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Vuelta a España 2012: Risveglio amaro dal sogno rosso - Rodríguez cede di nuovo sul più bello | Cicloweb

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Vuelta a España 2012: Risveglio amaro dal sogno rosso - Rodríguez cede di nuovo sul più bello

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Joaquím Rodríguez stravolto al traguardo: la Vuelta è praticamente persa © Unipublic/Graham Watson

 

Dieci giorni in maglia rosa al Giro d'Italia e tredici in maglia rossa alla Vuelta a España nella stessa stagione non sono un risultato molto frequente, soprattutto nel ciclismo moderno: quest'anno Joaquím Rodríguez ha praticamente passato più di un'intera corsa a tappe in testa alla classifica eppure alla fine, salvo una clamorosa impresa o cedimenti altrui alla Bola del Mundo, si ritroverà senza quella vittoria finale che gli poteva cambiare la carriera e che in questo 2012 ha ammirato da estremamente vicino per poi vedersela soffiare sul più bello.

Quella salitella cantabrica chiamata Collado La Hoz, 5.7 km al 7.6% di pendenza media, non sarà mai famosa come un Mortirolo, un Galibier, un Tourmalet o, per rimanere in Spagna, un Angliru, ma di certo Joaquím Rodríguez e molti appassionati di ciclismo se la ricorderanno bene a lungo: è proprio lì, infatti, che il catalano della Katusha ha accusato l'unico passaggio a vuoto di una Vuelta fino a quel momento praticamente perfetta.; Qualsiasi cosa sia stata a causare questo passaggio a vuoto, sia stanchezza, pressione, timore o disattenzione, adesso poco importa perché il risultato finale è ben stampato nell'ordine d'arrivo, 2'38" persi rispetto ad Alberto Contador.

Cosa sia successo di preciso sul Collado La Hoz non si saprà mai anche perché in tratto a poco più di 50 chilometri dall'arrivo le televisioni non erano ancora collegate: di sicuro la Saxo Bank ha fatto di tutto fin dall'inizio per mettere in difficoltà Purito ed i suoi compagni squadra che infatti si sono squagliati proprio nella fase decisiva della corsa. Quello che stupisce di più, però, è come sia stato possibile per Contador arrivare a scollinare su un gran premio della montagna di seconda categoria con circa 15" di vantaggio su un avversario che per 16 tappe non gli aveva praticamente mai lasciato un solo metro su tutte le salite della corsa. Una risposta forse l'ha indirettamente data lo stesso Rodríguez nelle interviste del dopo corsa: ha pensato troppo, alla distanza dal traguardo, alla salita ancora da affrontare, al possibilità di rientrare in discesa con Losada o di trovare la collaborazione della Movistar di Valverde. Il tempo di analizzare la situazione e i buoi erano già scappati dal recinto e dopo s'è trattato solo di salvare il salvabile tra il contrattacco di Valverde e i gregari di Contador a ruota a rendere più pesante il cammino verso il traguardo.

Di sicuro la mazzata presa oggi a Joaquím è bella pesante anche se, come ha detto lui stesso, "meglio perdere oggi da un avversario in grande condizione, piuttosto che sabato sulla Bola del Mundo". Però la realtà è che quest'anno Rodríguez ha perso due occasioni ghiottissime per vincere una corsa a tappe di tre settimane e a 33 compiuti non sarà facile avere in futuro un misto di condizioni favorevoli tra condizione, avversari, squadra e percorso come quest'anno al Giro e ancora di più in questa Vuelta a España. In più questa doppia sconfitta potrebbe mettergli addosso più pressioni ed insicurezze nel caso in cui dovesse ritrovarsi in testa ad una grande corsa esponendosi così agli assalti degli avversari.

Il 2012 del corridore della Katusha si può però leggere anche da un punto di vista diametralmente opposto specie considerando il fatto che in tutte le interviste è sempre sembrato un personaggio intelligente e dall'attitudine molto positiva. A favore di Purito, infatti, bisogna dire che mai prima di quest'anno era riuscito a salire sul podio di un grande Giro (al massimo due quarti posti), figuriamoci ritrovarsi in una posizione estremamente favorevole per conquistare addirittura il successo finale; prima di quest'anno non era neanche mai riuscito a vincere una classica di prestigio e ad aprile è riuscito a colmare questa lacuna alla Freccia Vallone; inoltre mai avevamo visto un Rodríguez in grado di difendersi così bene nelle cronometro.

In poche parole Purito sembra aver fatto un salto di qualità e la consapevolezza di poter lottare per vincere un grande giro, trovata finalmente adesso, potrà dargli una spinta in più già nel 2013 e le sconfitte del Giro e della Vuelta potranno trasformarsi in insegnamenti preziosi per gestire al meglio i prossimi appuntamenti importanti. Certo, la carta d'identità continuerà a segnare 1979 come anno di nascita ma è relativamente da poco tempo che il catalano gira con costanza su livelli così alti.

Sebastiano Cipriani

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