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Tour de France 2012: Polveri Bagnères? Non per Voeckler! - Thomas su Feillu. Nibali attacca, crisi Evans

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Thomas Voeckler sul Peyresourde costruisce il suo secondo successo al Tour 2012 © BettiniphotoThomas Voeckler è uno splendido corridore. Il suo campionario di facce farebbe invidia a un Jim Carrey, ma nel Truman Show del Tour de France, in cui i corridori sono spiati, seguiti, inquadrati dall'occhio indiscreto della telecamera in ogni loro movimento, ad ogni momento di difficoltà, e nei più rari episodi di esaltazione, ebbene in questo show Voeckler è del tutto padrone della situazione, al contrario del celebre personaggio cinematografico.

L'anno scorso sfoderò un Tour straordinario, cadde dal podio (e fu quarto) per aver perso la testa (e conseguentemente un sacco di tempo) sul Galibier, volendo provare a fare corsa a viso aperto contro i più forti Schleck, Evans, Contador. Quest'anno è arrivato alla Boucle con una condizione scarsa, a causa di un infortunio patito qualche giorno prima del via da Liegi, ma poi ha trovato la forma strada facendo e, non potendo puntare alla generale, ha esaltato le sue doti da cacciatore di tappe: a segno mercoledì scorso a Bellegarde, non era ancora sazio (tanto che lunedì è andato ancora in fuga). E allora rieccolo a segno oggi, un altro mercoledì, a Bagnères-de-Luchon, al termine del primo dei due tapponi pirenaici. Complemento a ciò, la maglia a pois di migliore scalatore strappata dopo il Peyresourde allo svedese Kessiakoff.

Voeckler, 33enne alsaziano, è andato in fuga con altri 37 uomini (tra cui Vinokourov, Rui Costa, Voigt, Martin, Hoogerland e gli italiani Caruso, Stortoni e Marzano) dopo 22 km, ha resistito a un momento di impasse sull'Aubisque, ha scremato il drappello su Tourmalet e Aspin, infine se n'è andato da solo sul Peyresourde, liberandosi a 22 km dalla fine della compagnia dell'ultimo collega a resistergli, Brice Feillu (con cui, a dire il vero, si era già isolato dal Tourmalet). Alle loro spalle, un gruppetto che, a seconda dei momenti, comprendeva al suo interno Kessiakoff, Voigt, Chris Sørensen, Vinokourov, Izagirre, Stortoni, Hincapie, Ten Dam, Kiryienka, Martin, Martínez, Paulinho, Karpets, e che non è mai riuscito a limare quel minuto/mezzo minuto che la coppia di testa conservava chilometro dopo chilometro.

Se T-Blanc (il soprannome di Thomas) gioisce, Vincenzo Nibali non è da meno. Unico, nei giorni scorsi, ad aver fronteggiato ripetutamente e a viso aperto gli Sky (Wiggins e Froome, primo e secondo della classifica), anche oggi il siciliano ha proposto un doppio attacco, sul Peyresourde. Il terreno gliel'ha preparato Basso, con due trenate (prima sull'Aspin, poi sull'ultima salita di giornata) che hanno provocato notevole selezione, dopo che il plotone - tirato da Eisel, Boasson Hagen, Knees, aveva proceduto a ritmo blando per più di metà tappa, lasciando tra l'altro 10' ai fuggitivi.

Già sulla prima trenata di Ivan, Evans ha conosciuto un momento di crisi, staccandosi a 2 km dalla vetta dell'Aspin, per poi rientrare in discesa. Sul Peyresourde, la difficoltà di Cadel si è ripresentata, e a nulla è servito l'aiuto di Moinard e Hincapie per impedirgli di lasciare una voragine tra sé e quelli che fino a stamattina erano i suoi rivali diretti per la vittoria del Tour.

Ai due scatti di Nibali (il primo a 20 km dal traguardo, il secondo a 17) hanno risposto solo i due Sky citati poco sopra, a riprova del fatto che i tre atleti che compongono attualmente il podio (Vincenzo è terzo) sono realmente i più forti della Boucle. Nella facile discesa verso Bagnères, Nibali non ha più potuto attaccare, e si è accontentato di arrivare coi britannici, staccando comunque i diretti rivali per il terzo posto, ovvero Van den Broeck (di 58") ed Evans (di 4'47").

In classifica l'italiano ha sempre 2'23" di distacco da Wiggins e 18" da Froome, ma ora il quarto (Van den Broeck) gli paga 3'23", e il quinto (Zubeldia, subentrato a Evans che è scivolato al settimo posto scavalcato anche dal compagno di squadra Van Garderen, maglia bianca di miglior giovane) ben 4'50". Come dire: il podio è al sicuro, ora non resta che attaccare a fondo per provare a ribaltare il Tour prima che Wiggo abbia il match point della cronometro di Chartres, sabato.

Quando e dove attaccare? Ovviamente domani, nella Bagnères-Peyragudes, 143 km con Menté, Ares, il difficile Balès (che ha 10 km molto duri a 30 km dal traguardo) e arrivo in quota al Peyresourde-Peyragudes. È l'ultima tappa di montagna: i corridori hanno già speso tanto, non sarà facile stanare gli Sky, ma Vincenzo ha più volte dimostrato che se c'è una cosa che non gli manca è il coraggio di tentare. Del resto, per lui, non si scappa: l'occasione è domani o mai più.

Marco Grassi

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