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Vuelta a España 2012: Contador ribalta Rodríguez - Alberto attacca a 53 km dall'arrivo, torna al successo e ipoteca la roja | Cicloweb

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Vuelta a España 2012: Contador ribalta Rodríguez - Alberto attacca a 53 km dall'arrivo, torna al successo e ipoteca la roja

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Una gioia incontenibile, quella di Alberto Contador a Fuente Dé © Bettiniphoto

A ben pensarci, era quasi logico. Se sugli arrivi in salita più duri Joaquim Rodríguez aveva costruito fino all'altro giorno le sue fortune, ci poteva stare che il suo rivale di questa Vuelta Alberto Contador provasse a verificarne la vulnerabilità su un arrivo in quota molto facile. Che fosse logico non significa automaticamente che fosse possibile, intendiamoci. A renderlo tale è stata una giornata felice del madrileno e della sua squadra, un'impresa comunque rimarchevole (un attacco di 53 km è in sé gran cosa), e un marchiano errore di valutazione di Purito, che anziché marcare stretto l'avversario l'ha lasciato andar via sul Collado La Hoz.

Su quella salitella di seconda categoria, non certo un Galibier o uno Stelvio né tantomeno un Angliru, ad Alberto si è riaperto improvvisamente uno scenario che sembrava quasi dimenticato, cancellato dai 6 mesi passati lontano dalle corse. Al vincitore del Giro 2011 è riuscito un capolavoro, e la vittoria di tappa - per quanto inseguita a lungo nei giorni scorsi - è quasi un dettaglio di fronte alla riforma strutturale della classifica operata dal campione di Pinto. Certo, il successo a Fuente Dé è almeno l'occasione per vedere finalmente un Contador libero e liberato, che esulta con tutto se stesso in un'esplosione di gioia che forse non ha avuto pari nella carriera del madrileno.

La tappa, in programma dopo il secondo giorno di riposo, ha visto da subito attacchi a tutto spiano e addirittura una precoce azione di Valverde e Contador già al km 58 (a quasi 130 dal traguardo). La Katusha ha ricucito nel giro di 5 km, magari non abituata a lavorare così tanto e così presto. Fatto sta che s'è dovuto attendere il km 80 per veder prendere il largo una fuga a 11, comprendente tra gli altri Alessandro Ballan. L'azione ha avuto poco più di 3' di vantaggio massimo sul gruppo, ma già sul Collado de Ozalba, primo Gpm di giornata, era scemata tanto da essere messa nel mirino dal gruppo.

Ballan ha provato ad attaccare proprio su questa salita, ma ancor prima dello scollinamento c'è stato un notevole rimescolamento, con tanti altri attaccanti fuoriusciti dal plotone e andati a comporre, con alcuni dei primi fuggitivi, un gruppo di 25 unità. Tra i tanti, gli italiani Nocentini, Tiralongo e Cunego; tre compagni di Valverde (Erviti, Intxausti e Quintana), tre compagni di Contador (Pires, Paulinho e Hernández) e, tra gli altri, gente forte come Henao, Verdugo, Mollema, Landa e Bakelants; e un solo compagno di JRO, Losada.

Con le distanze comunque abbastanza ridotte tra i vari drappelli, sulla seconda salita di giornata, il Collado La Hoz, mancavano 53 km al traguardo quando Alberto Contador si è mosso. Nel momento in cui Joaquim Rodríguez, sbagliando in pieno la lettura della corsa, ha deciso di non seguire il secondo della classifica generale, la Vuelta ha radicalmente cambiato indirizzo.

Purito ha sottovalutato l'azione di Contador, sia per la distanza che c'era ancora dal traguardo, sia perché ha dato per scontato che, con l'aiuto dei compagni, avrebbe potuto chiudere più facilmente in discesa. E invece l'azione di Contador è andata completamente fuori da ogni schema; intanto ha frantumato il gruppo dei big, se è vero che Froome, Gesink, Talansky, Roche e tanti altri sono rimasti ben dietro rispetto anche a Rodríguez e Valverde. E poi Alberto, poco dopo il suo attacco, ha subito trovato i compagni che erano nel primo gruppo, e che gli hanno dato una grande mano nel suo progetto.

Intanto Losada si fermava per aspettare il gruppetto di JRO (da cui si erano però staccati tutti gli altri Katusha, a partire da Menchov e comprendendo addirittura Dani Moreno), mentre i gregari di Valverde avevano la consegna di restare insieme a Contador.

Il ritmo dei Saxo Bank in testa al drappello in fuga ha selezionato il drappello stesso (con Alberto sono rimasti solo Paulinho, Landa, Verdugo, Bakelants, Intxausti, Quintana, Tiralongo, Jeannesson, Henao, Mollema, Jeannesson e Nocentini), e soprattutto ha permesso di dilatare il vantaggio dai 20" del Gpm di Collado La Hoz (a 49 km dal traguardo), fino ai quasi 2' con cui Contador ha preso la salita finale, lunga 17 km.

Finché Losada ha retto, il distacco è rimasto contenuto al di sotto del mezzo minuto (ai -32 il margine era ancora di 25"); ma appena il compagno di Rodríguez (che aveva dovuto lottare contro due gregari avversari, ovvero Paulinho ed Hernández) ha tirato i remi in barca, esausto, il ritmo dello stesso Paulinho e di Contador ha avuto la meglio, e l'azione ha preso il largo.

A 23 km dal traguardo era posto uno sprint intermedio, e Contador, per non saper né leggere né scrivere, è andato a prendersi intanto i 6" di abbuono, scortato dal solito Paulinho e da Tiralongo, vecchio amico dello spagnolo, che poi non ha disdegnato di accompagnare il suo antico capitano nella prosecuzione dell'azione. Ma la gamba del siciliano non era certo paragonabile a quella di Alberto, che infatti, dopo pochi chilometri di salita, ha allungato tutto solo.

In quel momento mancavano 13 km al traguardo, e Contador aveva qualche decina di secondi su Verdugo, Henao, Bakelants e Nocentini (che di lì a poco avrebbero ripreso Tiralongo); 2' su Valverde; e 2'10" su Rodríguez: proprio così, poco prima che Contador piazzasse l'assolo, anche il capitano della Movistar staccava una maglia roja sempre più in crisi morale. Valverde ha poi trovato strada facendo Quintana, che gli ha dato un primo sostanzioso aiuto, mentre Purito si trovava a raggiungere via via solo avversari staccati dai primi gruppetti: e con Hernández e poi pure Paulinho che gli si sono messi alle calcagna, la tenaglia Saxo si è anche iconograficamente materializzata tra gli scenari di questa tappa.

Mentre Contador dava tutto quello che aveva per difendere un vantaggio che lo proiettava in testa alla Vuelta, Valverde, facendo di necessità virtù e approfittando di un terreno, quello della salita finale, su cui le scie (e quindi il lavoro di squadra) erano fondamentali, ha iniziato a recuperare sul madrileno. Esaurito il lavoro di Quintana, Alejandro ha trovato Intxausti (ottima la scansione topografica delle risorse umane in casa Movistar!), che ha dato pure lui un contributo notevolissimo, in un gruppetto che in quel momento, a 6 km dall'arrivo, era formato - oltre che dalla coppia di corridori di Unzué - anche da Nocentini, Verdugo, Henao, Bakelants e Tiralongo, e che aveva 1'10" di ritardo da Contador.

Il ritmo di Intxausti è risultato indigesto per Tiralongo, pe Bakelants ma poi anche per lo stesso Beñat, che è scoppiato a 3 km dall'arrivo, quando ormai sul battistrada rimaneva da recuperare appena mezzo minuto. Se il luogotenente di Valverde avesse resistito altri 500 metri, probabilmente il murciano sarebbe riuscito nell'impresa di riprendere (ancora una volta!) Alberto e batterlo allo sprint. Invece Alejandro si è dovuto accontentare di staccare Nocentini ai 2 km e poi piegare Henao e Verdugo nello sprint per il secondo posto, appena 6" dopo l'arrivo trionfale di Contador.

JRO, decimo di tappa, ha perso 2'38" (più 18" di abbuoni) da Contador e 2'32" (più 8" di abbuoni) da Valverde, e non gli varrà di alcuna consolazione il sapere di aver comunque staccato di molto tutti gli altri uomini di classifica (il gruppetto con Niemiec, Talansky, Gesink, Moreno, Marczynski, Capecchi, Roche, Anacona, Antón ha tagliato il traguardo a 4'48" da Contador e quindi a 2'10" da Purito; Froome ha pagato 4'58", mentre solo Ten Dam, nel finale, è riuscito a riguadagnare qualcosa, chiudendo a 4'05" dal vincitore).

Inconsolabile, Joaquim, perché si sentiva quasi la Vuelta in tasca, dopo aver dato prova di imbattibilità nei giorni scorsi, e invece si ritrova appena terzo, a quattro tappe dalla fine, e sa che sarà quasi impossibile, alla Bola del Mundo, sabato, staccare Contador di 2'28" (l'attuale ritardo di Rodríguez); potrà provare a riscavalcare Valverde, che al momento è secondo a 1'52" da Alberto e con 36" sul catalano. Ma di fatto, ancora una volta il sogno di vincere un grande giro sfuma per lui.

Sul resto della generale non c'è da dire alcunché, una volta che si sia riportato il ritardo del quarto, che è sempre Froome ma che ora è a 9'40" dalla maglia rossa. Moreno, Gesink, Ten Dam, Talansky, Antón e Intxausti completano la top ten, mentre Nocentini, 19esimo a 20'24", è adesso il primo italiano della classifica. Domani la tappa di Valladolid non dovrebbe riservare sorprese (ma lo dicevamo anche di quella di oggi...). In ogni caso non ci saranno asperità sul percorso, e John Degenkolb è ancora in gara è potrà provare a vincere la quinta volata in questa Vuelta a España.

Marco Grassi

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