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Giochi Olimpici 2012: Ottima Olanda a supporto di Vos - Le pagelle: sfortunata Shelley Olds | Cicloweb

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Giochi Olimpici 2012: Ottima Olanda a supporto di Vos - Le pagelle: sfortunata Shelley Olds

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Il podio della corsa in linea femminile: Marianne Vos è affiancata da Armitstead e Zabelinskaya © London2012.com

Marianne Vos - 10 e lode
Il titolo olimpico su strada era l'unico che le mancava e l'olandese ha saputo colmare questa lacuna nel suo palmarès grazie ad una condotta di gara pazzesca. Ha corso da favorita, da più forte in gara, ma a differenza degli ultimi Mondiali ha mostrato anche una grande cattiveria. Prima di trovare la fuga buona aveva già tentato almeno tre attacchi, anche prima che si arrivasse sul circuito di Box Hill: all'attacco è sempre stata la più generosa e convinta e senza di lei mai quell'azione sarebbe potuta arrivare fino al traguardo. Nel finale ha scelto di giocarsi tutto in volata, rischiando un po' con il lanciare lo sprint da davanti ma riuscendo benissimo a tenere a bada la padrona di casa Armitstead. Con ogni probabilità oggi avrebbe vinto su qualsiasi percorso e contro ogni avversaria tanto era netta la sua superiorità. Adesso le mancano veramente poche gare per poter dire di aver vinto tutto, ma proprio tutto, in carriera: e non dimentichiamoci del fatto che ha 25 anni.

Elizabeth Armitstead - 9
Veloce ma non velocissima, Lizzie non poteva limitarsi ad aspettare la volata visto che contro alcune sprinter pure si sarebbe trovata battuta quasi sicuramente. Contro questa Vos non ci sarebbe stato nulla da fare in ogni caso, ma Elizabeth Armitstead ha corsa bene tatticamente, scegliendo perfettamente l'azione a cui accodarsi e poi stando attenta a tirare quanto bastava per non rovinare l'armonia del gruppetto e allo stesso tempo per non farsi cuocere dalla scatenata olandese. Negli ultimi tre chilometri, quando ormai il vantaggio era rassicurante, non s'è voluta accontentare e ha provato a correre per l'oro pur prendendo qualche rischio: la giovane britannica s'è messa a ruota di Zabelinskaya e Vos, ha lasciato a loro tutto il lavoro magari puntando anche su una guerra di nervi che diverse volte ha visto la Vos uscire sconfitta. Ci ha provato e questo argento è veramente importante: è la prima medaglia della Gran Bretagna ai Giochi.

Olga Zabelinskaya - 9
Da un suo allungo poco dopo l'ultimo passaggio sulla salita di Box Hill s'è scatenata la reazione di Vos e delle altre che ha portato poi alla fuga che ha deciso la corsa. Ottima sul passo, in volata è abbastanza ferma quindi l'azione da lontano era la sua unica possibilità per ottenere una medaglia: una volta che davanti sono rimaste in tre, Olga ha capito che l'obiettivo era alla portata e, nonostante fosse visibilmente la più stanca, ha dato tutto per non far rientrare le inseguitrici e assicurarsi quindi la medaglia di bronzo.

Shelley Olds - 7.5
Le sue prestazioni molto convincenti al Giro Donne l'avevano eletta ad outsider altamente pericolosa, forse proprio la più pericolosa per Marianne Vos. E l'americana ha fatto capire di stare benissimo quando ha risposto prontamente al primo tentativo di allungo del fenomeno olandese. Dopo Box Hill, lei che è soprattutto velocista, legge la situazione con grande abilità e si trova all'attacco con Vos, Armitstead e Zabelinskaya: in volata se la può giocare con Marianne Vos quindi un po' tira, un po' si risparmia per puntare alla medaglia d'oro. Con quattro in testa la situazione, ovviamente, era molto più incerta e poteva succedere di tutto, anche che il gruppo tornasse sotto: purtroppo però ci ha pensato una foratura a cambiare lo scenario e nel giro di un attimo Shelley s'è ritrovata in coda al gruppo inseguitore dando praticamente via libera alle tre davanti, certe di portare a casa almeno una medaglia. Tanta sfortuna quindi ma la prova di tutta la nazionale USA è stata positiva con Neben e Stevens soprattutto vogliose di fare corsa dura.

Ina-Yoko Teutenberg - 6.5
Vince la volata per la quarta posizione e quindi è lei che torna a casa con i rimpianti maggiori. Nel panorama internazionale di velociste pure come lei non ce ne sono ma a ottobre la carta d'identità segnerà 38 anni e quindi è molto difficile che possa ripresentarsi un'occasione come questa per conquistare una medaglia olimpica. Dopo posto di Copenhagen 2011 si ritrova un'altra volta con l'amaro in bocca.

Emma Johansson - 4.5
Era da tempo che preparava questa gara e sia al Giro Donne che a quello di Turingia ha badato più a lavorare in vista dei Giochi che a dare tutto ogni giorno per puntare alle classifiche generali. A Londra, però, non riesce mai ad essere incisiva: dovrebbe essere una di quelle più interessate ad attaccare per evitare una volata di gruppo ma non ci prova mai. Viene rallentata anche da una foratura e chiude con un sesto posto un po' anonimo. Per la Svezia si distingue in positivo Emilia Fahlin, sempre davanti a tutti negli ultimi chilometri per cercare di annullare la fuga.

Emma Pooley - 6
La Gran Bretagna punta molto su una corsa d'attacco e chi meglio di Emma Pooley per fare questo? La piccola inglese piazza un paio di allunghi micidiali che mettono in fila il gruppo ma su un percorso così non era certo lei la prima punta. Pooley può comunque guardare con ottimismo alla cronometro visto che ha dimostrato di stare bene; prestazione abbastanza opaca, invece, per l'olimpionica uscente Nicole Cooke.

Judith Arndt - 5
Come la squadra maschile ieri, la Germania è sembrata voler puntare tutto su un arrivo con il gruppo compatto e nel complesso, visto il risultato, non si può assegnare una sufficienza. Anche una campionessa con Judith Arndt s'è messa a disposizione di Teutenberg senza mai tentare qualche mossa con decisione: una scelta strana perché Anrdt aveva appena vinto il Giro di Turingia e perché con questa condotta di gara non ha comunque salvato energie per la prova a cronometro di cui è campionessa del mondo in carica.

Ellen Van Dijk - 8
Finalizzata ovviamente a favorire la vittoria di Marianne Vos, la grande aggressività della nazionale olandese ha come simbolo la 25enne Ellen Van Dijk che ha attaccato almeno quattro volte tra il tratto iniziale ed il primo giro a Box Hill (ma non vanno dimenticate Van Vleuten e Gunnewijk, anche loro molto attive). Prestazione quindi maestosa ed il giudizio non viene mutato dal fatto che poi abbia concluso la prova fuori tempo massimo. Se riuscirà a recuperare bene, potrebbe essere un nome da non sottovalutare mercoledì nella cronometro.

Giorgia Bronzini - 6
Il suo compito è di aspettare la volata sperando di ritrovare il colpo magico di Geelong e Copenhagen: la giornata, però, non è delle più fortunate ed una delle tante forature che si sono verificare durante la corsa l'ha costretta ad un lungo inseguimento. Così è arrivato un quinto posto, seconda nelle volate delle battute (che vuol dire poco visto che le medaglie se ne erano già andate tutte), che non è un brutto piazzamento, ma un'atleta che ha vinto due titoli iridati consecutivi aveva senza dubbio aspettative maggiori.

Italia - 5
Dal Mondiale di Stoccarda nel 2007 in poi le nostre ragazze ci avevano abituato molto bene e spesso e volentieri erano state proprio loro a salvare i bilanci azzurri al termine delle grandi rassegne internazionali. Se tante volte tutto era girato al meglio, oggi quasi nulla è andato bene. Già nel primo tratto le ragazze italiani sono state abbastanza sfortunate visto che hanno subito almeno tre forature; già al primo passaggio a Box Hill s'è staccata Monia Baccaille che ha lasciato un vuoto importante e forse ha condizionato un po' anche l'operato di Cantele e Guderzo che potrebbero aver preferito restare vicine a Giorgia più che provare a seguire (ma ci volevano comunque gambe) tutti gli attacchi. Con il senno di poi non è stata una buona scelta rinunciare ad una ragazza combattiva ed in grande condizione di forma (e col morale alle stelle) come Elisa Longo Borghini ma Salvoldi ha voluto dare fiducia al gruppo di ragazze che è stato sempre la colonna portante della nazionale degli ultimi anni. Se, secondo il parere di tutti i bookmakers e degli esperti, questa era la gara ciclistica in cui l'Italia aveva maggiori chance di medaglia vuol dire che si rischia di chiudere la rassegna a quota zero: l'ultima volta è successo a Seoul '88 quindi potrebbe essere d'obbligo qualche riflessioni da parte dei nostri dirigenti sempre pronti a sfilare in prima fila quando ci sono le telecamere.

Sebastiano Cipriani

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