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Route de France WE 2012: In salita tornano i voli di Evelyn - Stevens pigliatutto a La Planche des Belles Filles. Muccioli in evidenza

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L'arrivo solitario a La Planche des Belles Filles di Evelyn Stevens nella settima tappa della Route de France © Daniel ChateauFinalmente, dopo sei giorni di calde pianure nel nord della Francia, con tappe che ci hanno riservato anche qualche emozione (una su tutte la vittoria di Simona Frapporti su Valentina Bastianelli dopo una lunga fuga a due), arriva la parte più divertente ed al contempo impegnativa della Route de France.

La settima frazione portava le ragazze da Morteau a La Planche des Belles Filles, arrivo in salita celebre per aver rivelato al Mondo il talento di Chris Froome, che quassù seppe imporsi un mesetto fa. La vincitrice di oggi non è invece una rivelazione, visto che il nome di Evelyn Stevens ai più attenti rimanderà alla Freccia Vallone e soprattutto al Giro d'Italia, per quel che riguarda il solo 2012 (nella corsa rosa s'impose in Toscana, a Castiglione dei Pepoli, e per un giorno vestì anche la maglia).

È, come prevedibile alla vigilia, la newyorkese ad aggiudicarsi un traguardo così difficile ed al contempo a vestire la maglia arancione, che sfila alla connazionale Amanda Miller, restata in testa per quattro giorni. Erano in poche ad aver mostrato una gran forma, in pochissime a poter vantare una buona tenuta su nove giorni di gara e soltanto un manipolo era in grado di centrare il colpo grosso. Evelyn Stevens, le altre statunitensi, apparse tutte molto in forma ed Alena Amialiusik, una vera e propria moto targata Be Pink. E se la 23enne bielorussa chiuderà quarta di tappa, la statunitense Kristin McGrath, 30 anni non ancora compiuti, si piazza appena alle spalle della portacolori della Specialized-Lululemon, a 22". Squadra, quella statunitense, che con Be Pink e Selezione Usa palesa la forma migliore di questa Route de France, ottenendo la terza vittoria di fila (dopo Hosking due giorni fa e Rowney ieri).

I 126.4 km di oggi, con la Côte de Pierrefontaine les Varans da scalare e l'arrivo in quota di La Planche des Belles Filles, si prestavano a molteplici e fruttuosi attacchi. Infatti dopo appena una decina di chilometri se ne vanno in sei: Petra Zrimsek e Simona Frapporti (Be Pink), Janel Holcomb (Selezione Usa), Isabelle Söderberg (AA Drink), la maglia bianca Katie Colclough (Specialized-Lululemon) e Christine Majerus (Team GSD Gestion). Superano insieme la Côte de Pierrefontaine les Varans e guadagnano 1'30" su un gruppo che non vuol lasciare andare la fuga. Amanda Miller sa che con grande probabilità è questo l'ultimo suo giorno in maglia arancione ma gli Stati Uniti lavorano per la McGrath mentre la Specialized-Lululemon è davanti per la Stevens. Al km 55 la fuga delle sei viene riassorbita dal gruppo che procede compatto per una ventina di chilometri.

Una volta giunti al rifornimento di Geney - siamo al km 72 - attaccano Silvia Valsecchi, che in classifica dista soli 5" dalla Miller, e la compagna di squadra Simona Frapporti, in terra di Francia (e non solo) davvero infaticabile. Se l'azione è molto bella ed il tentativo di far saltare il banco è lodevole, c'è da dire che in gruppo non tutti colgono l'astuzia dell'attacco, anzi, Carla Ryan si dice sdegnata e chiede addirittura una penalizzazione per le due atlete di Walter Zini («Le due ragazze che hanno attaccato al rifornimento si sono fatte una cattiva reputazione e così la loro squadra», scriverà a fine tappa su Twitter la rossa australiana). Ad ogni modo Frapporti e Valsecchi, a fine tappa proclamate come atlete più combattive di giornata, proseguono nella loro azione e guadagnano fino a 2'30" sul gruppo. Verranno riprese soltanto sulle prime rampe della salita che porta a La Planche des Belles Filles.

Lì la Stevens mette in atto il suo piano tanto prevedibile quanto efficace: scatta e la rivedono dopo il traguardo. Non per nulla è insieme ad Emma Pooley una delle più forti scalatrici del panorama. Seconda piazza per Kristin McGrath a 22", mentre il terzo gradino del podio spetta all'australiana della Vienne Futuroscope Carlee Taylor, giunta a 41" come Alena Amialiusik. La miglior francese della corsa, Edwige Pitel, contiene il ritardo entro i 59" mentre Lise Olivier paga 1'13". Si rivede ai piani alti della classifica Flavia Oliveira, brasiliana che vive negli States e corre per la Forno d'Asolo Colavita. La Oliveira giunge con un ritardo di 1'42", precedendo di soli 2" la giovanissima Dalia Muccioli, 19enne della Be Pink. Chiudono la top ten la canadese Karol-Ann Canuel e la cyber furente Carla Ryan.

Anche in classifica generale il primo posto spetta ad Evelyn Stevens, che si va a prendere la maglia arancione ed ora precede la sudafricana Lise Olivier di soli 6". Seguono McGrath a 25", Amialiusik a 39", Carlee Taylor a 1'02" e Lucinda Brand a 1'03" (piuttosto deludente la prova odierna dell'olandese, solo 12a ed a 2'31" dalla Stevens).

Stevens imbattibile? Se fosse quella ammirata oggi sì, ma la newyorkese ha i suoi punti deboli. Uno su tutti le discese, e nella tappa di domani si andrà molto in salita, su per i Vosgi, ma si scenderà anche tanto, perciò lo spazio per le imboscate non mancherà. Più di tutto però la Stevens non ha mai mostrato una certa affidabilità nelle corse a tappe medio-lunghe, alternando prestazioni molto buone ad altre al limite della sufficienza (si pensi che quest'anno al Giro, dopo la vittoria di Castiglione dei Pepoli, è andata in calando, perdendo la seconda piazza proprio all'ultimo atto della corsa). Insomma, la scarsa padronanza del mezzo unita ad un recupero non sempre eccellente della comunque fortissima portacolori della Specialized-Lululemon non chiudono di certo qui la Route de France. Già domani i 115 km da Lure a Saint-Dié-des-Vosges, con Col des Feignes e Col du Plafond in mezzo, metteranno a dura prova le già stanche atlete; la tappa molto mossa, diciamo pure impegnativa, potrebbe fornire alla corsa nuovi scenari.

Menzione particolare va alla nuova miglior giovane della corsa, Dalia Muccioli; oggi 8a, unica italiana nelle prime venti ed 11a in classifica generale. La scalatrice di Cesenatico ambisce a vincere un Giro d'Italia in futuro; Walter Zini la sta facendo crescere pian piano, con i giusti tempi. Ciclista dall'età di otto anni, Dalia è uno dei talenti più cristallini tra le giovani italiane. Oggi aveva una bella opportunità per mettersi in mostra al di fuori dei nostri confini e non l'ha buttata al vento, facendo capire che c'è ed in futuro, su arrivi come questo, saranno in molte a dover fare i conti con lei. Del resto da Cesenatico sono sempre usciti fior di scalatori e tra qualche anno sarà il momento di Dalia, la ragazza che dà tutta se stessa sulle salite e quando si vuole rilassare fa due passi in riva al mare.

Francesco Sulas

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