Versione stampabileEcco le dichiarazioni dei protagonisti al termine della quattordicesima tappa del Tour de France.
Peter Sagan (Liquigas-Cannondale) da Raisport |
«Oggi era una giornata buona, stavo bene e sono riuscito anche a prendere la fuga. La situazione era buona anche per prendere tanti punti al traguardo volante. Sulla prima salita lunga ho pensato che sulla seconda mi sarei staccato perché non avevo buone sensazioni; poi mi sono ripreso, mi sono sbloccato e sono passato terzo al Gpm. Siamo rimasti in tre ma Gilbert e Sánchez sono riusciti a rientrare e quando Sánchez è partito nessuno lo ha inseguito perché tutti guardavano me perché pensavano che attaccassi. Sánchez comunque è andato molto forte e credo che anche se tutti avessero tirato non lo avremmo ripreso. Cosa penso dello scatto di Rolland? È sbagliato, se c'è un accordo in gruppo bisogna rispettarlo; adesso sarà visto un po' come una pecora nera in gruppo». |
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Bradley Wiggins (Sky ProCycling) da Letour.fr |
«Non ho visto molto di quello che è successo, ho solo sentito che ci sono state molte forature in pochi secondi. Nessuno vuole guardagnare per le sfortune altrui, penso che dobbiamo decidere il Tour sulle salite gareggiando e non con gli incidenti. Non so bene cosa è successo, chi guardava in tv forse sa meglio di me. Ho sentito delle voci che dicono che c'erano chiodi sulla strada; è abbastanza triste che una cosa così abbia ripercussioni sulla corsa. Ognuno vede le cose in modo diverso ma io ho pensato che la miglior cosa da fare fosse aspettare. Se non riesci a guadagnare in salita, allora non puoi farlo quando qualcuno fora, neanche se è una foratura ordinaria, a maggior ragione oggi. Sulla salita siamo andati abbastanza forte e non è successo nulla: ci sono state così tante forature che era normale aspettare, eravamo anche 17 minuti dietro la fuga... Abbiamo fatto qualche chilometro tranquillo per dare a tutti modo di cambiare le ruote. Anche perché la salita era stretta e le ammiraglie erano rimaste abbastanza indietro. Sembrava la cosa più onorevole da fare. La fuga era andata, la salita era finita, non c'era più niente da giocarsi». |
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Tejay Van Garderen (BMC Racing) da Letour.fr |
«Ho sentito che Cadel aveva forato ma non ero sicuro di quale fosse la situazione. Pensavo che ci fosse un altro compagno di squadra lì ma con il senno di poi avrei dovuto aspettarlo. C'era molto rumore e caos, mi pareva di aver capito che avesse forato ma non ne ero sicuro... Non sentivo molto alla radio e, come detto, pensavo ci fossero più compagni di squadra». |
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Luis León Sánchez Gil (Rabobank) da Letour.fr |
«Dall'inizio del Tour non ho mai mollato l'idea di entrare nelle fughe e sperare di vincere una tappa. Mi sono infortunato durante la prima settimana ma ho insistito. Niente era andato a nostro favore all'inizio ma sapevo che questa tappa era fatta apposta per me, volevo fare qualcosa oggi. Certamente quando ho visto che Sagan e Gilbert erano anche loro in fuga ho pensato che sarebbe stato quasi impossibile batterli e la mia unica opzione era di attaccare da lontano: questo è il motivo per cui abbiamo accelerato con Kruijswijk in cima al Mur de Péguère, e poi ho attaccato da solo vicino all'arrivo. Adesso la mia intenzione è di continuare a provare ad andare in fuga e magari vincere un'altra tappa. Penso anche ai Giochi Olimpici perché mi sento sempre meglio e il mio polso non mi fa più male. Mi piacerebbe provare qualcosa. Ho sempre avuto problemi sull'alta montagna e questo è il motivo per cui per me è complicato puntare alla vittoria finale in un grande giro. So che dal tempo di Indurain la mentalità spagnola è di essere interessati sulle corse di tre settimana. Ma io non ho le gambe per quel tipo di imprese, nonostante sia già finito nei primi 10. In fondo ho vinto quattro tappe al Tour de France e ho intenzione di continuare ad aggiungerne». |
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