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Tour de France 2012: Quello Incredibile è soltanto Sagan - Peter in volata su Greipel dopo tante cadute

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Terza vittoria su sei tappe al Tour per Peter Sagan © BettiniphotoPersonaggio e campione, questo è Peter Sagan. Lui che vince dappertutto (ad ora solo le salite gli sono precluse ma diamo tempo al tempo) e man mano esulta in un modo diverso, divertente, originale, ispirandosi ad atleti come Valentino Rossi, ad ogni GP vinto un'esultanza diversa. Lui che a 22 anni sa irridere gli avversari senza essere pesante e sa alzare la voce contro le troppe moto presenti in gruppo, come a Boulogne-sur-Mer. Lui che ieri è caduto nell'ultimo chilometro, che s'è incazzato, e molto, anche se non lo dava a vedere, perché un conto è non poter nulla contro questo Greipel, altro discorso è non ottenere nemmeno uno striminzito punto per la maglia verde, il suo vero obiettivo.

Sagan, uno che pedala più forte degli altri, diversamente dagli altri, con risultati eccellenti, a dir poco fenomenali. Se le due tappe precedenti, a Seraing e Boulogne-sur-Mer, erano arrivi più adatti alle sue caratteristiche, il traguardo di Metz era per velocisti puri. Arduo vedere Sagan più che piazzato tra i primi, alla vigilia. E invece no, Sagan se la vince, questa tappa.

Sempre a ruota del più forte negli ultimi due giorni, quell'André Greipel caduto un paio di volte oggi (come vedremo non sarà l'unico). Gli esce di ruota, scansa con abilità felina il braccio di Boeckmans, imprecante per aver rotto la catena proprio sul più bello. Mulina quelle gambe, Sagan, e dà due biciclette a Mister Greipel. Ma il bello deve ancora venire: ancora arrabbiato per la caduta di ieri lo slovacco era partito da Épernay con un campanello sul manubrio, per farsi sentire.

Si fa sentire ancor più forte sul traguardo, quando, maglia verde indosso, imita l'Incredibile Hulk, con tanto di urlo sovrumano, «perché quando lo facevano arrabbiare diventava verde ed io ieri mi sono un po' arrabbiato per quella caduta». La scarica sui pedali, la rabbia che ha in corpo, e se i risultati sono questi gli avversari farebbero bene a non dare noia al buon Peter.

La cronaca. Partenza da Épernay, famosa per lo Champagne, e subito due fatti rilevanti. Una caduta che coinvolge anche Greipel e la fuga al km 0 di quattro uomini: David Zabriskie, Davide Malacarne, Romain Zingle e Karsten Kroon. Prendono subito un buon vantaggio ed arriveranno a superare i 6' (6'20" al km 130 il loro vantaggio massimo). Le squadre dei velocisti inseguono ed i quattro perdono terreno, ma non troppo.

La strada è battuta dal vento ed il gruppo, teso per non finire in terra tra una raffica e l'altra, ha diversi sbandamenti. Una prima caduta coinvolge ancora Greipel, Wouteer Poels e Davide Viganò, con gli ultimi due che si ritireranno. Si prosegue ed il peggio deve ancora arrivare. Un tratto di strada non troppo largo, nemmeno troppo stretto. Qualche frenata risparmiata, la frenesia di voler occupare le prime posizioni del gruppo e forse un copriscarpe al posto sbagliato nel momento sbagliato. Morale della storia: il plotone si spezza a metà, alcuni finiscono nel fosso che costeggia la via, altri, baciano l'asfalto.

Ci sono nomi pesanti tra coloro che son caduti, ne citiamo soltanto alcuni: Fränk Schleck, Valverde, Scarponi, Hesjedal (perderà ben 13', addio sogni di doppietta), Kruijswijk, Cobo, Brajkovic, Rolland, Gesink, Mollema. Successivamente anche Cavendish ha problemi, fora ed è costretto ad aspettare l'ammiraglia rimasta chiusa dal muro di biciclette venutosi a formare. Pagherà 6'02" sul traguardo, mentre i big proveranno a rientrare, subendo un distacco che corrisponderà comunque a 2'09" (Gesink e Kruijswijk pagheranno addirittura 3'31").

L'inseguimento di questo gruppo nei confronti dei primi è come una battaglia persa, anche perché davanti l'Orica-GreenEDGE non ha pietà e si mette a tirare alla morte subito dopo la caduta. Negli ultimi chilometri, nonostante i "tironi" degli aussie, i quattro battistrada mantengono 40", che però, con l'arrivo della BMC di Evans, diventano 20". Paiono sempre spacciati, sono alla vista del gruppo principale (nel quale troviamo Nibali e Basso, rimasti fuori dalla caduta), ma non si lasciano riprendere facilmente.

Arriviamo così agli ultimi 2 km con i 4 davanti ad un gruppo sempre più assatanato nell'inseguimento. Iniziano le occhiate e per non perdere ulteriori secondi è Dave Zabriskie a scattare. Un finale con parecchie curve impegnative e la buona capacità di guida dello statunitense potrebbero permettergli di arrivare ma ci si mette anche la Lotto Belisol di Greipel ad inseguire e così Zabriskie viene raggiunto e superato. È proprio la Lotto che punta al terzo successo con lo sbucciatissimo Greipel. Alla sua ruota Sagan, a cui non bisogna spiegare proprio nulla. E quando il treno di Greipel lancia il proprio capitano lo slovacco esce dalla sua scia, supera tutti e si permette il lusso di esultare come Hulk. Il messaggio è più che chiaro: non fatemi arrabbiare, altrimenti vinco quando voglio. Regola André e Goss, cui seguono Van Hummel, Haedo, Henderson Petacchi, Paolini ed Impey.

La classifica è un bel po' rivoluzionata dopo la grande, decisiva caduta odierna. Esce di classifica Hesjedal, a cui francamente non ha creduto mai nessuno, mentre Nibali passa in 7a posizione a 18" da Cancellara, per l'ultimo giorno in maglia gialla. Fränk Schleck, Gesink, Kruijswijk, Mollema, Rolland e Brajkovic partono da un handicap che va dai 2' ai 3', mentre Scarponi, pur non al Tour per la maglia gialla, è dispiaciuto per aver perso tanto tempo in una tappa apparentemente innocua.

Domani 199 km da Tomblaine a La Planche des Belles Filles, due GpM di terza categoria a precedere l'arrivo finale, meno di 10 km di salita ma nei quali si registreranno pendenze davvero importanti. Giornata per uomini di classifica, per scalatori, per chi oggi ha perso tempo e vuole rifarsi, come Scarponi. Non certo una tappa adatta a Sagan, che ha annunciato che si riposerà. Meno male, anche un fenomeno come lui è, in fondo in fondo, umano.

Francesco Sulas

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