Giro di Lombardia 2012: Fascino grandioso, spettacolo meno - Percorso durissimo, ma va rivisto
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Lo scorso anno al momento della stesura dei calendari per la stagione 2012 s'era discusso molto sulla nuova collocazione del Giro di Lombardia, una settimana dopo al Mondiale ma molto anticipato rispetto a quella che era la tradizione: onestamente c'è una sensazione parecchio strana nel commentare la "Classica delle foglie morte" sapendo che la stagione non è ancora conclusa del tutto e infatti molti amanti del ciclismo che però non riescono a tenersi costantemente aggiornati su tutte le novità si sono ritrovati un po' spiazzati. Anche nel 2013 sarà così e quindi bisognerà cominciare ad abituarsi: il Mondiale di Firenze sarà domenica 29 settembre, il Lombardia si correrà il weekend successivo, sabato 5 ottobre.
Se vogliamo analizzare lo spostamento di data dal punto di vista strettamente tecnico, tralasciando tutti gli aspetti relativi alla storie e alle possibili conseguenze sulle altre corse del calendario italiano, allora il primo bilancio che si può fare è abbastanza positivo. Le difficoltà atmosferiche che spesso hanno condizionato il Lombardia oggi non sono mancate con una pioggia battente che s'è fatta sentire praticamente dal primo all'ultimo chilometro: a dire il vero il fattore meteo è sempre abbastanza aleatorio ma intanto s'è visto che una giornata così difficile si può trovare sia a fine settembre che a metà ottobre. E se poi a volte le foglie saranno un po' più verdi non sarà poi un dramma.
Per quanto riguarda i corridori in gara, invece, bisogna dire che non ci si poteva aspettare di meglio. Philippe Gilbert ha fatto qui il suo esordio in maglia iridata e a voluto correre per vincere a tutti i costi e ciò lo ha portato a rischiare più del dovuto in discesa; ma anche tutti gli altri più forti erano presenti e tutti con una condizione fisica eccellente vista la vicinanza al Mondiale. Le uniche assenze pesanti sono state quelle di Alejandro Valverde e Thomas Voeckler: il primo è stato fermato dall'influenza proprio alla vigilia della corsa, il francese invece ha dovuto fare i conti con il mancato invito della sua Europcar. Il Giro di Lombardia ha quindi ancora tutto il suo fascino e l'emozione e le parole di Joaquím Rodríguez ("ancora non ci credo, è la vittoria più importante della mia vita") dopo la sua vittoria sono forse la testimonianza migliore di ciò.
Un po' di scetticismo in più riguarda invece il percorso. Nonostante salite come la Valcava, la Colma di Sormano ed il Ghisallo, in questi ultimi due anni con arrivo a Lecco la corsa s'è ridotta quasi esclusivamente allo strappo finale di Villa Vergano: la variante del mitico Muro di Sormano proposta quest'anno non è riuscita nell'intento di animare la battaglia tra i big da lontano ed il gruppo che s'è formato alla fine di quella discesa era praticamente lo stesso che ha imboccato l'ultima salita. Il problema è principalmente il lungo tratto tra la cima del Ghisallo, salita già di per sé non durissima, e Oggiono dove iniziano le rampe di Villa Vergano: in totale sono 34 km in cui una squadra ancora numerosa può essere in grado di colmare distacchi importanti. L'esito dell'attacco dell'anno scorso di Vincenzo Nibali ha bagnato le polveri a tanta gente ed alla fine lo svolgimento della corsa è sembrato più simile ad una tappa di un grande giro piuttosto che a quello di una grande classifica.
Di alternative valide per rendere un po' più spettacolare quel tratto in cui la corsa finisce inevitabilmente per addormentarsi ce ne sarebbero ma tutto dipenderà dalla scelta della sede d'arrivo: RCS Sport aveva infatti un accordo con la città di Lecco per due anni per poi andare a fare una rotazione del traguardo tra altre località lombarde. Se verrà quindi confermata questa intenzione, già dal prossimo Mauro Vegni e Michele Acquarone dovranno studiare una nuova soluzione che magari non sacrifichi una salita simbolo come il Ghisallo o una impegnativa come il Muro di Sormano, la cui riproposizione sembra aver portato soprattutto commenti positivi.
Di sicuro in Lombardia di salite, o anche semplici strappi, che possano stimolare i corridori a darsi battaglia senza aspettare gli ultimi chilometri se ne trovano; in fondo è quello che vogliono vedere i tifosi più che le pendenze da capogiro. In fondo non servirebbe neanche tanto perché a RCS hanno già dimostrato di saper proporre tracciati molto impegnativi ed i 143 corridori ritirati di oggi sono un ottimo esempio. Di sicuro non sarà semplice trovare la soluzione perfetta anche perché l'intenzione di voler coinvolgere a turno tutta la regione obbligherà gli organizzatori a stravolgere il percorso di continuo: gli appassionati magari avranno qualche problema a ritrovare dei punti di riferimento di anno in anno ma sarà proprio il compito di RCS riuscire a coinvolgere.