Versione stampabileEcco le dichiarazioni dei protagonisti al termine della quinta tappa del Tour de France.
André Greipel (Lotto Belisol) da letour.fr |
«Sono veramente felice. Questo è stato uno degli sprint più duri che abbia mai fatto nella mia carriera, non so come ho fatto a risalire il gruppo dopo che in qualche modo ho evitato la caduta di Farrar. Henderson mi stava aspettato e tutto il treno della Lotto Belisol ha funzionato alla perfezione. Veramente però non so come ho fatto a restare in bici, è stata fortuna perché ho dovuto sganciare entrambi i piedi dai pedali. Lunedì la squadra aveva già dimostrato di esserci, di essere competitiva e che ci possiamo giocare la vittoria senza pensare a quali sono gli avverari. Oggi è stata proprio una bella volata». |
|
Peter Sagan (Liquigas-Cannondale) da Raisport |
«Le volate al Tour sono tutte così, tutti stanno davanti e pensano che ce la fanno, ma poi qualcuno è stanco o non ha la gamba. Io ho preso un po' di botte ad un gomito e al fondoschiena ma penso di essere a posto, Il traguardo poteva anche essere buono per me ma anche se vincevo o no era uguale a questo punto, ho perso tanti punti e ora sarà più difficile vincere la maglia verde. Da un punto di vista sono contento che non mi sono fatto tanto male però poteva andare meglio». |
|
Daniel Oss (Liquigas-Cannondale) da Raisport |
«Quando c'è stata la caduto io ero dietro perché mi ero preso un giorno di "riposo" per capire come stavo dopo le botte prese nei giorni scorsi: purtroppo è caduto Peter ai tre chilometri e a quel punto era impossibile recuperare in tempo per lo sprint. Almeno siamo riusciti a fare un po' di punti al traguardo intermedio, io invece sto recuperando abbastanza bene». |
|
Luca Paolini (Team Katusha) da Raisport |
«È incredibile, forse a volte è addirittura giusto che certi corridori sbattano la testa e capiscano che l'asfalto e ci si può fare veramente male. Siamo arrivati ad un punto in cui non ci sono quasi più i freni e tutti vogliono restare davanti anche se non hanno la gamba per farlo. Ianti giovani poi devono ancora imparare ad essere professionisti; quella del rispetto è una questione vecchia, sono tutti discorsi che si ripetono perché finché qualcuno non si fa male seriamente ci dimentichiamo sempre dei momenti brutti e si va avanti con incoscienza». |
|
Alessandro Petacchi (Lampre-ISD) da Raisport |
«Credo di aver sbagliato all'ultima rotonda, ho rallentato un po' troppo e poi ho sofferto per rilanciare l'andatura. In queste tappe si sa che le squadre dei velocisti lasciano andare via subito una fuga che sta bene e poi si va molto veloci nel finale: c'è molta confusione perché anche le squadre dei leader vogliono stare davanti per evitare di perdere secondi in queste cadute. Oggi credo che la caduta sia avvenuta proprio a ruota mia perché ho sentito che da dietro mi hanno preso il cambio: sono stato fortunato anche a non aver rotto nulla, in un primo momento ho avuto paura ma poi ho provato a cambiare e ho visto che funzionava tutto. Domani ci proverò ancora». |
|