Giro del Piemonte 2012: Urán sorprende, Paolini s'arrende - A Biella Luca è 2° dietro al colombiano
- Giro del Piemonte 2012
- Astana Pro Team 2012
- Euskaltel - Euskadi 2012
- Katusha Team 2012
- Lampre - ISD 2012
- Sky ProCycling 2012
- Carlos Alberto Betancur Gómez
- Carlos Julián Quintero Norena
- Daniele Bennati
- Gianluca Brambilla
- Giovanni Visconti
- Greg Van Avermaet
- Luca Paolini
- Matthew Lloyd
- Mattia Cattaneo
- Mauro Santambrogio
- Oleg Berdos
- Paolo Tiralongo
- Rigoberto Urán Urán
- Sergio Luis Henao Montoya
- Simone Ponzi
- Uomini
Nel 1991 il Giro del Piemonte fu vinto per la prima volta da un corridore non europeo: Djamolidine Abdoujaparov, uzbeko, s'impose su Moncassin e Moreels. Nel 2004 toccò all'Australia, con Allan Davis e l'anno successivo al Brasile, con un Murilo Fischer in stato di grazia (fu probabilmente quella la sua stagione migliore). Dopo le doppiette di Bennati e Gilbert, oggi assente ma che esibirà l'iride sabato al Lombardia, nel 2011 fu la volta di Dani Moreno.
Arriva ancora da un Paese latino, dalla Colombia di Rigoberto Urán, il vincitore di un Giro del Piemonte itinerante (quest'anno partenza da Fossano ed arrivo a Biella) ed a cui forse sarebbe bene dare alcuni punti certi. Se infatti anche le Classiche monumento come Fiandre e Roubaix aggiungono o tolgono di anno in anno qualche muro, qualche settore di pavé, se la Sanremo può essere indurita da salite aggiuntive o alternative, il Giro del Piemonte è nomade. Si sposta di anno in anno, non dando la possibilità di identificare la corsa con un luogo che non per forza dev'essere storico (la Milano-Torino ha il suo simbolo nella collina di Superga, il Giro dell'Appennino nel Passo della Bocchetta, per fare due esempi).
Tant'è, e così la 98a edizione del Giro del Piemonte prende il via da Fossano, si porta con un percorso decisamente soft in quel di Biella per poi affrontare due volte la salita di Favaro: 5 km d'ascesa con un tratto dove si toccano pendenze all'11%, la discesa che segue è intrigante e deciderà le sorti della corsa. I primi 188 km vedono il gruppo pigro che lascia presto andar via tre fuggitivi: Oleg Berdos, Carlos Julián Quintero e Matthew Lloyd non sono pericolosi e viaggiano indisturbati fino a Biella, con diversi minuti di vantaggio sul gruppo.
Plotone che sì lascia fare ma al primo passaggio sulla linea d'arrivo s'è già dato una bella svegliata e così succede che le prime rampe del Favaro decretino la fine delle lunga fuga portata avanti dal terzetto. Gruppo compatto ma per poco perché sulle pendenze più aspre si fa vedere davanti la maglia azzurro Astana di Paolo Tiralongo. Il corridore d'Avola stacca tutti ma la sua azione dura poco e viene ripreso.
Il forcing di pochi sgrana il plotone e davanti troviamo, tra gli altri, Gianluca Brambilla e l'ottimo Mattia Cattaneo, che ormai è uno stagista soltanto nella forma, visto che già dalla Tre Valli Varesine ha esibito tra i professsionisti numeri di un certo livello. Il giovane di Alzano Lombardo non riesce però a fare la differenza e così la discesa rimescola le carte.
Si decide tutto sull'ultima salita verso Favaro, dove si forma un gruppetto contenente Rigoberto Urán, Carlos Betancur, Mauro Santambrogio e Luca Paolini. Poco più indietro inseguono Gorka Verdugo e Sergio Henao, a far da stopper in favore del compagno di squadra (e connazionale) Urán. I quattro di testa guadagnano quanto necessario per potersi giocare la volata ristretta, o almeno questo sarebbe nelle intenzioni. Infatti la discesa lancia Urán, uno dei rari casi di corridore sudamericano che sappia guidare bene la bici non soltanto in salita.
Il portacolori della Sky affronta i due tratti in pavé e si presenta sul traguardo di Biella in perfetta solitudine. Alle sue spalle Luca Paolini, già secondo poche settimane fa al GP Industria e Commercio di Prato (vinse Sella) e terzo al Giro del Piemonte 2011 (ma allora lavorò per Dani Moreno ottenendo il massimo risultato), insegue ma non riesce a rimontare un Urán lanciatissimo. Per Paolini arriverà dunque un'altra piazza d'onore, con il basco dell'Euskaltel Gorka Verdugo a completare il podio. A 11" chiudono Henao, Betancur e Santambrogio, nell'azione buona ma che non hanno tenuto le ruote di Urán al momento decisivo.
Urán, che di questi tempi l'anno scorso, alla Coppa Sabatini, sfoderò una signora prestazione non calcolando però i giri mancanti al termine, stavolta, con un finale pure in circuito, fa i calcoli a modo, scatta quando deve, esulta quando può, senza incappare in figuracce, anzi, ottiene una delle migliori vittorie della sua carriera.
«Insieme a Sergio Henao - spiega Urán - abbiamo voluto provare ad attaccare nell'ultimo giro prima del traguardo. Sono riuscito ad avvantaggiarmi insieme a Verdugo in vetta alla salita, ma avevamo poco margine sugli inseguitori. Abbiamo dovuto dare tutto per riuscire a tenere, lanciandoci in picchiata fino sul traguardo. Sono uscito dalla Vuelta con una gamba davvero buona. Il Campionato del Mondo mi ha permesso di prepararmi bene al Lombardia e anche quella di oggi è stata una buona tappa di avvicinamento. Questa corsa mi piace moltissimo e sono molto motivato per sabato».
A 27" il gruppo regolato da un Daniele Bennati che mostra di essere in forma smagliante (già era uscito assai bene dalla Vuelta). Chissà se l'aretino avesse corso a Valkenburg... Non avendo la controprova, si constata anche che Van Avermaet, 8°, Visconti e Ponzi, subito a seguire, sono in gran condizione; soprattutto dal siciliano della Movistar sabato ci si attende un Giro di Lombardia coi fiocchi.
Ci sarà Philippe Gilbert ma vista la durezza del percorso, con il Muro di Sormano e non solo, sarà difficile vederlo battagliare con i primi. Più plausibile una corsa da protagonista di Vincenzo Nibali e soprattutto di Alberto Contador, che con la gamba di Valkenburg e di Superga potrebbe essere in grado di fare davvero la differenza, andando a vincere due delle tre semiclassiche italiane di questa settimana (Milano-Torino, Giro del Piemonte e Giro di Lombardia).
Tutti i migliori per vincere un Lombardia davvero impegnativo: il Campione del Mondo, il miglior corridore italiano del momento, il corridore, da corse a tappe o classiche, che sa fare comunque la differenza. Ed occhio anche ad un Urán che tiene egregiamente in salita, dà gas in pianura e non ha paura delle discese. Non piazzatelo in un circuito, lì sì potrebbe compromettere la sua corsa, anche se fortunatamente oggi ciò non è avvenuto.