Eneco Tour 2012: Riflettori su Kittel. E su Contador - Il rientro di Alberto, la vittoria di Marcel

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La si attendeva per vari motivi, la prima tappa dell'Eneco Tour, da Walwijk a Middelburg in Olanda: il primo, ovviamente, il ritorno in gara di Alberto Contador, dopo mesi difficili in seguito alla squalifica per clenbuterolo, vicenda che fiumi di bit (non vorremo ancora parlare di inchiostro, oramai?) ha fatto versare in giro per il globo. Lo spagnolo, che tra pochi giorni sarà chiamato a ri-esordire anche in un GT, la Vuelta per la quale è comunque favoritissimo, ha mostrato una forma fisica del tutto adeguata, una gamba discreta, una grande attenzione in gara (spesso ha tenuto le prime posizioni del plotone, circondato dai compagni della Saxo Bank), e insomma, anche in scenari che non più di tanto gli si addicono, ha fatto vedere di esserci.

Il secondo motivo, legato al terzo (che enunceremo poscia), riguarda il ricordo della seconda tappa del Giro d'Italia 2010 che proprio a Middelburg si concluse: ricordavamo tutti i ventagli e la grande battaglia di quella frazione all'apparenza facilissima, e oggi ci aspettavamo un qualcosa di simile, un gruppo frantumato in mille particelle, e invece non abbiamo goduto di un grosso spettacolo, come vedremo; il terzo motivo, il fatto che quella tappa del Giro la vinse Wouter Weylandt, scomparso l'anno scorso per una caduta nella corsa rosa: a lui, al suo ricordo è stata dedicata la frazione odierna.

Infine il quarto motivo, in caso di frustrazione delle attese di battaglia, era l'eventuale sprint finale, fattore che in sé rappresenta comunque e sempre un richiamo fortissimo. Ma anche in questo caso dobbiamo dirci delusi, per una volata atipica ma anche anonima, condizionata da una caduta ai 2 km che ha lasciato davanti non tantissimi protagonisti.

La tappa, vissuta su una fuga di Urtasun e Staf Scheirlinckx, ripresi però a oltre 70 km dalla conclusione, non si è in realtà mai accesa. Ci ha provato la Omega Pharma, ma malgrado i forcing proposti da Chavanel e anche da Boonen in prima persona, non ci sono stati grandi risultati: alla fine non si sono staccati (a meno di 20 km dalla fine) che una ventina di uomini, tra i quali Thomas De Gendt, mentre tutti gli altri si mentalizzavano verso l'ormai inevitabile sprint finale.

Tutti o quasi: qualcun altro, caduto in precedenza (a 33 dal traguardo), si era già dovuto ritirare: parliamo di Alan Marangoni, corridore della Liquigas che ha abbandonato l'Eneco Tour con una clavicola fratturata. E non è stata certo l'unica caduta del giorno, quella dell'italiano: a 2 km dal traguardo, un nuovo ruzzolone intorno alla ventesima posizione del gruppo ha coinvolto Rowe, Clement (ritirato), Raymond Kreder, Vandenbergh e Mouris, e soprattutto ha frantumato il gruppo che aveva resistito al vento proveniente dal Mare del Nord.

Davanti sono rimasti gli Argos, che hanno ben lavorato per Kittel, il quale, presa la volata in testa, ha resistito al ritorno di Démare, anche perché ha preso all'interno l'ultima semicurva verso sinistra, trovandosi quindi avvantaggiato sul brevissimo rettilineo finale.

Al terzo posto, nello sprint, si è inserito Taylor Phinney, che visto il tanto cronometro presente all'Eneco è senza dubbio tra i favoriti. Quarto un redivivo Haussler, poi Blythe, Van Staeyen, Rojas e Robert davanti a due italiani, Guarnieri e Nizzolo, che hanno chiuso la top ten. In classifica Kittel ha 4" su Démare, 6" su Phinney e Kruopis (che ha raccolto abbuoni ai traguardi volanti), e 7" su Ventoso quinto. Nono della generale, Montaguti a 9" (anche per il romagnolo un secondino di abbuono a uno sprint intermedio). Domani la cronosquadre di Sittard (19 km) cambierà in ogni caso faccia alla classifica.