Vuelta a España 2012: Clarke fa le scarpe a Tony Martin - Valverde cade e perde terreno. Battaglia Contador-Froome, roja a JRO
- VUELTA A ESPAÑA 2012
- BMC Racing Team 2012
- Caja Rural 2012
- Liquigas - Cannondale 2012
- Movistar Team 2012
- Orica - GreenEDGE 2012
- Sky ProCycling 2012
- Alberto Contador Velasco
- Alejandro Valverde Belmonte
- Andrew Talansky
- Andrey Zeits
- Assan Bazayev
- Bauke Mollema
- Christopher Froome
- Damiano Cunego
- Daniel Moreno Fernández
- Daniel Navarro García
- Dario Cataldo
- Eros Capecchi
- Igor Antón Hernández
- Iván Velasco Murillo
- Javier Aramendia Llorente
- Jesús Rosendo Prado
- Joaquim Rodríguez Oliver
- John Gadret
- Juan Antonio Flecha Giannoni
- Juan José Cobo Acebo
- Jurgen Van den Broeck
- Laurens Ten Dam
- Linus Gerdemann
- Luis Ángel Mate Mardones
- Marcos García Fernández
- Maxime Monfort
- Nairo Alexander Quintana Rojas
- Nicolas Roche
- Paolo Tiralongo
- Rafal Majka
- Rigoberto Urán Urán
- Rinaldo Nocentini
- Robert Gesink
- Sergio Luis Henao Montoya
- Simon Clarke
- Thomas De Gendt
- Tiago Jose Pinto Machado
- Tony Martin
- Winner Anacona Gomez
- Uomini
Una tappa, quella di Valdezcaray, destinata a lasciare strascichi, come si dice. Non solo e non tanto in classifica, quanto nei rapporti tra i rivali di questa Vuelta 2012, con un'iniezione di acredine che potrà rendere la contesa ancor più vivace di quanto non si sia promessa e presentata in questi primi due arrivi in salita, ieri e oggi.
Ma se ieri la tappa di Eibar è stata infiammata dagli scatti dei corridori (e di Contador in particolare), oggi è stato un evento per così dire laterale a intervenire pesantemente nello svolgimento della gara. E dire che si era partiti nel più classico dei modi, con una fuga a 5 (Tony Martin, Bazayev, Rosendo, Mate e Simon Clarke) sulla quale non era riuscito a rientrare anche un sesto uomo (Aramendia, rimasto a lungo a bagnomaria tra gli attaccanti e il gruppo). Il quintetto al comando ha guadagnato fino a 13' (toccati a circa 60 km dal traguardo), mentre la Movistar della maglia rossa Valverde si limitava a controllare a distanza.
La situazione ha vissuto un brusco cambiamento a 30 km dal traguardo. La Sky, confidando sulla presenza di un forte vento contrario, ha dato il la alla sarabanda dei ventagli, ma subito la cosa ha preso una piega inaspettata, allorché nelle prime posizioni del gruppo una frustata di Flecha ha causato un rimescolamento che ha portato a uno sbandamento generale, con conseguente caduta. Coinvolti nel ruzzolone proprio i Movistar, con Valverde rimasto giù, identico destino che ha colpito peraltro Eros Capecchi, il più accreditato degli italiani per la classifica.
Il gruppo si è frantumato in quel momento. Ma quelli che erano in testa si sono ben guardati dal neutralizzare la situazione di corsa, tutt'altro: proprio gli Sky hanno continuato ad aumentare il ritmo, provando in tutti i modi a trarre il massimo beneficio dall'evolversi degli eventi. Tutto bene, tutto nella norma, se questa squadra non fosse la stessa che un mese fa al Tour de France neutralizzò una discesa complicata nella tappa di Foix, in nome della sicurezza ma anche di un malinteso fair play. Ma di tutto ciò parliamo a parte.
Il tempo di organizzarsi, per gli uomini attardati, che abbiamo visto un paio di treni (Movistar e Liquigas) prendere con decisione le redini dell'inseguimento, e non solo con decisione ma anche con un certo successo, visto che dall'iniziale minuto e mezzo (quasi), il distacco è sceso a 35". A quel punto, però, a 20 km dalla conclusione, il colpo di scena: a dar man forte alla Sky ecco in testa la BMC, che sulla carta non aveva uomini in grado di lottare coi migliori sul traguardo di Valdezcaray. Alleanza nata in corsa con la Sky, quindi? Anche qui, tutto nella norma, tutto bene.
Non tanto, però, per gli inseguitori, che si sono ritrovati a perdere nuovamente terreno proprio quando annusavano la coda del gruppo. All'inizio della salita finale (-13) il distacco era di nuovo oltre il minuto, e allora Valverde ha tentato il tutto per tutto, mettendo alla frusta Quintana e portandosi appresso Majka e Capecchi. L'italiano però ha resistito per un paio di chilometri, per poi perdere le ruote del trenino colombiano-murciano. Anche stavolta, però, la fortuna non ha arriso alla maglia rossa: con grande sforzo anche personale (una volta che Quintana ha finito la benzina), Valverde ha prodotto un ultimo forcing che l'ha portato fino a 17" soltanto dalla testa del gruppo principale (e quindi a uno sputo dalla coda!), ma proprio in quel momento, a 11 km dalla conclusione, la corsa è esplosa, il ritmo davanti si è alzato, e definitivamente per Aliejandro sono sfumati i propositi di riaggancio.
Torniamo quindi in testa alla gara: appena iniziata la salita, Mate e poi Rosendo hanno alzato bandiera bianca, mentre Bazayev è rimasto più o meno a tiro di Tony Martin e Simon Clarke, rimasti soli al comando e con circa 4' da amministrare nei 13 km conclusivi. Agli 11 km Velasco, Zeits e Navarro sono emersi dal gruppo, e occhio soprattutto alla presenza di quest'ultimo, molto rilevante dal momento che il suo compagno Contador aveva in animo di tentare un attacco anche oggi. E infatti ai 10 km Alberto è partito e si è portato sul suddetto terzetto, seguito da Froome e Roche. Staccati Zeits e Velasco, è rimasto all'attacco un quartetto, guidato proprio da Navarro che ha dato tutto per permettere al suo capitano di guadagnare sui rivali di classifica.
Agli 8 km Navarro è scoppiato, e allora è toccato a Contador tenere l'andatura, ma a quel punto la parte difficile della salita era già finita, e allora, dopo un paio di km in spinta, Alberto e Chris hanno convenuto che era inutile insistere per guadagnare non più che pochi secondi su Rodríguez e gli altri. Roche invece ha voluto insistere, ed è scattato da solo, per essere raggiunto poi da Ten Dam, Zeits e Gerdemann.
Il margine della coppia di testa, intanto, era sceso a 1'50" al culmine del tratto duro, ma quando la salita s'è fatta più dolce il ritmo impostato da Martin ha avuto buon gioco. Sicché, mentre dietro prevaleva a quel punto una sorta di armistizio, Tony e Simon hanno ripreso a guadagnare, al punto da non mettere più in discussione il fatto di arrivare a giocarsi il successo loro due.
Gli ultimi chilometri di scalata (e falsopiano, in cima) ci hanno solo dato la misura dell'evolversi del ritardo di Valverde, oltre che una lista di quelli che, staccatisi, escono forse dai giochi per l'alta classifica. E poi, da notare, anche uno scatto di Marco García della Caja Rural, e vedremo poi perché lo citiamo.
Intanto Martin e Clarke, che hanno passato gli ultimi due chilometri praticamente a guardarsi e studiarsi, quasi in surplace (tanto che il vantaggio sugli inseguitori alla fine s'è più che dimezzato), sono andati a giocarsi il successo di giornata. Il tedesco, sentendosi battuto, è partito lungo, ma è stato battuto lo stesso: bravo l'australiano della Orica a bruciare il collega sul breve rettilineo finale, ma ancor più bravo a resistere alla sua ruota per tutta la salita. A 26 anni, un passato nella ISD di Scinto e nell'Astana (l'anno scorso), può fregiarsi del primo vero successo da professionista (lui stesso non conta un primo posto in una tappa-circuito del Giro del Giappone 2008: all'epoca correva in una Continental, la SouthAustralia.com). L'anno scorso era stato quinto sia nella Coppa Agostoni che nella Tre Valli Varesine, quindi abbiamo la conferma che ad agosto rende bene; quest'anno è stato secondo al Giro di Norvegia.
Il terzo posto è andato a Bazayev, rimasto lì in mezzo tra la fuga e il gruppo, quindi il drappello di Roche, Gerdemann, Ten Dam e Zeits (passati nell'ordine dal quinto all'ottavo posto), è stato preceduto con un poderoso scatto da García, che era rientrato poco prima. Il povero Marcos, però, ha fatto malissimo i conti, dando per scontato che tutti i fuggitivi della prima ora fossero stati ripresi; e allora, appena s'è reso conto di aver messo la sua ruota davanti nel gruppetto, ha esultato con una gioia tale, spontanea e piena, che stringe il cuore pensare al momento in cui ha scoperto che si era abbandonato a tali festeggiamenti solo per un quarto posto... (il rovescio della medaglia è la risata crudele che vicende del genere non possono non suscitare...).
Il gruppetto dei migliori ha tagliato il traguardo a 1'04" da Clarke, ed era composto da 23 uomini, tra cui Mollema, Froome, Anacona, Monfort, Rodríguez, Henao, Contador, Gesink, Talansky, Cobo, Cunego, Machado, Nocentini, Moreno e Urán; Antón, non in giornata brillante, ha pagato 30" a costoro; Valverde, Capecchi e Gadret 55"; Van den Broeck (o un suo lontano parente?) 2'38"; Tiralongo 3'11"; De Gendt 4'47"; Cataldo addirittura 6'13".
La classifica, movimentatissima, vede adesso in testa JRO con solo un secondo su Froome e 5" su Contador. Nell'entusiasmante guazzabuglio che è ancora la generale, la Rabocoppia Mollema-Gesink è a 9", Urán a 11", Moreno a 14", Roche a 24", Valverde a 36" (malgrado il disastro odierno è ancora nono). Molto vicini, fuori dai 10 ma entro il minuto, tra gli altri Cobo, Henao, Anacona e Antón. Il primo italiano della generale è sempre Capecchi, ma ora l'umbro della Liquigas è 22esimo (a 1'35" da Joaquim), e lì in zona troviamo anche Nocentini (26esimo a 1'55") e un Cunego che mostra qualche segnale di crescita, buono in ottica mondiale (è 28esimo a 2'15").
Domani ci dovrebbe essere un passaggio interlocutorio, sul circuito di Logroño che ospiterà la quinta tappa (21 km da ripetere 8 volte, velocisti chiamati all'azione); niente paura, i giochi per la classifica torneranno in scena dopodomani, laddove il traguardo di Jaca dovrebbe provocare un po' di bagarre. Di sicuro, se possiamo trarre un primissimo bilancio, gli organizzatori possono fregarsi le mani, visto che un percorso vivacissimo, unito alla presenza di corridori che stanno avendo gran voglia di battagliare, sta dando vita a una Vuelta molto molto spettacolare. Speriamo continui così.