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Emakumeen Bira WE 2012: Contro il tempo è maestra Linda - Crono di Orduña alla Villumsen. Arndt a 1" da Emma Pooley

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Linda Villumsen in piena azione. La cronometro dell'Emakumeen Bira è sua © Ufficio Stampa della corsa

C'è di bello, dell'Emakumeen Bira, che è una corsa che di rado mente. Nel 2011 quattro tappe andarono ad una Marianne Vos lanciata verso la conquista del GiroDonne, con Emma Pooley ad imporsi nella cronoscalata ed Emma Johansson a vincere la semitappa in linea. Non dei nomi a caso, quindi, dodici mesi fa come in passato.

La corsa è più o meno sempre la stessa, magari cambia qualche puerto o le semitappe scompaiono, d'altronde il periodo non è dei migliori dal punto di vista economico. Però, ecco, l'Emakumeen Bira non è corsa bugiarda. Si arriva in volata? E chi se non Ina-Yoko Teutenberg? Si corre sui rilievi attorno a Lekeitio? La Pooley doma financo le discese e porta a casa la tappa, facendo capire che è tornata quella di non troppi mesi fa.

Oggi la casa prevedeva menù fisso, con una crono saporita di su e giù; non la solita cronoscalata, per intenderci. La naturale favorita? Linda Villumsen, professione passista anche se non è una sua esclusiva, il saper andar forte contro il tempo. Non solo cronometro per questa ragazza nativa di Herning, cittadina diventata nota per aver ospitato la partenza del Giro d'Italia, ma che rappresenta la Nuova Zelanda dove ha trascorso una buona parte della sua vita e che l'ha infine adottata. Kiwi sì, ma non per caso, Linda.

Dicevamo, non solo crono, giacché sulle salite se la cava più che bene, purché non eccedano in lunghezza. L'anno scorso aveva lasciato l'Highroad per l'AA Drink, tentando di trovare un compromesso fra eccellenti prestazioni a cronometro e sensibili miglioramenti in salita. Esperimento che non riuscì del tutto, stagione quasi da buttare, non fosse per quell'argento iridato (nella crono, naturalmente...) conquistato a settembre sulle strade di Copenhagen.

Il 2012 è una pagina voltata nella vita sportiva della Villumsen: ciao ciao AA Drink, è stato bello ma alla GreenEDGE sarà meglio. I fatti stanno dando ragione alla scelta di Linda: una vittoria subito all'ultima tappa dell'amato Tour of New Zealand e, risultato ben più rilevante, il terzo posto alla Freccia Vallone dietro a Stevens e Vos. Una svolta nella vita sportiva? Può darsi, ma l'obiettivo della Villumsen resta pur sempre una medaglia olimpica a cronometro, se possibile del metallo più prezioso.

Torniamo a noi, agli splendidi Paesi Baschi ed alla crono di Orduña, 13.7 km in totale che parevano davvero un vestito cucito addosso a specialiste come Villumsen e Van Dijk, con Arndt più che interessata e alla tappa e alla classifica generale. Ecco qui che siamo arrivati a ricomporre il podio di giornata: Villumsen su Arndt e Van Dijk, appunto. Nella prima parte si scende ma subito si deve pestare sui pedali per raggiungere il punto più alto del percorso, Zamarro. Da lì 6 km di discesa per poi risalire verso Orduña.

Intertempo sorprendente quello di Shelley Olds, 8a con il suo 12'28". Ok che viene dalla pista, ok che 13 km sono una lunga, lunghissima volata, ma la Olds non è mai sembrata una cronowoman. Chiuderà al settimo posto con un distacco di 21", non male per una non specialista. Non sorprende più invece Alena Amialiusik; la bielorussa della BePink all'intertempo è 9a ma alla fine chiuderà undicesima. Quando partono i calibri pesanti c'è poco da fare per chi con il cronometro non ha un gran feeling.

Teutenberg delude già dall'intertempo (12a) ed alla fine sarà 8a a 28" dalla Villumsen. Eppure una crono come quella conclusiva del GiroDonne 2011, simile a questa per altimetria e per chilometraggio (a San Francesco al Campo si correva sui 15 km) sorrise alla tedesca. La Johansson e la Van Vleuten vanno avanti a suon di costanza: 5a e 6a rispettivamente all'intermedio, identica piazza che occuperanno alla fine. Il distacco della svedese è di 10", quello della capitana della Rabobank di 18".

La Villumsen è nel leader's corner già da un po', avendo staccato un 18'21" che non verrà battuto da nessun'altra. Silvia Valsecchi mette a segno un gran tempo che alla fine le varrà la decima piazza; per l'atleta BePink, dopo la vittoria in Salvador di inizio stagione, è una gran bella iniezione di fiducia. Chi prova a scalzare la Villumsen è Eleonora Van Dijk; all'intermedio fa meglio della neozelandese di 2". Alla fine però la forte passista della Specialized-Lululemon chiude al terzo posto, staccata di 6". Altro giro, è il turno di Judith Arndt. I 6" che paga all'intermedio dalla compagna di squadra dell'Orica-GreenEDGe saranno dimezzati sul traguardo; un'occhiata alla Villumsen ed un occhio alla classifica, ché Emma Pooley è già in strada.

La bionda britannica in maglia amarillo spaventa tutte all'intermedio, quando con quel 12'09" dà 4" alla Villumsen e 10" alla Arndt. Niente paura, via via che i chilometri passano sotto le ruote della capoclassifica si comprende che non vincerà la sua terza gara nei Paesi Baschi. Il tempo è alto, non altissimo, ma nemmeno sufficiente ad acciuffare il podio di giornata. Un 18'31" che separa la britannica di 10" dalla Villumsen e, ciò che più conta, di 7" dalla Arndt, che se ne torna in hotel con il sorriso stampato sul volto. Non solo per la doppietta marchiata Orica-GreenEDGE, in collaborazione con la fortissima Villumsen, ma perché la classifica è adesso decisamente migliore per la tedesca.

Un solo secondo la separa da Emma Pooley, che conserva la maglia amarillo. Emma Johansson è terza a 8" mentre la Van Vleuten segue a 16". Alena Amialiusik è quinta a 40", davanti a Sharon Laws, che dalla sua capitana Emma Pooley ha lo stesso distacco della bielorussa. Claudia Häusler è 7a a 41" e se domani non dovesse lavore per la Arndt chissà... Tra coloro che scendono va menzionata Trixi Worrack; sembrava quasi risorta ma dopo il distacco buscato oggi, 1'24", in classifica scivola al 12° posto, a 1'22" dalla Pooley.

Cambia poco nelle classifiche secondarie, con Valentina Scandolara leader dei traguardi volanti, Van Vleuten che balza in testa alla classifica a punti, Pooley che resta miglior scalatrice anche sulla carta, Eneritz Iturriagaechevarria miglior atleta basca e la tedesca Sarah-Lena Hofmann che si prende la maglia rosa di miglior giovane, con Anouska Koster a soli 16".

Domani ultima tappa, da Orduña si torna a Iurreta. E se il vero viaggio è il ritorno, sarà proprio questa frazione, quella che riporterà a Iurreta, a decidere chi avrà viaggiato meglio e, quel che conta, più veloce di tutte in terra basca. Con tre Gpm, due dei quali di seconda categoria (Zumeltza e Duña), la favorita d'obbligo è Emma Pooley. Inutile girarci intorno: è quella che sulle montagne se la cava meglio di tutte, l'ha dimostrato ieri ed a Durango, vincendo in solitaria.

L'Alto de Duña è un ottimo trampolino per la Pooley ma attenzione, la vittoria non è poi così scontata. Nel 2010 pareva che Judith Arndt dovesse far polpette di Claudia Häusler ed invece fu la scalatrice bavarese a ribaltare la situazione proprio nell'ultima frazione, con la Arndt allo sbando (finirà terza). La Pooley è forte ed esperta ma non ha mai vinto l'Emakumeen Bira, motivo in più per cui tener le antenne belle rizzate nell'ultima frazione.

Arndt a 1" così come Johansson a 8" ed una Van Vleuten che, seppur a 16", ha nel fondo il vero punto di forza, sono davvero bruttissimi clienti. Senza contare che l'Orica-GreenEDGE ha la coppia Arndt-Häusler con cui poter sfiancare la Pooley (ed una Villumsen da mandare in avanscoperta sin da subito). È la tappa più lunga, 116 km e le salite di queste zone non perdonano.

Pooley favorita quindi ma attenzione alle altre. Perché l'Emakumeen Bira non si è mai concessa ad atleta non meritevole. Sarà impegnativa oltre la media delle corse femminili, spesso offrirà un tempo poco clemente (non quest'anno, a dir la verità) ma non mente mai: chi la vince altro non è che una campionessa.

Francesco Sulas

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