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Giro di Turingia 2012: Fulmine Daams piomba sul gruppo - Longo Borghini seconda di tappa. A Judith Arndt la vittoria finale

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A Zeulenroda Jessie Daams batte Elisa Longo Borghini, che tenta invano di recuperare con un colpo di reni © thueringenrundfahrt-frauen.de

L'ultima tappa del Thüringen Rundfahrt mostra un podio davvero interessante. In primo luogo perché le prime due, Jessie Daams (prima vittoria tra le Élite) ed Elisa Longo Borghini, fanno da contraltare a Kupfernagel e Teutenberg, vincitrici delle prime tre tappe, in fatto di anagrafe: Daams è del '90, Longo Borghini del '91, Kupfernagel e Teutenberg del '74.

Non sarà un ricambio generazionale - per sfornare campionesse non basta un mese di corse ben disputate - ma è già qualcosa. In secondo luogo perché sia Daams che Longo Borghini e Laws, pur essendo andate forte tutta la giornata di oggi (e per tutto il Thüringen, oseremmo dire), vedranno dal divano di casa le Olimpiadi, tra una settimana esatta.

Ricordiamo le lacrime di Sharon Laws in hotel, al Giro del Trentino, una volta appreso che a Londra avrebbero corso Nicole Cooke, Lizzie Armitstead, Lucy Martin ed Emma Pooley. Per lei, nata nel 1974 a Nairobi (proprio come Chris Froome, già), non ci sarà una seconda possibilità di correre l'Olimpiade sulle strade di casa, anche se va detto che già a Beijing fu parte della selezione.

Jessie Daams ed Elisa Longo Borghini invece hanno accettato con un pizzico di delusione i verdetti, consapevoli che per loro, giovani e con un futuro più che roseo davanti, le opportunità non mancheranno, a partire da Rio 2016. Il futuro è loro, d'accordo, ma il tempo passa e con lui le occasioni. Prendiamo l'atleta di casa nostra, Elisa Longo Borghini: va forte da tutto l'anno, ha corso i Mondiali di Copenhagen al debutto tra le Élite, 9a al Giro d'Italia e miglior giovane, vittoriosa ieri (prima non aveva evitato certo ottimi piazzamenti nelle dieci) e seconda oggi, quinta nella generale finale, anche qui miglior giovane e miglior scalatrice, quasi sempre in fuga ed altrimenti al lavoro per Emma Johansson.

Insomma, l'unico requisito che mancava all'atleta della Hitec Products-Mistral Home era probabilmente l'età. Nel senso che il commissario tecnico Edoardo Salvoldi ha preferito a questa '91 già pronta per i grandi appuntamenti (e s'è visto ieri così come nelle trenate di Copenhagen che tutti ben ricordiamo) atlete più esperte (Tatiana Guderzo, Noemi Cantele e Monia Baccaille) per portare Giorgia Bronzini verso il sogno a cinque cerchi.

E pensare, tornando ad oggi, che la Gran Bretagna non ci ha pensato due volte a convocare la giovane Lucy Martin, classe '90 come la Daams, in luogo della già citata Sharon Laws; alla faccia dell'anagrafe, del gruppo e delle occasioni che non si ripeteranno. Sono scelte, vedremo quale pagherà maggiormente. C'è da dire che chi si è vista, per un motivo o per un altro, esclusa dalla selezione olimpica ha dato il meglio di sé in tutte le gare che ha disputato, e così si spiega anche (ma non solo) il podio di tappa odierno.

Nei 106 km in circuito attorno a Zeulenroda la bagarre inizia sin dai primi chilometri: cose che succedono quando si deve affrontare per quattro volte il Dörtendörfer Berg, salita abbastanza impegnativa. Il primo Gpm se lo aggiudica Emma Johansson, che va a togliere preziosi punti a Claudia Häusler (la compagna di squadra Elisa Longo Borghini è appunto in testa alla classifica della miglior scalatrice), lo stesso numero non riesce alla svedese al traguardo volante, con la capoclassifica Judith Arndt che consolida la sua leadership, prendendosi 3" d'abbuono (alle sue spalle Trixi Worrack ed appunto Emma Johansson).

Dopo lo sprint attaccano in tre: Elisa Longo Borghini, Sarah Düster e Natalia Boyarskaya, cui poi si aggiungono altre atlete. Troviamo così in testa Elisa Longo Borghini, Sarah Düster, Natalia Boyarskaya, Claudia Häusler, Elena Cecchini, Rachel Neylan, Mascha Pijnenborg e Petra Dijkman. La più pericolosa per la maglia gialla di Judith Arndt è proprio la Longo Borghini, a soli 1'01" dalla maglia; il gruppo non concede alle fuggitive più di 45". Vengono recuperate prima del Gpm, dove Emma Johansson, distante in classifica solo 8", prova a staccare la Arndt: ogni sforzo sarà vano.

Subito dopo davanti si forma un gruppetto di 18 atlete comprendente tutte le migliori e così all'ultima ascesa sul Dörtendörfer provano ad andarsene Amanda Spratt e Mascha Pijnenborg. Pare buono invece l'affondo di Sarah Düster ma la tedesca della Rabobank verrà ripresta dalle 18. È però l'attacco della Campionessa britannica Sharon Laws a fare la differenza. Le va dietro un'infaticabile Elisa Longo Borghini e Jessie Daams, seconda nella classifica delle giovani proprio alle spalle dell'ornavassese, le si mette a ruota.

A 3 km dal traguardo troviamo così in testa il trio composto da Laws, Daams e Longo Borghini. È la Daams ad allungare nel finale mentre il gruppo maglia gialla è alle spalle delle fuggitive e chiuderà a 2". L'unica che non si arrende è la Longo Borghini, che si riporta su Jessie Daams all'altezza del traguardo e prova a sorprendere la già esultante belga con un prodigioso ma inutile colpo di reni. Gran bel gesto, gran bella corsa, grandissimo luglio (ma non solo luglio) per la portacolori della Hitec.

Alle spalle di Daams e Longo Borghini si piazzano Laws, quindi Worrack, Arndt e Visser, Armitstead, Kupfernagel, Johansson e Bras a completare la top ten di giornata. Bene anche Elena Cecchini, oggi 11a e sempre nelle prime posizione al Thüringen. In classifica Arndt non perde nulla, anzi allunga su Worrack (a 9") e Johansson (a 11") grazie agli abbuoni conquistati. Quarta Lizzie Armitstead a 54", con una gamba ottima in prospettiva londinese, mentre la Longo Borghini chiude con un eccellente 5° posto a soli 59" dalla Arndt.

Passi avanti già dal Giro d'Italia di due settimane fa ne sono stati fatti eccome: la Longo Borghini si aggiudica anche la classifica dei Gpm (su Häusler e Kupfernagel), la maglia bianca di miglior giovane (su Daams e Cecchini) nonché la classifica della combattività (si mette alle spalle la propria capitana Emma Johansson e Claudia Häusler). Ora, senza voler polemizzare o voler giocare a fare il CT - esercizio fin troppo diffuso in Italia ma non solo - era davvero così impensabile portare a Londra un'atleta giovane quanto si vuole ma che viaggia in questo modo e pure sa misurarsi con atlete molto più esperte di lei? Era così impensabile buttarla nella mischia, in quella gara che si terrà domenica e che chiamano Olimpiade? A quanto sembra, sì.

Francesco Sulas

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