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Vuelta a España 2012: Contador soffre ma difende la roja - A Bola del Mundo vince Menchov su Porte | Cicloweb

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Vuelta a España 2012: Contador soffre ma difende la roja - A Bola del Mundo vince Menchov su Porte

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Alberto Contador giunge con Dani Moreno alla Bola del Mundo e può festeggiare la vittoria nella Vuelta © BettiniphotoPossiamo dirlo senza tema di smentita - al massimo ci aspetteremmo qualche rito apotropaico da parte dell'interessato, quando mai ci leggesse, o dei suoi tifosi - Alberto Contador ha vinto la Vuelta a España 2012. Superata, non brillantemente ma ormai non importa, l'ultima difficoltà, rappresentata da Bola del Mundo, il madrileno arriverà domani a casa sua in maglia rossa, e nessuno gli potrà togliere il simbolo del primato. Un primato che era atteso ma non scontato, vista l'inattività da cui viene il capitano della Saxo Bank; e che non fosse scontato ce l'hanno ricordato in queste tre settimane gli avversari di Alberto, che l'hanno messo in difficoltà, hanno resistito (soprattutto Joaquim Rodríguez) ai suoi attacchi, e alla fine sono risultati degli ottimi contendenti, in una gara nella quale il pathos non è certo mancato.

I bilanci consuntivi li rinviamo a domani, anche perché oggi bisogna dedicare il giusto spazio a una tappa che avrebbe potuto essere decisiva se le distanze tra Contador e i suoi diretti inseguitori fossero state più risicate, e che invece si è risolta con una fuga da lontano che ha premiato quella vecchia pellaccia di Denis Menchov, e in uno scontro tra i big limitato ai 3 km conclusivi, in linea con quanto avvenuto quasi sempre sulle pendenze estreme degli arrivi in salita nella corsa iberica.

La fuga del giorno è stata molto ricca e ben rappresentata, ben 20 corridori ad animarla in quella che era un'ultima chiamata alle armi per tanti delusi della Vuelta 2012. E allora l'elenco degli attaccanti: Bouet e Montaguti (AG2R), Capecchi (Liquigas), Seeldraeyers e Kessiakoff (Astana), Machado (RadioShack), De Weert e Steegmans (Omega Pharma), Sicard (Euskaltel), Kostyuk (Lampre), Menchov e Ignatiev (Katusha), Cobo (Movistar), De La Fuente (Caja Rural), Porte (Sky), Geschke (Argos), Clarke (Orica), Duque (Cofidis), Lodewyck (BMC) e Peterson (Garmin). I 20 si sono mossi al km 18 e hanno avuto un vantaggio massimo di 10'56" intorno al km 80.

Sembrava ci fosse una certa animosità in gruppo, visto che dopo la prima salita di giornata, il Puerto de Navafria, intorno al km 50 c'è stato un secondo attacco, compiuto da altri 14 uomini tra i quali c'erano nomi molto interessanti (Antón, Mollema, Monfort, Intxausti, Marczynski, Moncoutié...), ma in questo caso non c'è stato il via libera, e il plotone ha annullato l'azione nel giro di pochi chilometri. Intanto, tra i battistrada, Simon Clarke collezionava i punti Gpm necessari per avere la certezza matematica di aver conquistato la maglia a pois della classifica di migliore scalatore della Vuelta. Per lui un obiettivo non certo scontato alla vigilia, e la maglia si accompagna alla vittoria di tappa di Valdezcaray: per Clarke un GT da protagonista, insomma.

Sulla salita del Puerto de Cotos il drappello dei 20 ha iniziato a perdere pezzi (Lodewyck, Steegmans, Ignatiev), ma una volta scollinati con 6'30" sul gruppo, e con ancora 50 km di tappa da coprire, in diversi, tra i battistrada, hanno iniziato a convincersi che l'azione sarebbe arrivata fino in fondo, almeno per qualcuno di loro. E in effetti il plotone, malgrado un gran tirare della Euskaltel, faticava a recuperare più di tanto, e a nulla è servito, negli ultimi 20 km, il contributo della Movistar: la salita di Bola del Mundo è stata approcciata, ai 17 km, con 5'40" di vantaggio per i primi. Solo una scalata col coltello tra i denti, da parte dei big della classifica, avrebbe potuto permettere di riavvicinare i fuggitivi; ma tutto ciò non è successo.

È successo invece che il ritmo del gruppo sulla salita sia stato abbastanza regolare almeno fino ai 5 km, per una prima metà di scalata vissuta senza attacchi. Tutt'altro discorso tra i fuggitivi, allorché Capecchi, all'inizio della Bola vera e propria (agli 11 km, ma già si saliva da prima), ha provato a evadere, inseguito subito da De Weert e Bouet. Appena dopo si sono agganciati al trenino anche Kessiakoff, Menchov e Porte, il quale si è portato subito al comando del sestetto e ha imposto un ritmo che ha fatto fuori Kessiakoff e Bouet.

Anche Capecchi non ha retto a lungo, e ai 3 km il ritmo di Porte è risultato eccessivo pure per De Weert: a quel punto con l'australiano è rimasto solo Menchov, fisso a ruota, con la sua consueta espressione da Sfinge che nei giorni migliori tante gioie ci ha regalato. Quei giorni, per un corridore in netto declino come il russo, sono lontani. Nei grandi giri Denis non è più all'altezza di quello che fu, ma all'apatia di un lento svanire nella pancia del gruppo, il vincitore del Giro 2009 ha finalmente sostituito la voglia di lasciare un segno, quale esso sia.

Oggi, quel segno è stato la vittoria nella tappa forse più attesa dell'intera Vuelta. Senza perdere una pedalata, Menchov è rimasto con Porte fino ai 200 metri, quindi gli si è affiancato e ai 150 metri ha lasciato partire l'attacco decisivo. In quei 150 metri il russo della Katusha è stato capace di affibbiare all'avversario ben 17": nulla di strano, considerando le pendenze estreme di tutti i 3 chilometri finali.

3 chilometri su cui i big se le sono finalmente suonate: un primo attacco di Valverde, chiuso da Contador e poi anche da Rodríguez (con l'aiuto di Moreno) ha fatto da preludio a uno scatto di Antón ai 4 km. Ma il corridore della Euskaltel nulla ha potuto quando, ai 2 km, Rodríguez ha piazzato il suo allungo. Sulle prime Contador ha risposto bene alla rasoiata di Purito, mentre Valverde è rimasto un po' ingolfato; ma quando il catalano, ai 1800 metri, ha dato un'altra sgasata, le parti si sono invertite, Alberto ha iniziato a soffrire mentre Valverde, salendo senza strappi, è rientrato sulla maglia rossa staccandola poi a sua volta.

Anche l'ottimo Moreno è rientrato su Contador, ma ormai i giochi erano praticamente fatti, e per quanto interminabili, quei 2 km conclusivi erano troppo pochi per permettere a Rodríguez e Valverde di distanziare più di tanto il leader della generale. Al traguardo, dove erano già transitati altri fuggitivi del mattino oltre ai primi due (citiamo De Weert, terzo, e Capecchi, sesto a 2'30" da Menchov), Rodríguez ci è arrivato in nona posizione, a 3'31" dal vincitore e con 25" su Valverde decimo e ben 44" su Contador, arrivato appunto con Moreno.

Per Contador un rovescio che non lascia tracce nella classifica (aveva da amministrare un vantaggio rassicurante), ma che qualche pensiero potrà farlo maturare nella mente del campione di Pinto. Per Rodríguez la conferma di essere stato il migliore sulle salite della Vuelta, considerazione che non potrà che essere amara, visto che una migliore gestione della tappa di Fuente Dé avrebbe potuto regalare al simpatico JRO la sua prima vittoria in un GT. Transeat.

Con la classifica ormai cristallizzata (Contador ha 1'16" su Valverde e 1'37" su Purito), domani Madrid accoglierà la passerella finale e le premiazioni della Vuelta 2012. Sarà affare di velocisti, per gli altri una semplice sgambata prima della festa.

Marco Grassi

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