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Mondiale 2012: Contador ci prova, inesauribile Flecha - Le pagelle: molto bravo anche Dario Cataldo | Cicloweb

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Mondiale 2012: Contador ci prova, inesauribile Flecha - Le pagelle: molto bravo anche Dario Cataldo

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Alberto Contador è stato tra i più attivi sul Cauberg © Bettiniphoto

Philippe Gilbert - 10
Ha la gamba migliore sul percorso perfetto nel giorno perfetto. Sta tutto il giorno coperto, spostando le attenzioni sui compagni, che si chiamino Boonen o Meersman poco importa. Quando all'ultimo giro il gruppo vanta ancora una quarantina di unità e la contesa ormaai si risolverà sull'ultimo Cauberg, Gilbert sa perfettamente cosa deve fare. Nibali, ai piedi del Cauberg, si mette in testa e prova a scattare, il vallone ne approfitta e con uno scatto, uno solo, allunga in modo decisivo. Mantiene il vantaggio fin sul traguardo e conquista quell'iride a cui tante, troppe volte, era andato vicino restando però sempre a bocca asciutta. Era il favorito e non ha deluso.

Edvald Boasson Hagen - 8
Il norvegese prova in tutti i modi, e sino allultimo metro, a rimontare su un Gilbert ormai lanciato verso la vittoria, ma la volata gli vale solo un argento amaro. Corre bene e si gestisce in vista di un doppio scenario: nel caso di volata lui c'è, sul Cauberg pure. Perde l'attimo al momento dello scatto decisivo (ma chi non l'ha fatto?) eppure è quello che con più decisione prova a rientrare su Gilbert. La rimonta non è portata a compimento per quattro miseri secondi ma più di così Edvald non poteva davvero fare.

Alejandro Valverde - 7.5
Dato come uno dei principali favoriti, il murciano non delude ma non fa nemmeno quella differenza che avevamo ammirato nelle stagioni passate o, senza andare troppo indietro nel tempo, negli arrivi a lui adatti della Vuelta. Sorpreso come tutti da Gilbert, non si danna l'anima per rientrare. Quando il gruppo ritorna, ormai troppo tardi, su Philippe, Valverde coglie un ottimo terzo posto in volata. Segno che nelle gambe di benzina ancora ne aveva.

Óscar Freire - 5.5
Segna e sogna. Segna il Cauberg come appuntamento finale di una carriera memorabile e sogna una vittoria, con la quale forse avrebbe proseguito anche nel 2013. Giunge soltanto un 10° posto ed alla fine il tricampeon accusa la sua Spagna, divisa e con tanti (troppi?) capitani. «Se si fosse arrivati in volata l'accordo era di lavorare per me, così non è stato», dirà il cantabro. Infatti si lavora per Valverde, che pure porta una medaglia. Freire, con tutta la squadra a disposizione, cos'avrebbe portato?

Thomas Voeckler - 7.5
Il solito attaccante nato. Entra nel tentativo del quinto giro, quando Contador si porta dietro un manipolo di corridori. Una volta riassorbito insieme agli altri, riproverà l'attacco all'ultima tornata, sulla scia del mezzo affondo di Nibali. Alla fine non trova la fuga giusta, una di quelle in cui solitamente s'esalta, e deve accontentarsi di un comunque buon 7° posto.

Simon Gerrans - 4
L'australiano, vincitore a sorpresa della Milano-Sanremo, aveva stupito nelle ultime corse ed ancora in Canada s'era aggiudicato il GP de Québec mettendo in mostra una condizione che faceva presagire, se non ad un oro iridato, qualcosa che ci s'avvicinava molto. Niente di tutto questo. Sarà stata una giornata no, sarà stata sfortuna o chissà che, sta di fatto che Gerrans non si vede mai e chiude la sua gara in 21a posizione. In Lomdiale di Valkenburg non sarà certo un ricordo indelebile nella memoria del Campione australiano.

Vincenzo Nibali - 6
Scatta, non scatta, ma quando scatta? Poi si volta, si rivolta, temporeggia. L'Italia è tutta per lui (già su questo ci sarebbe da discutere, visto il percorso non così esigente) ed il messinese sa di giocarsi tutto sull'ultimo Cauberg. Salita su cui Nibali quasi rimbalza, accelerando ma venendo sorpassato a doppia velocità da un Gilbert che non sarà mai più riacciuffato né dal messinese né da altri. Come a Sanremo, a Liegi, ai Giochi Olimpici, attacca sì, parendo però più stanco rispetto a tutto il resto della stagione. E se Gilbert veste quella maglia un po' di merito è anche suo.

Moreno Moser - 5
Il più giovane a disputare il Mondiale, Moreno non trova mai il colpo di pedale dei giorni migliori. Il finale dovrebbe essere adatto a lui, almeno per quanto rigurda il Cauberg e la sua sparata micidiale potrebbe fare seri danni. Invece arriva stanco agli ultimi giri e termina con le gambe in croce. Comprensibile, vista l'età e l'esperienza. Avrà modo e soprattutto tempo di rifarsi negli anni a venire. Se l'Italia non ha un Moser su cui fare troppo affidamento (e ci sta) ecco un Oscar Gatto (voto 6) che, non fosse caduto a tre tornate dal termine, avrebbe raccolto ben più che un 13° posto.

Dario Cataldo - 7.5 
L'abruzzese ha il merito di entrare nella prima fuga di giornata e di restarci sino al settimo giro, per far capire che i segnali provenienti dalla Vuelta non erano robetta. Con Ulissi, Marcato e Nocentini prova a portare la fuga più avanti possibile finché, stremato, deve cedere di schianto. Buono l'esordio al Mondiale di questo ragazzo di cui si parla sempre troppo poco.

Mark Cavendish - 7
Il Campione uscente sa di dover cedere la maglia a qualcun'altro e se ne fa una ragione. Sin da subito si mette al lavoro per i propri compagni di squadra, tirando in prima persona per tutti i 108 km iniziali, quelli in linea, e per i primi due giri del circuito. Si stacca inesorabilmente una volta speso tutto e si ritira ma l'uscita di scena dell'ex iridato è da signore.

Alberto Contador - 7.5
Ha il merito di provarci seriamente, a fronte di un circuito che poteva essere indurito soltanto affrontando il Cauberg a tutta e facendolo ad ogni giro, costringendo gli avversari ad inseguire in modo forsennato. Ecco che così, al quinto giro, è il madrileno ad uscire per primo dalla curva del Cauberg ed a portarsi dietro un manipolo di atleti che si congiungerà ai battistrada, formando un gruppo di 29 corridori potenzialmente pericolosi. Durano fino all'ottavo giro, quando vengono ripresi dal gruppo. Sempre all'ottavo passaggio sul Cauberg è ancora Contador a provare lo scatto ma nessuno gli lascia più mezzo metro. Così, sulla fiducia. Il vincitore della Vuelta si rivela nell'ultima tornata ottimo gregario per Valverde.

John Degenkolb - 6
Il chilometraggio ed dover fare risultato in una corsa che somiglia terribilmente ad una Classica erano le incognite per il tedesco dominatore delle volate alla Vuelta (5 vittorie su 6 arrivi allo sprint). Degenkolb tiene nei passaggi sul Cauberg ed anche alla fine è lì davanti, tant'è che conclude con una medaglia di legno agrodolce. Perché quest'arrivo, né troppo duro né troppo soft, pareva giusto per uno come lui.

Peter Sagan - 4
Lo slovacco che al Tour of California ed al Tour de France pareva avere i superpoteri si vede soltanto al sesto giro, quando Rigoberto Urán prova a portar via un gruppetto sul Cauberg. Sagan c'è ma il plotone riassorbe sia Urán che lo slovacco, forse giunto al finale di stagione un po' sulle gambe. È anche vero che corre da solo, in pratica, e seppure all'ultimo giro sia ancora con i migliori non trova quel guizzo che avrebbe avuto in luglio, chiudendo con un 14° posto abbastanza anonimo.

Alexandr Kolobnev - 6
Quando sente odore di Mondiale il russo esce fuori. Di solito in zona podio o giù di lì, oggi non è in gran forma e così, pur trovandosi davanti negli ultimi 1600 metri, cincischia nell'inseguimento di Gilbert (che non aspettava altro). Non incide, non fa la voce grossa com'era accaduto a Montréal eppure la prestazione complessiva non è nemmeno da buttar via. Chiude con un 28° posto che non arricchisce per nulla il suo palmarès.

Tom Boonen - 6
Ore a chiedersi se la punta del Belgio fosse il fiammingo o Gilbert, la tattica di distrazione degli avversari paga alla grande. Nell'ultimo giro tutti controllano sì Gilbert ma anche Boonen, più in forma che mai. Tommeke ha mille occhi puntati addosso e quando tutti pensano che l'ipotesi dell'arrivo in volata non sia così remota ecco Gilbert andarsene, e coloro che hanno badato a Boonen fino ad allora non servono più.

Spagna - 6.5
Uno squadrone che però alla fine raccoglie solo un bronzo con Valverde, non si capisce se il bicchiere sia mezzo pieno o mezzo vuoto. Hanno l'accortezza di mandare nella prima fuga Lastras e di far partire l'azione dei contrattaccanti dalle gambe dell'ottimo Flecha (lo spagnolo è infaticabile, voto 7). Al quinto giro si giocano una carta che di nome fa nientemeno che Alberto Contador e l'effetto (29 uomini davanti che volendo sarebbero potuti arrivare) si nota subito. Nel finale possono agire dal Cauberg con Valverde o usare Freire in volata. Quest'ultimo viene abbandonato a se stesso e si gioca tutto sul numero "Alejandro", che più che il bronzo non regalerà. Erano, insieme al Belgio, i favoriti della vigilia, tornano dall'Olanda con un risultato che s'avvicina molto alla sconfitta, nonostante il podio.

Olanda - 5
I padroni di casa imbastiscono una squadra da tappone pirenaico, con Mollema e Gesink, per fare due nomi. Non sono molto attivi durante la gara e le prime due fughe non le prendono neanche per sbaglio. Si trovano coinvolti con Gesink e De Kort quando Contador porta via il gruppetto al quinto giro ma non sono decisivi nell'arco della gara. Qualche trenata, nonché alcuni tentati (e riusciti) ventagli nelle battute iniziali, non levano di dosso all'Olanda l'etichetta di squadra insipida. Nel finale Lars Boom (voto 6) risolleva parzialmente le sorti dei padroni di casa, cogliendo un 5° posto utile soltanto ai fini statistici.

Gran Bretagna - 5
Quando a Chris Froome viene chiesto se potrà competere per la vittoria, giustamente si affretta a rispondere di no. I britannici, che avevano puntato tutto sui Giochi Olimpici e sul Tour, arrivano a Valkenburg con Jonathan Tiernan-Locke come capitano: un outsider che ha vinto qualche corsetta ma che non ha mai disputato un Mondiale. Basta questo a spiegare la tattica dlla Gran Bretagna. Tolto Cavendish, meraviglioso anche in versione gregario, si ritirano Wiggins, Froome, Dowsett. Soltanto Cummings, Stannard, Swift, Rowe e Tiernan-Locke concluderanno una gara a cui non credono nemmeno loro (e questi ritiri di massa ne sono la prova), per un capitano, Tiernan-Locke (voto 5.5), che tiene sì la ruota di Contador sul Cauberg ma al momento di fare qualcosa, all'ultimo passaggio, né lavora per sé né per il veloce Swift (voto 5), anch'egli stanco. Pensavano di vincere le Olimpiadi in carrozza e le hanno perdute alla grande, non hanno pretese a questi Mondiali ed il 19° posto dell'onestissimo ma nulla più Tiernan-Locke ne è la prova.

Francesco Sulas

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