Vuelta a España 2012: I Movistoros incornano tutti - Nella cronosquadre di Pamplona Omega e Rabobank a 10"
- VUELTA A ESPAÑA 2012
- Astana Pro Team 2012
- BMC Racing Team 2012
- Garmin - Sharp 2012
- Katusha Team 2012
- Lampre - ISD 2012
- Liquigas - Cannondale 2012
- Lotto Belisol Team 2012
- Movistar Team 2012
- Omega Pharma - Quick Step 2012
- Orica - GreenEDGE 2012
- Rabobank Cycling Team 2012
- RadioShack - Nissan 2012
- Alberto Contador Velasco
- Alejandro Valverde Belmonte
- Andrew Talansky
- Bauke Mollema
- Christopher Froome
- Damiano Cunego
- Daniel Teklehaymanot
- Igor Antón Hernández
- Joaquim Rodríguez Oliver
- Jonathan Castroviejo Nicolas
- Juan José Cobo Acebo
- Jurgen Van den Broeck
- Lars Boom
- Philippe Gilbert
- Rigoberto Urán Urán
- Robert Gesink
- Sergio Luis Henao Montoya
- Tony Martin
- Uomini
Arrivano nella Plaza de toros come se fossero inferociti, bolidi blu che vedono rosso come tori a San Fermín. Quando l'Omega Pharma QuickStep ha ormai lo champagne tra le mani ed è pronta a stappare, ecco che i Movistar rovinano la festa alla squadra belga, che non mata un bel niente e si accontenta di un secondo posto che sta strettissimo. Così come aveva chiuso la Vuelta 2011, così la riapre Juan José Cobo, pure leggermente staccato sul traguardo (paga 4"), egualmente vincente con la squadra (anche se allora si chiamava Geox).
È infatti il basco Jonathan Castroviejo a vestire la prima maglia roja ma la prestazione collettiva, su un percorso che non esaltava affatto le doti della squadra, è qualcosa di meraviglioso. Sono 10" che separano Movistar da Rabobank ed Omega, fino alla fine in testa alla corsa e che aveva respinto gli attacchi di Sky (a 2" dagli olandesi) e Saxo Bank-Tinkoff (a 4"), per fare due nomi.
Il nome della Movistar alla vigilia non era tra i più quotati per la vittoria della cronosquadre, mentre Garmin-Sharp, Orica-GreenEDGE, Sky, Katusha e Rabobank si ponevano sicuramente davanti agli spagnoli. Non bisognava però dimenticare che la squadra di Unzue ha sede poco fuori Pamplona, ad Egües. Insomma, i Movistar correvano in casa, con un team di ottimo livello ed il campione uscente tra le proprie fila. Ecco parte del segreto del successo di questa sera, ecco che tutto quadra.
Subito si portava in testa l'Orica-GreenEDGE (tardando anche un poco nell'attesa dell'eritreo Daniel Teklehaimanot, al suo primo GT in carriera) ma la Garmin-Sharp all'intermedio si faceva sentire, precedendo di 1" gli aussie. Il percorso, nella prima parte non troppo problematico e nel complesso senza grandi dislivelli, si rivelava esigente da quando le squadre entravano attraverso una rampa impegnativa nella città vecchia di Pamplona, indirizzate per le viuzze percorse da tori ed umani all'encierro di San Firmino, per concludersi nella Plaza de toros.
Insomma, in questo scenario a dir poco spettacolare la Garmin, che avrebbe potuto forse anche vincere la prova, si abbatteva letteralmente in una curva a sinistra. La prova era ormai andata a farsi benedire (concluderanno a 1'27", penultimi), restava da tagliare il traguardo e possibilmente senza troppi danni. Chi sorprendeva positivamente era invece al BMC, capeggiata da un Philippe Gilbert che forse non s'era ancora visto così caparbio nel 2012. Il vallone trascinava i suoi che si portavano momentaneamente in testa segnando un bel 19'03". Chiuderanno terzi assoluti. I rossoneri restavano in testa per un bel po' di tempo, lasciando la Liquigas-Cannondale a 31", la Lampre di Cunego a 43", la RadioShack Nissan a 44".
Con l'arrivo della Rabobank nella Plaza de toros ed il 19' netto fatto segnare da Lars Boom e compagni la situazione però cambiava, con la formazione olandese che si portava in testa. L'Omega Pharma faceva segnare il miglior intertempo, con l'Astana che pagava 3" (ma Gasparotto andava a casa con una clavicola rotta) e la Rabobank 8". Una rotonda condotta male, affrontata dal lato più lungo per colpa di una moto che inganna Tony Martin e compagni, fa però perdere eccessivi secondi ed alla fine i bianco azzurri saranno secondi solo ai vincitori. I rimpianti per qualla rotonda allungata ed una prova forse buttata al vento però ci sono eccome.
Mentre la Katusha andava vicina a ripetere la prestazione nella cronosquadre veronese al Giro d'Italia, arrivando a soli 4" dall'Omega, partiva la Sky, una delle squadre favorite, se non la favorita. Il miglior intertempo degli inglesi nella prima parte di gara faceva pensare ad un cambio della guardia in testa ma Froome e compagni chiudevano a 4" dai belgi, sempre più convinti di una vittoria di tappa ormai vicina. Anche perché la Saxo Bank-Tinkoff chiudeva a 4" dai capofila (Contador perde 2" insignificanti nei confronti di Chris Froome, suo rivale annunciato per la maglia roja finale), la Lotto Belisol di Van den Broeck era alle spalle ed insomma, la vittoria con relativa maglia roja per Terpstra pareva quasi una certezza.
Si erano fatti i conti senza quell'oste chiamato Movistar: i ragazzi di Unzue erano ancora belli compatti all'interno della città vecchia, con Cobo che soltanto a fine salita perdeva qualche metro dai compagni (sul traguardo pagherà 4"). Nessun problema, perché la Movistar, a differenza della maggior parte delle squadre che assaltavano la città vecchia con cinque uomini, si presentava con il quinto corridore, Alejandro Valverde, ancora in piena sintonia con i compagni. Lasciato dunque il sesto, Cobo, poco indietro, i cinque Movistar entravano nella Plaza de toros segnando un 18'51" inequivocabile persino per gli Omega, che adesso ridevano decisamente meno di prima. Incassati i 10" dalla Movistar, Terpstra e compagni scendevano dal podio virtuale, lasciando il gradino più alto, stavolta reale, ai ragazzi di Unzue.
Dopo 16 e rotti chilometri di Vuelta è ancora presto sentenziare, figurarsi soppesare distacchi e distacchini. Allo stato attuale delle cose però il leder Castroviejo (che ha lo stesso tempo del ben più pericoloso Valverde) dà 4" al campione uscente Juan José Cobo, 10" a Mollema e Gesink, 12" a Froome, Henao ed Urán, stesso distacco per il belga della Lotto Belisol Jurgen Van den Broeck. Alberto Contador è a 14" mentre Purito Rodríguez paga 15" insieme a Denis Menchov. Igor Antón ha già un passivo di 28", Damiano Cunego è a 54" da Castroviejo mentre Andrew Talansky, penalizzato dalla caduta della Garmin-Sharp, ha già 1'27" da recuperare.
Spazio per andarsi a riprendere il tempo perduto, sia esso tanto o poco, ce ne sarà sin già da domani, con la seconda tappa, 181 km vallonati da Pamplona a Viana. Una frazione vallonata ma non difficile (specie se si considerano i dieci arrivi in salita che attendono i corridori), che vedrà una volata forse ristretta, in quanto il traguardo di Viana verrà posto in cima ad un chilometro che sale leggermente. Chi vorrà anticipare i velocisti, o semplicemente testare la gamba, potrà sicuramente provare.
Si ripartirà con Castroviejo ad indossare la prima maglia roja, lui che nemmeno sapeva se l'avrebbe corsa, la Vuelta, ma che adesso che ha ottenuto insieme ai compagni di squadra un risultato importante, oltretutto in casa, non si tirerà davvero indietro.