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Giro di Svizzera 2012: Questo Rui Costa a Verbier vola - Tappa e maglia al lusitano. Giampaolo Caruso chiude 4°

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L'arrivo vittorioso di Rui Costa a Verbier © Bettiniphoto

Non per essere polemici, ma ci eravamo appena liberati dall'effetto anestetico del Giro d'Italia, con le sue lunghe processioni in mezzo al verde ed ai verdolini della Liquigas, quando ci troviamo gli organizzatori del Giro di Svizzera. Devono essere persone parsimoniose, le menti che hanno progettato il Tour de Suisse 2012. Geograficamente loro le salite le hanno eccome ma le centellinano, piazzando la tappa più spettacolare alla seconda giornata di gara. Comunque sia, ormai il percorso è quel che è, di ciò s'è già discusso in precedenza.

Dopo la cronometro a suo modo spettacolare di ieri, con Moser a far capire che il talento, bello e cristallino, c'è eccome, e Sagan a dar conferma di quanto sia straripante, la seconda tappa prevedeva l'arrivo in salita a Verbier.

Da Verbania a Verbier, un bisticcio di parole tra partenza ed arrivo, il Passo del Sempione da scalare e più di 60 km di pianura sul fondovalle del Rodano, da Brig a Martigny. Vanno subito in fuga Alessandro Bazzana e Ryan Anderson. Guadagnano caterve di minuti sul Sempione, sia in salita e soprattutto nella velocissima discesa. Il gruppo lascia fare, ben conscio che i tanti, troppi chilometri pianeggianti di fondovalle lo favoriranno. Così è.

Il vento contrario, che spira verso il Passo del Furka, rallenta la marcia di Bazzana ed Anderson. Il gruppo non spinge sull'acceleratore più di tanto, il riassorbimento dei fuggitivi avviene per inerzia.

A gruppo compatto - i due vengono ripresi a 28 km da Verbier - un sussulto di Oss, Viviani e Sagan ci risveglia. Strano, per tornare al discorso iniziale, come al Giro d'Italia fossero in buona parte i Liquigas ad addormentare corsa, corridori e spettatori, mentre qui in Svizzera, con tutt'altra formazione, folta di giovani talentuosi e desiderosi di spaccare il telaio, siano proprio i verdolini ad animare lo stato delle cose.

La maglia gialla di Sagan viene portata allo sprint da Oss, ultimo uomo Viviani. Il gruppo non va dietro all'allungo dello slovacco che tuttavia sprinta come se si trovasse in volata. Secondo traguardo volante, ancora il trio Liquigas, con Sagan che prende altri 3 punti e 3" d'abbuono, quindi s'eclissa nelle retrovie. Evidentemente già lo sforzo della crono di ieri è stato notevole e visto l'imminente inizio della salita di Verbier lo slovacco lascia campo libero a Moreno Moser, che ha dichiarato di voler provare a far classifica. Per Sagan ci saranno altri arrivi in questa settimana, saprà certo trasformarli in vittorie.

Ad inizio salita va via subito Ten Dam; la sua evasione da un gruppo ancora folto e poco convinto dovrebbe porre degli interrogativi sulla condizione di Gesink. Ten Dam è naturalmente un fuoco di paglia e così si sale fino ai -5.5 km, quando è Fränk Schleck a scattare.

L'azione sembra buona ed il lussemburghese, lontano parente di quello ritiratosi al Giro d'Italia, guadagna con immediatezza una trentina di secondi. Mentre da dietro si staccano in molti, tra cui Mathias Frank e Robert Gesink, davanti è John Gadret a scattare e provare a riportarsi su Schleck. Niente da fare, il francese dell'AG2R cede presto. Il gruppetto dei migliori adesso è scremato e Kreuziger fa l'andatura per ritornare su Schleck, che tuttavia è ancora primo.

Tom Danielson scatta ai -2.5 km ma guadagna pochi metri sul gruppetto, ora bello scremato. Gesink, che aveva provato a tornare con i migliori, s'è arreso, e di fronte ad un'accelerata prodotta da Kreuziger per agganciare Danielson è Cunego a sfilarsi leggermente. Chiuderà con un ritardo di 47". La seconda punta della Rabobank, Steven Kruijswijk, perde terreno, mentre tra quelli del gruppo inseguitore di Schleck troviamo un Leipheimer in crescita. All'entrata di Verbier - manca un chilometro e mezzo all'arrivo - è il portoghese Faria da Costa a scattare.

Davanti Schleck sembra affaticato ed il suo vantaggio s'è notevolmente ridotto: ora ha 15" sugli inseguitori. Rui Costa raggiunge Schleck ai 150 metri; il lussemburghese si accoda al lusitano che però sale a doppia velocità e non trova problemi ad andare a prendersi tappa e maglia. Schleck chiude secondo, quindi Nieve a 12", seguito immediatamente da un ottimo Giampaolo Caruso. Thibaut Pinot chiude la top five mentre Valverde resta attardato nel finale e conclude a 18", Kreuziger a 22".

In classifica Rui Costa ha 8" su Schleck, quindi Kreuziger a 15", Pinot a 19", Roche a 21". Leipheimer paga 37" ed è 13° mentre Giampaolo Caruso, a 41", è 15°. Poco più indietro Damiano Cunego, 17° a 50". E se Moser aveva dichiarato di voler provare a far classifica l'esperimento riesce a metà, se è vero che sul traguardo paga 1'20" ed in classifica è 19° a 1'01". Avrà modo di ritentare, il tempo è dalla sua.

Domani terza tappa, 194 km da Martigny ad Aarberg; non troppi colli, non sia mai. Solo un Gpm di 3a categoria ed uno di 4a negli ultimi 30 km, ma è poca roba. O è roba da Sagan, dipende dai punti di vista.

Francesco Sulas

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