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Tour de France 2012: Pinot, il sorriso di un predestinato - Fuga e assolo per Thibaut; Evans secondo su Gallopin

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Thibaut Pinot esulta a Porrentruy per la bella vittoria di tappa © BettiniphotoThibaut Pinot è il più giovane ciclista in gara al Tour de France, è un classe '90 come altri atleti provenienti da un'annata che si annuncia come clamorosa per il ciclismo (un nome su tutti: Sagan; un nome per l'Italia: Moreno Moser), e rappresenta per la Francia una delle più fulgide promesse per i grandi giri. A fronte di una non ancora maturata capacità di stare in gruppo (con annessi e connessi, dal saper limare all'evitare situazioni complicate), il ragazzo va forte in montagna, l'ha ampiamente dimostrato tra i dilettanti creando un clima di forte attesa intorno a sé, e pure ieri ci si aspettava che potesse fare qualcosa di buono, visto che si arrivava praticamente a casa sua, a La Planche des Belles Filles; ma al primo appuntamento, Pinot è mancato, forse per aver patito la pressione, forse perché il ritmo imposto dalla Sky si è rivelato ancora superiore alle sue possibilità.

Poco male, lo scalatore della FDJ ha prontamente saputo cercare - e trovare - il riscatto, andando a vincere oggi la sua prima tappa al Tour. Non era certo una frazione facile, da Belfort a Porrentruy (l'arrivo era posto in territorio elvetico), con 7 Gran Premi della Montagna disseminati lungo i 157 km del percorso: nulla di devastante, né come pendenze, né come lunghezza delle salite, ma in fondo a una tappa del genere non ci si arrivava certo con le gambe della sgambata domenicale.

Sin dall'inizio della tappa i tentativi di fuga si sono moltiplicati, tra gli altri abbiamo visto particolarmente impegnato l'ultracentenario (o giù di lì) Jens Voigt. Poi la situazione ha preso una piega più regolare, sulla Côte de Maison-Rouge, a oltre 100 km dalla fine, allorché un nutrito drappello si è avvantaggiato in maniera stabile. Tale drappello è stato subito dopo raggiunto e superato, con un'azione estemporanea, da Roy, che è stato poi raggiunto da Kessiakoff, e inseguito a non troppa distanza dal citato gruppetto di 22 uomini che qui andiamo pazientemente a elencare: Gallopin, Moinard, Kern, Nerz, Kruijswijk, Ten Dam, Mollema, De Weert, Kiriyenka, Péraud, Cherel, Kadri, Moncoutié, Jeandesboz, Hoogerland, Valls, Marzano, Vorganov, Pinot, Chris Sørensen, Kiserlovski e Weening. Tutto il mondo rappresentato nella fuga, come si vede, tra attaccanti di razza (Kiryienka, Hoogerland, Moncoutié), gente interessata ai punti Gpm (su tutti Sørensen), e uomini che avrebbero voluto recitare un ruolo in classifica ma ne sono già stati respinti dopo una settimana (ci riferiamo in particolare a Mollema, Kruijswijk, Kiserlovski). Oltre a tutti questi, qualche giovane interessante, a partire da Gallopin, Pinot e Nerz.

Intanto, se davanti si attaccava, dietro si pativa. Verdugo, uno dei reduci di Metz (e della maxicaduta dell'altro giorno) si è ritirato, per un semplice motivo: si è ritrovato senza capitano. Soffrire per uno scopo è una cosa che si può anche accettare. Soffrire per nulla, diventa insensato. Abbiamo usato questa larga circonlocuzione per arrivare a dire chi è il capitano di Gorka che non è più al Tour: Samuel Sánchez. Già sofferente da prima della Grande Boucle per una caduta al Delfinato, il capitano della Euskaltel è andato giù sia nei giorni scorsi, sia oggi, a 100 km dalla fine: tra i coinvolti nell'odierno capitombolo (c'era anche Valverde tra gli altri) è quello che ha avuto la peggio, con tanto di frattura alla mano destra, e forte contusione alla clavicola. A causa di questo incidente, SSG sarà anche costretto a saltare le Olimpiadi, dove avrebbe difeso il titolo conquistato nel 2008 a Pechino.

Tornando alla testa della corsa, possiamo dire che a 62 km dal traguardo, sulla Côte de Saulcy, Kruijswijk e De Weert si sono portati sulla coppia al comando, ma ancor prima del Gpm Kessiakoff ha attaccato, restando solo ai 60 km. Gli immediati inseguitori sono stati ripresi dal drappello di Pinot, che intanto perdeva pezzi, e avrebbe continuato a perderne anche sulla successiva Côte de la Caquerelle, a 30 km dalla fine. Su questa salita Thibaut ha iniziato a forzare l'andatura, selezionando infine un quintetto di corridori: con lui hanno dapprima resistito Kiserlovski, Gallopin, Kern e Moncoutié, poi questi ultimi due si sono staccati a metà salita, quindi anche Kiserlovski si è arreso ai 28 km. In cima al Gpm (-27 km) Kessiakoff aveva 55" su Pinot e Gallopin, e 3'20" sul gruppo della maglia gialla, tirato dalla Liquigas che forse sperava di portare Sagan (fin qui reattivo) a uno sprint ristretto.

L'ultima salita di giornata, il Col de la Croix, è stata decisiva: Pinot ha dapprima staccato Gallopin (ai 19 km), quindi in vista del Gpm (-16) ha ripreso e staccato Kessiakoff, guadagnando 15" sullo svedese che però ha pagato dazio successivamente, scoppiando letteralmente e facendosi riprendere dal gruppo maglia gialla. Un gruppo che, sul Col de la Croix, era a sua volta esploso: la Lotto con Vanendert ha infatti alzato l'andatura ai 18 km, facendo staccare Sagan ma non solo: Vinokourov, Valverde, Klöden sono stati tra quelli che non hanno avuto gambe per tenere, ma anche Taaramäe (ottimo ieri, ma soggetto agli sbalzi prestazionali dovuti ai postumi della mononucleosi) e Coppel si sono staccati.

Quando Van den Broeck ha rilevato, in testa, il compagno Vanendert, con lui sono rimasti meno di 10 avversari. Sulla discesa è stato Nibali, con Evans, a guadagnare qualche metro su Wiggins e gli altri, ma l'azione è stata subito annullata. Su una rotonda ai 3 km, lo stesso Van den Broeck ha tentato un nuovo allungo (supportato poco dopo da Evans) ma ancora Wiggins ha avuto la lucidità per recuperare. A Cadel non rimaneva che accontentarsi del secondo posto di tappa, in volata su Gallopin, Wiggins, Nibali, Van den Broeck, Froome, Menchov, Zubeldia, Schleck e Horner, dopo che il vincitore Pinot era già stato accolto con tutti gli onori dal folto pubblico di Porrentruy.

Un minuto scarso dai migliori della classifica l'hanno perso tra gli altri Roche, Monfort, Rolland, Scarponi, Van Garderen, Brajkovic e Basso; quasi 2' per Taaramäe, Klöden, Valverde e Coppel. In classifica Wiggins mantiene i 10" che lo separano da Evans e i 16 su Nibali, mentre Menchov risale al quarto posto (a 54"), con Zubeldia quinto a 59" e Froome sesto a 1'32". Van den Broeck, che ha dimostrato di avere ancora voglia di provarci, è ottavo a 2'11", Gallopin 11esimo a 3'13", e Pinot è risalito fino alla 13esima posizione (a 3'41"). La generale potrebbe comunque cambiare forma domani, dopo la lunga cronometro di Besançon: 41 km sui quali Wiggins vorrebbe fare sfracelli, e sui quali capiremo qualcosa in più su tutti i contendenti in gioco.

Marco Grassi

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