalmente si alzano al cielo, dopo aver subito la beffa un anno fa, stessa corsa, stesso traguardo.

È una piccola grande rivincita per il corridore veneto la cui annata è stata molto positiva. Subito un secondo posto al GP d'Ouverture La Marseillaise e sembrava che la fortuna non volesse ancora girare dalla sua. Invece dopo quattro giorni, è il 4 febbraio, arriva la prima vittoria (e resterà, sino a stamane, l'unica), ottenuta nella 4a tappa dell'Etoile de Bessèges. Molti, moltissimi piazzamenti procurano a Marcato, onesto lavoratore che sa ritagliarsi, nei tempi e nei modi giusti, i suoi spazi, fino ad arrivare alla convocazione in Nazionale per i Mondiali di Valkenburg. Li corre all'attacco, come è solito fare; entra nella prima fuga, sfruttando l'azione di Contador sul Cauberg e si porta insieme a Diego Ulissi sui compagni Dario Cataldo e Rinaldo Nocentini. Il 77° posto della spedizione olandese è già rimosso e stamane Marcato è partito da Châteauneuf-en-Thymerais, alle porte di Parigi, con l'obiettivo di migliorare il secondo posto dello scorso anno a Tours. Missione compiuta, e non era affatto semplice!

La 106a Parigi-Tours prende il via da Châteauneuf-en-Thymerais alle 10.30 e la partenza è al fulmicotone (la prima ora è corsa alla media di 50.400 km/h ed alla fine verrà stabilito il record di velocità nelle Classiche: Marcato ha infatti percorso i 235.5 km alla media di 48.629 km/h). Dopo soltanto 3 km è Sylvain Chavanel che si lancia in un bell'allungo, dando di fatto il la alla prima fuga di giornata. Con lui Hepburn, Bodrogi, Kelderman, Kroon, Morkov, Chavanel, Pineau, Smukulis, Gérard, De Kort e Talabardon. Raggiungono un vantaggio massimo di 4' sul plotone che pian piano recupera e così in avanscoperta restano soltanto alcuni reduci: Kroon, Morkov, Chavanel, Smukulis, Gérard, De Kort e Taabardon.

Quando mancano soli 40 km all'arrivo c'è tutto il tempo per riprendere i fuggitivi (il gruppo è lontano poche centinaia di metri) e stravolgere ancora una volta la situazione di gara. Prima che il gruppo sopraggiunga va però in fuga solitaria, allungando sugli ex compagni, il danese Michael Morkov, non nuovo - tutt'altro - a trovarsi per molti chilometri in testa alla corsa. Se altre volte il coraggioso portacolori della Saxo Bank-Tinkoff aveva guadagnato minuti, oggi riesce soltanto a tenere il gruppo, con i vari Van Avermaet e soprattutto Degenkolb scalpitanti, a 31". In pratica l'azione di Morkov muore sul nascere ed il gruppo si ricompatta.

Il finale prevede la scalata della Côte de Crochu, della Côte du Beau Soleil e della Côte de l'Épan; impossibile che dal gruppo non escano gruppetti d'attaccanti. Infatti, tra un'accelerata e l'altra, se ne vanno Curvers, De Vreese, Marcato, Morkov, Pérard, Pichon, Terpstra e Turgot. Una caduta spezza il gruppo in diversi tronconi; Degenkolb è nel primo gruppetto, ben pilotato dai compagni di squadra, Koen De Kort su tutti. Gli altri sono costretti ad uno sforzo supplementare per non regalare al 23enne tedesco della Argos-Shimano l'ennesimo successo del 2012.

Il problema, per Degenkolb, è che la corsa si deciderà (anzi, si sta già decidendo) non tanto nel suo gruppo quanto là davanti, dove si sono avvantaggiati Laurens De Vreese, Niki Terpstra e Marco Marcato. Hanno 40" secondi sul primo gruppo inseguitore, quello di Degenkolb, per intenderci. È proprio il capitano della Argos che sulla Côte de l'Épan mette alla frusta De Kort, quindi si muove in prima persona a 3 km dalla fine, quando il terzetto di testa ha ancora più di 20" di vantaggio. Non potendola vincere di squadra prova a vincerla con un gran gesto atletico, Degenkolb. Purtroppo per lui davanti i cambi sono ancora regolari ed all'ultimo chilometro resta sempre una ventina di secondi da recuperare.

Siamo in vista del traguardo, sull'Avenue de Grammont: Degenkolb è in forte recupero e davanti i tre iniziano a guardarsi; quando Marcato capisce che né De Vreese né Terpstra lanceranno la volata prova a spronarli e ad evitare il rientro di Degenkolb. La situazione si fa seria, il tedesco ha dimezzato il gap ed ha nel mirino i tre battistrada.

Persa per persa, il Campione olandese Niki Terpstra lancia la volata ed alla sua ruota si piazza Marcato. Quello di Terpstra è però un fuoco di paglia e così il 28enne di San Donà di Piave si porta sul lato sinistro dell'Avenue de Grammont con uno scarto che fa protestare non poco De Vreese. Il belga si tiene fino all'ultimissimo a ruota di Marcato, che conduce lo sprint; cerca il momento propizio per uscire dalla ruota del veneto, momento che non arriverà mai, lasciando de Vreese in seconda piazza con le sue proteste per uno scarto che sì c'è stato ma non ha sicuramente falsato il risultato finale.

Terzo un Niki Terpstra che dopo l'allungo iniziale non disputa neanche lo sprint mentre al quarto posto troviamo un grandissimo Degenkolb. Giù dal podio, nonostante abbia compiuto l'azione più bella di giornata (poco prima pure Blythe aveva provato a riportarsi da solo sui fuggitivi, rimbalzando nettamente e rientrando nei ranghi) e fosse probabilmente il più forte in gara, deve accontentarsi della vittoria finale nell'Europe Tour.

Degenkolb chiude con un ritardo esiguo, soli 6", mentre il gruppo è a 12". Laurent Pichon 5°, seguito dal campione uscente Van Avermaet, regola il plotoncino. Leukemans, Hivert, Keukeleire e Stybar chiudono la top ten. Per i colori italiani Alessandro Bazzana chiude 20° mentre Giacomo Nizzolo, dal quale era lecito aspettarsi un buon risultato, è solo 31°.

Marcato diventa il sesto italiano a vincere la Parigi Tours e porta nel Bel Paese la settima vittoria nella Classica francese (Nicola Minali fece infatti doppietta nel '95 e '96). Marcato riporta la Parigi-Tours in Italia dopo la vittoria di Alessandro Petacchi nel 2007. Un successo che oltre ad essere il più importante della carriera è dedicato a diverse persone: la squadra, che gli ha dato fiducia, i compagni, che hanno creduto in lui e, ultima ma più importante di tutti, alla moglie Elisa, che ha sposato il 1° settembre scorso. Per motivi agonistici Marco e la sua signora non hanno potuto compiere il viaggio di nozze, si rifaranno nelle prossime settimane.

Marcato vince infatti l'ultima corsa della sua stagione e si prende una bella rivincita su coloro che non credevano in lui dopo quel 2° posto ottenuto qui nel 2011, tirando alla morte, arrivando con Van Avermaet per poi cadere vittima dei crampi e regalare, di fatto, la vitttoria al campione belga. Errori che non si possono ripetere, macchie che si possono lavare soltanto dimostrando che su un perdcorso come quello della Parigi-Tours si è competitivi ed ottenendo il massimo risultato, stavolta sì.

In quegli occhi sgranati sul traguardo, in quel sospiro finale, ci sono tutti i dodici mesi trascorsi da Marcato; dal ceffone preso da Van Avermaet alla convocazione in Nazionale, la prima della carriera, fino alla vittoria, finalmente giunta, in una Classica. Ed ora, dopo una prova come quella odierna, Marcato può andare in vacanza sereno, in pace con se stesso e con il mondo. Soddisfatto, per non tirarla per le lunghe.

Francesco Sulas

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