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Vuelta a España 2012: Bennat-King col volatone - Daniele, colpo di reni vincente a Valladolid. Alle spalle Swift e Davis, Viganò 6°

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Con un gran colpo di reni Daniele Bennati batte Ben Swift a Valladolid © lavuelta.comRestare quasi un anno senza vittorie non dev'essere facile, figurarsi poi per un velocista, ovvero colui che fa del confronto spalla contro spalla, ruota contro ruota, il suo pane quotidiano. Ebbene, Daniele Bennati non assaporava il gusto della vittoria da 362 giorni; era il 10 settembre 2011, si trattava sempre della Vuelta, ma l'arrivo era posto a Vitoria. L'aretino regolò un altro paio di atleti tricolori, Enrico Gasparotto e Damiano Caruso. Tra quella vittoria e la liberazione di oggi troviamo un Mondiale corso a Copenhagen e che non rimarrà nella memoria degli appasionati, diversi infortuni che, vuoi una volta, vuoi l'altra, hanno fatto saltare a Bennati le Classiche di primavera e buona parte del Giro d'Italia (si è ritirato già dall'ottava tappa).

La restante parte di stagione non ha riservato grandi soddisfazioni per Bennati, che sembrava non riuscire a trovare la vittoria anche quando l'andava a cercare con il lanternino. Ad esempio nella quinta tappa di questa Vuelta, quella che si corse nel circuito di Logroño, l'aretino provò a mettere in discussione l'egemonia di Degenkolb, che fino ad allora aveva colto solo una vittoria a Viana. Bennati a Logroño anticipò la volata, o almeno provò a farlo, perché il tedesco della Argos-Shimano rientrò prepotentemente sul portacolori della RadioShack-Nissan e lo relegò alla seconda piazza. Più avanti Bennati aveva dimostrato che la condizione c'era ed il quinto posto a Barcellona unito al terzo di Sanxenxo ne erano la prova.

Oggi la vittoria, sofferta, cercata, meditata e meritata. Un colpo di reni a battere Swift proprio sul più bello, sulla linea del traguardo. E una volata impostata molto bene, senza scoprirsi troppo, e conclusa ancora meglio, in maniera impeccabile.

La frazione odierna era la tipica tappa interlocutoria di un GT: posta dopo un filotto di grandi (e medie) montagne, poco prima della Bola del Mundo, dove la Vuelta arriverà sabato, i 204 km da Aguilar de Campoo a Valladolid erano senz'altro adatti alle ruote veloci. Difficile, ma non impossibile, che arrivasse in porto la fuga. Difficile e tutt'altro che irrealizzabile la quinta volata vincente della maglia verde della corsa, John Degenkolb. Concluderà soltanto al quinto posto.

Scatti e controscatti nelle prime fasi di gara, ma è solo dopo una settantina di chilometri che la fuga di giornata ha la benedizione di sua maestà Alberto Contador, in maglia roja da ieri sera. Sono cinque gli uomini che si portano in avanscoperta: Keizer, Maté, Smukulis, Veloso e Bookwalter.

Arrivano a guadagnare sino a più di 4' sul gruppo di Contador ma già ai -18 km dal traguardo di Valladolid (dove si è già transitati una volta) vengono riassorbiti. Si è ancora alle porte di Valladolid, in aperta campagna, e la leggera brezza impiega ben poco a diventare venticello fastidioso. Ecco allora la Katusha di Joaquim Rodríguez prova ad aprire un ventaglio, a fare un po' di casino, là in testa.

Purtroppo Valerio Piva non è ancora, a livello di tattica, Bjarne Riis, e così Contador non viene affatto colto alla sprovvista da questo attacco, per la verità molto telefonato. Eppure in quella parvenza di ventaglio rimangono in molti, da Meersman a Mollema, da Boom a Capecchi, da Menchov a Cataldo. Davanti la Sky, che non tira da giorni per Froome, prova a riprendere le vecchie abitudini ed a lavorare per Ben Swift, mentre la Argos-Shimano di John Degenkolb, in quel gruppo allungatissimo dal ritmo forsennato, si trova parecchio indietro.

Entrati a Valladolid la strada è piuttosto rettilinea e decisamente veloce. Solo una curva posta a poche centinaia di metri dal traguardo può rappresentare davvero un'insidia. Come volevasi dimostrare, molte ruote veloci ne calcolano male la traiettoria. Il gruppo folto arriva così ad avere nove uomini che si giocano la vittoria di tappa in volata, mentre gli altri (e tra questi altri troviamo purtroppo Elia Viviani) rimangono intruppati dietro, costretti a rilanciare dopo la curva.

Davanti però non si aspetta e così è il francese Lloyd Mondory a prendere in testa la volata. Si lancia ma Swift si mette a ruota; stessa cosa che fa Bennati con il britannico della Sky. A ruota di Ben Swift sino all'ultimo, poi, negli ultimi 50 metri, Daniele Bennati esce di scia, accelera prepotentemente e con un colpo di reni batte per mezzo tubolare il britannico. Terzo l'australiano Allan Davis, che va a precedere Mondory ed il finora re delle volate Degenkolb.

Ottimo sesto posto per il nostro Davide Viganò, seguito da Breschel, De Kort, Docker e Rast, quest'ultimo a 6". Stesso distacco ma due posizioni più in giù (12°) per Elia Viviani. Inutile dire che la classifica generale resta immutata, con Contador in roja e Valverde a 1'52". Joaquim Rodríguez è terzo a 2'28" mentre Chris Froome, quarto, ha un distacco di ben 9'40".

Tornando a Bennati, più che la forza dell'atleta è quella dell'uomo che colpisce: «Questa è una vittoria che ci voleva. La dedico a Wouter Weylandt, che su questo stesso traguardo vinse nel 2008. Era un ottimo amico, un gran compagno di squadra e sento che molta forza per vincere me l'ha data lui. Voglio dedicare questa vittoria anche a nonno Gino, che è venuto a mancare poco tempo fa». L'uomo prima dell'atleta, Daniele prima del "Benna", la vita (e la morte) prima di una vittoria da dedicare.

Domani la 19a tappa, da Peñafiel a La Lastrilla, sarà lunga 178 km e proporrà un finale per ruote veloci e per chi sa andare forte sugli strappetti. Finale adatto a Gilbert, potremmo dire, anche se non ci sentiamo di escludere dalla lotta per le prime posizioni un Daniele Bennati così, galvanizzato ed in forma, praticamente pronto per prendere parte ad un Mondiale ed un po' imbronciato per non esser stato tenuto in considerazione da Paolo Bettini. Saprà scaricare nuovamente questa rabbia sui pedali, il Benna?

Francesco Sulas

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