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Tour de France 2012: Nibali attacca, Sky incrinata - Tappa a Rolland, Evans in difficoltà, Froome più forte di Wiggo

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Un momento dell'attacco di Vincenzo Nibali e Jurgen Van den Broeck verso La Toussuire © Bettiniphoto

Una tappa in cui poteva succedere tutto e niente, e in cui non è successo tutto ma nemmeno niente. È successo qualcosa, sì. Intanto che Pierre Rolland, grande speranza del ciclismo francese, ha confermato di essere un numero uno in salita, andando a vincere a La Toussuire dopo quasi 130 km di fuga; e poi che Vincenzo Nibali ha coraggio da vendere, e sa attaccare non solo in discesa ma anche in salita; ancora, è successo che Cadel Evans abbia mostrato ampie crepe nella sua condizione, perdendo il posto sul podio a favore proprio del siciliano; last but not least, le prime incrinature si sono manifestate anche nell'apparentemente inscalfibile corazzata Sky, con Wiggins che ha attraversato un attimo di difficoltà mentre veniva attaccato da... Froome! Proprio il suo compagno, che è stato fermato dall'ammiraglia proprio nel momento in cui stava dando una forma clamorosa al lavorìo ai fianchi svolto per chilometri da Nibali e Van den Broeck soprattutto.

Nibali c'è eccome, la Sky è battibile eccome, Froome è più forte di Wiggins e Evans non ha più la forza di un anno fa. Questo quanto emerge in appena 150 km (scarsi) di una tappa che annuncia i titoli di coda sulle Alpi e che ridà un grande brio a un Tour de France che fino a stamattina (o meglio, fino al primo pomeriggio) sembrava sin troppo incanalato in un copione già scritto.

Parte la fuga, la Liquigas muove le sue pedine
Grandi manovre in testa al gruppo sin dall'inizio della tappa, con attacchi di tanti corridori, comprimari, luogotenenti, uomini da maglia a pois. Sulla Madeleine il foltissimo drappello di testa si è un po' setacciato (perdendo per esempio un Gesink: proprio negativo il Tour dell'olandese), ma dall'altro lato si è via via arricchito di nuovi arrivi dal gruppo (tra gli altri, quelli di Basso, Valverde, Rolland e Kessiakoff). A 125 km dalla fine, in testa c'erano così 21 uomini: Horner, Kern, Malacarne, Rolland, Scarponi, Basso, Koren, Daniel Martin, Kadri, Riblon, Feillu, Hoogerland, Trofimov, Kruijswijk, Valverde, Kiryienka, Chris Sørensen, Kiserlovski, Vinokourov, Kessiakoff, Peter Velits e Weening. Il margine sul gruppo, fin lì di poco sopra al mezzo minuto, ha iniziato allora a crescere.

A 118 km dal traguardo (a 10 km dalla vetta della Madeleine) sono rientrati davanti anche Ten Dam, Leipheimer, Marzano e Moinard; in vista del Gpm, è toccato a Gorka Izagirre e Bouet riportarsi sui battistrada. Allo scollinamento, con Kessiakoff scattato per prendere i punti per la maglia a pois e che poi ha allungato con Velits sullo slancio, il vantaggio dei fuggitivi ha toccato i 3' sul gruppo della maglia gialla, dal quale, un po' a sorpresa, sono scattati Sagan e Oss. I tifosi di Nibali, immaginando chissà quali scenari tattici, avranno a quel punto iniziato a sognare, ma già la discesa della Madeleine e il successivo fondovalle di 10 km hanno raffreddato gli animi.

È successo infatti che, per recuperare su chi si era avvantaggiato (alle spalle di Kessiakoff e Velits c'era un secondo gruppetto), Basso abbia speso parecchio; al contempo, Oss e Sagan son rimasti lì a bagnomaria, per farsi poi riprendere prima ancora dell'inizio del Glandon. Com'era inevitabile che fosse, sin dalle prime rampe della seconda salita di giornata, dal ricompattato drappello di testa si sono staccati diversi uomini: subito Hoogerland, poi Scarponi con Marzano, quindi Leipheimer, e a 70 km dal traguardo si sono arresi anche Valverde, Weening e Basso. Come dire, fine dei sogni per la Liquigas, con la testa di ponte naufragata senza poter essere utile ad un capitano (Nibali) che non ha attaccato per tempo. Ma gli sviluppi della tappa avrebbero accontentato i tifosi dello Squalo dello Stretto.

Il tentativo di Evans, la risposta di Rogers
Lì davanti c'erano Kadri, Kiryienka, Kessiakoff, Kiserlovski, Velits, Martin, Rolland, Ten Dam, Horner, Trofimov, Sørensen e Kern, con quest'ultimo impegnato a fare un ottimo ritmo che ha portato il margine fin oltre i 4' sul gruppo della maglia gialla tirato da Knees (il distacco nel fondovalle era sceso a poco più di 2'). L'attesa di qualcosa che smuovesse le acque nel plotone è finita quando Van Garderen, maglia bianca e compagno di Evans, è partito ai 65 km. Poco dopo, il suo capitano è a sua volta scattato come una molla, raggiungendo immediatamente il giovane americano.

L'azione della BMC ha avuto come effetto il passaggio di Rogers in testa al gruppo della maglia gialla, l'aumento del ritmo di quest'ultimo, e la resa di un buon numero di contendenti: fuori gioco nel giro di 2-3 km Menchov, Monfort, Taaramäe, Coppel, Roche, Schleck, Zubeldia e Klöden, alle spalle del trenino Sky (formato oltre che da Rogers, anche da Porte, Froome e Wiggins) resistevano solo Nibali, Van den Broeck, Pinot e Brajkovic.

Il vantaggio acquisito da Evans e Van Garderen, in ogni caso, non è stato ampio: 20" al massimo, prima che, a 61 dal traguardo, le minacciose sagome degli uomini Sky si rifacessero sotto. Da lì alla cima della Croix-de-Fer, nel drappello dei più forti non è successo niente, se non il rientro di Zubeldia, una volta che il ritmo imposto da Rogers è un po' calato.

L'andatura più controllata di quelli dietro ha ridato animo ai fuggitivi superstiti, i quali al Gpm (laddove Kessiakoff ha preceduto Rolland in una volata da coltello tra i denti) avevano 2'20"; la discesa verso l'inizio del Col de Mollard ha permesso agli inseguitori di recuperare una decina di secondi, ma la successiva salita ha nuovamente rallentato il gruppo dei big; e allora davanti hanno iniziato a crederci.

Selezione davanti, attendismo dietro
Su un affondo di Velits e Sørensen a 40 km dal traguardo, sul citato Col de Mollard, Horner ha alzato bandiera bianca, così come Ten Dam e Kessiakoff, che facevano ancora parte del primo gruppo. Rolland e Kiserlovski invece hanno reagito bene, riportandosi in breve sulla coppia al comando e rilanciando (su impulso del francesino), frantumando le resistenze di Velits e lasciando - per un po' - Sørensen e Kiryienka a distanza. In vista del Gpm (vinto da Rolland) Kiryienka è rientrato, imitato sulla discesa dal danese della Saxo.

Intanto dal gruppo si segnalava, all'ultimo chilometro di salita, un attacco di Pinot, senza esito (Thibaut si è rialzato dopo una quindicina di chilometri), e sulla discesa non è giunto il tanto attesso attacco di Nibali: la Sky ha controllato metro dopo metro la situazione, tenendo Wiggins al riparo da sorprese.

Sorprese che invece non sono mancate tra i fuggitivi, con Rolland che è caduto goffamente su un tornante, a 27 km dal traguardo, ma che poi ha avuto la lucidità di rientrare su Kiserlovski, Kiryienka e Sørensen, ai -22.

La salita conclusiva verso La Toussuire iniziava di lì a poco, a 18 dal traguardo, e appena le prime rampe si sono fatte sentire sotto le ruote, Kiserlovski ha attaccato di nuovo, portandosi appresso lo stesso Rolland. Il gruppo maglia gialla, a questo punto, era lontano 3'30" dai battistrada, a riprova di un Col de Mollard fatto ad andatura ridotta sia in salita che in discesa.

Kiryienka e Sørensen, più che mai tenaci, hanno ancora una volta annullato il gap dagli altri due compagni di fuga a 17 dalla vetta, e quel che più conta, il vantaggio sul gruppo continuava a rimanere inalterato, malgrado Porte avesse preso il posto di Rogers in testa al trenino Sky.

Si son dovuti attendere i 13 km al traguardo per vedere finalmente la tappa cambiare volto e uscire dallo schema fin lì consolidato.

I tanto attesi attacchi, Nibali protagonista, Evans in crisi
È stato Janez Brajkovic a proporre un bello scatto che ha immediatamente chiamato la risposta del pimpante Pinot e del volenteroso Van den Broeck. Da qui in poi è stato un continuo rimbalzare di attacchi, tra i battistrada e il gruppo maglia gialla.

A 12 km dalla vetta, Rolland è scattato e Kiserlovski ha chiuso; in quello stesso tratto, un paio di minuti dopo, si è mosso Vincenzo Nibali. Con una decisione, una determinazione, una convinzione che in troppi ancora faticano a riconoscere al corridore siciliano. Il risultato dell'attacco del capitano Liquigas è stato che Porte è saltato, lasciando a Froome l'incarico di alzare il ritmo del drappello che ha perso tutta una serie di pezzi: Roche, Coppel, Horner, Klöden, Zubeldia e Monfort.

A 10.5 km dal traguardo, nuovo scatto di Rolland, che stavolta non ha più avuto repliche da Kiserlovski. Intanto Nibali veniva ripreso da Froome, Wiggins, Evans e Schleck, ma per nulla intimorito da questo fatto, ripartiva, ai 10 km, in maniera ancora più netta della precedente. Nel giro di un chilometro abbiamo visto Vincenzo rientrare su Van den Broeck, Brajkovic e Pinot (con 20" di vantaggio sugli inseguitori), e Froome vivere un momento di appannamento, con tanto di temporanea perdita di terreno dagli altri componenti del suo gruppetto.

Fine del predominio Sky? Neanche per sogno. Il keniano ha respirato, ha recuperato la pedalata, e si è riportato dentro, con Van Garderen che pure si era staccato poco prima. Il ritmo di Wiggins non era impetuoso come quello del suo compagno, ma è stato sufficiente per produrre una svolta importantissima del Tour 2012: a 6 km dalla vetta a Cadel Evans, campione uscente della Grande Boucle, si è spenta la luce. L'australiano si è staccato, e poi, vanamente incoraggiato da Van Garderen che provava a fargli un ritmo decente, ha perso via via sempre più terreno, fino al quasi minuto e mezzo fissato dai cronometri al traguardo.

Sky fa, Sky disfa, e Rolland va a vincere
Dandosi buoni cambi, Wiggins e Froome hanno pian piano recuperato quei 20" da Nibali e soci, e a 4.5 km dalla conclusione (dopo aver staccato pure Schleck) si sono riportati sotto. A ricongiungimento non ancora avvenuto, Froome ha aperto il gas, partendo fortissimo. Bravo Pinot a reagire immediatamente, bravo Nibali a intuire l'azione e a mettersi in scia, un po' più incerto Van den Broeck, ma sicuramente in panne Wiggins.

La notizia del giorno eccola qua: il favoritissimo, nonché maglia gialla del Tour, è andato in difficoltà. Staccato dal suo stesso compagno di squadra e luogotenente. La bambola di Brad è durata tuttavia pochissimo: è bastato che, via radio, dall'ammiraglia Sky si imponesse l'alt a Froome, ed ecco che l'azione che poteva portare a un clamoroso ribaltone s'è spenta sul nascere. Pinot non s'è dato per vinto ed è partito in contropiede, mentre Froome masticava amaro, e mentre - dopo Sørensen e Kiserlovski, raggiunti in precedenza - anche Kiryienka veniva messo nel mirino (Brajkovic si era staccato sull'affondo di Froome).

Ai 3 km è stato riassorbito Pinot, e mentre Rolland andava a vincere a braccia alzate la sua seconda tappa alpina in due Tour consecutivi (un anno fa il trionfo all'Alpe d'Huez, oggi la replica a La Toussuire), un arrabbiato Chris si metteva in testa e andava pure a staccare Wiggo e Nibali sul rettilineo finale. Ancora una volta, Pinot è stato il più lesto a prendere la ruota dell'africano, per poi bruciarlo nello sprint per il secondo posto.

Rolland ha recuperato 55" a Pinot e Froome e 57" a Van den Broeck, Nibali e Wiggins. Schleck e Evans hanno perso dal vincitore 2'23", e 1'26" dalla maglia gialla; altri uomini da top ten sono arrivati a 3'53" da Rolland (Zubeldia, Monfort), mentre Menchov ha chiuso - in un folto gruppo con Scarponi e Martin - addirittura a 14'15". Gesink, giunto a mezz'ora dal corridore della Europcar, ha già fatto sapere che domani non prenderà il via (oggi non è partito Cancellara e si sono ritirati strada facendo Westra, Mollema, Renshaw, Larsson e Ruijgh), mentre Petacchi e Krivtsov sono arrivati fuori tempo massimo.

In classifica ci sono 2'05" tra Wiggins e Froome, ora secondo, e Nibali riagguanta il podio a 2'23" dall'inglese. Evans per ora scende in quarta posizione (a 3'19") e Van den Broeck è quinto a 4'48". Alle spalle del belga, e dai 6'15" di ritardo in su, troviamo Van Garderen, Brajkovic, Rolland e Pinot. Schleck, dietro anche a Klöden, è dodicesimo e, per il momento, è solo il terzo uomo RadioShack (ma oggi son saltati Horner e soprattutto Monfort).

Domani ci sarà una finta tappa di montagna, con due salite interessanti in avvio (Grand Cucheron e Granier), ma poi 140 km facili: non basteranno una côte nel finale e una rampa verso l'arrivo di Annonay Davézieux a provocare qualche azione valida per la classifica: facile che arrivi una fuga, in un giorno che si annuncia interlocutorio come quello successivo (volata a Cap d'Agde), prima di approcciare i Pirenei domenica.

Marco Grassi

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