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Criterium del Delfinato 2012: Così Sir Wiggins fa prove di Tour - Nella maxicrono Martin a 34". Nibali a 3'30" dal britannico

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Prestazione monstre di Bradley Wiggins che vince la crono di Bourg-en-Bresse ed è sempre più maglia gialla © BettiniphotoSono tanti, per Vincenzo Nibali, quei 3'30" che lo separano da Bradley Wiggins. E non già perché il messinese debba volare a cronometro quando l'altro, scuola britannica, attività e medaglie su pista, motore come ce ne sono pochi in giro, mostra a tutti che è di un altro pianeta. Sono tanti, forse troppi, perché gli avversari di Nibali al Tour de France saranno, oltre all'extraterrestre Wiggins ed al finora assente Andy Schleck, Cadel Evans, se non anche Jurgen Van den Broeck.

Sia l'australiano della BMC che il belga della Lotto-Belisol oggi hanno sfoderato una prestazione di gran lunga superiore a quella di Nibali; Evans meglio di Nibali di 1'45", Van den Broeck più veloce del messinese di 1'18". Persino un Menchov non certo in forma smagliante ha fatto meglio di Nibali di soli 18". Insomma, non è una condanna quella emessa dalla cronoverità di Bourg-en-Bresse ma dà sicuramente alcune indicazioni pratiche per il mese di luglio. La prima, sempre ragionando con la testa di Nibali, è che per il Tour c'è ancora molto da lavorare ed il tempo non è poi cosi tanto.

«Sarebbe preoccupante se adesso fossi al 100%», aveva detto due giorni fa Vincenzo Nibali. Assolutamente d'accordo con lui, non si può correre un Delfinato al top, eppure il morale dello Squalo dello Stretto non potrà essere troppo alto dopo la crono odierna. La seconda indicazione in chiave Tour, la più lampante, è che per battere questo Bradley Wiggins, che sui 53 km del percors ha rifilato ben 34" all'iridato della specialità Tony Martin, bisognerà davvero fare gli straordinari nelle calde e soleggiate giornate di luglio.

Era un test a tutti gli effetti, la cronometro da Villié-Morgon a Bourg-en-Bresse: lunga 53 km, uno di più di quella di Chartres, in coda al Tour. A sfidarsi tutti i protagonisti della Grande Boucle, seppure ancora lontani dalla forma ideale (chi più, chi meno), il sole a picco sul percorso, fattore che non ha reso certo facile la vita a molti. E la maglia gialla di Bradley Wiggins chiude uno scenario che potrebbe ripetersi con grandissima facilità al Tour. Insomma, se non era una prova generale poco ci mancava. All'inizio, quando i calibri da novanta sono ben lungi dal prendere il via, ci pensa il 21enne dell'Orica-GreenEDGE Luke Durbrigde a scaldare gli animi.

Durbo, già vincitore del prologo domenica, chiude in 1h04'50" (è il primo ad abbattere il muro dell'1h05'), rifilando 1'32" ad uno specialista come il tedesco Bert Grabsch. C'è subito chi prova ad insidiare il primato provvisorio del giovanotto: Boasson Hagen al secondo intermedio ha solo 35" di ritardo ma all'arrivo il distacco salirà a 1'01". Respinto anche Tejay Van Garderen, che passa al primo intermedio a 4" da Durbridge ma concluderà la prova con un ritardo di 51".

Chi invece non scherza è l'olandese Wilco Kelderman, classe '91 come Durbridge e talento emergente dei Paesi Bassi. Kelderman dopo 18 km fa segnare un 20'36" che lo proietta al primo posto parziale (15" meglio di Durbridge). Ci si interroga sulla resistenza del ragazzo lungo i 53 km da percorrere e la risposta è prontissima: 21" di vantaggio su Durbridge al secondo intertempo e l'1h04'37" sulla linea d'arrivo, tempo che gli permette di sorpassare l'australiano di 12". Chiuderà al quarto posto di tappa, Kelderman, ed in classifica sarà sesto, vestendo la maglia bianca di miglior giovane.

È una cronometro ventosa, molto divertente ed alquanto sorprendente, non solo per i valori in campo ma soprattutto per i continui cambiamenti in atto. Quando Kelderman pareva inavvicinabile ecco infatti passare al primo intermedio lo Chavanel che non t'aspetti: Sylvain con un bel 20'21" fa meglio di 14" rispetto a Kelderman. Intanto da registrare un Andy Schleck ancora una volta svogliato e, diciamolo, sfortunato; al di là dei 2'30" buscati dopo 18 km da Durbridge, Andy incapperà in una foratura ed in una brutta caduta. A fine giornata avrà perso 10'47" da Wiggins, classificandosi 164° su 171 atleti in gara («Non sono assolutamente preoccupato per il Tour», dichiarerà a fine tappa).

Parte Vincenzo Nibali, seguito da tutti i corridori più attesi. Evans, l'iridato contro il tempo Tony Martin, Michael Rogers che è già lanciato, la maglia gialla di Wiggins. Martin dopo i primi 18 km si trova a soli 4" da Chavanel mentre Evans paga ben 17" al francese dell'Omega Pharma QuickStep. L'iridato di Mendrisio ha perso la borraccia in uno dei primi dossi affrontati e la conseguenza è l'obbligo di correre un'ora a tutta senza bere. Il suo ottavo posto finale a 1'43" da Wiggins, nonostante possa essere migliorato, non è poi così male, alla luce della perdita della borraccia. Transita al primo intertempo anche la maglia gialla Wiggins a 11" da un solido Chavanel.

Occhi puntati sul secondo intertempo, dove Rogers ha appena demolito il tempone di Kelderman facendo segnare un gran 49'18"; Nibali è a 1'47" dal tre volte iridato a cronometro della Sky. Chavanel al secondo intertempo perde da Rogers 4" e subito dopo l'australiano conclude la prova: con 1h04'23" precede di 14" Kelderman. La crono entra ancor più nel vivo con i top riders che si avviano a concludere la prova. Tony Martin dopo 40 km ha carburato ed al secondo intertempo è primo con un 48'54" (dà 25" a Rogers, 29" a Chavanel). Evans è in affanno e passa staccato di ben 1'37".

Wiggins vede la casacca rossonera di Cadel in fondo ad un rettilineo e spinge a tutta per provare a riprenderlo. Non gli basta stravincere. Nel frattempo fa segnare il miglior intertempo al secondo rilevamento, staccando un 48'18" che allontana Martin di 36". Evans è là davanti, in netta difficoltà e Wiggins giunge a poche centinaia di metri dal BMC. Improvvisamente l'australiano si riprende e la maglia gialla capisce che sarebbe uno sforzo inutile, questo sorpasso, così torna a velocità più normali (non abbiamo detto "umane", bensì normali, ma per lui).

Evans e Wiggins arrivano praticamente insieme, con il primo a far segnare un 1h44'55" che lo porta all'ottava posizione mentre il secondo, splendido nello stile, immobile con la schiena, efficacissimo nella pedalata, più che abile nella guida della bicicletta, va al primo posto con un 1h03'12". Tony Martin, che oggi è pure andato davvero forte, è lontano 34".

D'accordo, ci sono ancora le montagne da qui a domenica ed anche al Tour non mancheranno le occasioni per mettere in difficoltà Wiggo. Però non si può negare che questa cronometro sia qualcosa di più che un segnale dato dal britannico ai diretti avversari per la maglia gialla di luglio. «Guardate cosa so fare», par dire Wiggins, ed il fatto che di chilometri a crono ce ne saranno un centinaio è per lui più che un vantaggio. Dopo aver vinto Parigi-Nizza e Romandia giocando molto con il cronometro ma tenendo più che bene anche sulle salite il Tour de France no, non è affatto un miraggio.

Certo, una corsa di dieci giorni come il Delfinato è tutt'un'altra cosa rispetto a tre settimane di gara, sotto ogni punto di vista. Eppure il 32enne Wiggins pare sul punto di spiccare il volo anche nella corsa a tappe francese, dopo il quarto posto del 2009, ad oggi il suo miglior risultato. Nel frattempo si gode il primato al Delfinato: 38" su Martin, 1'20" su Rogers, 1'38" su Chavanel, 1'44" su Evans, 1'45" sul miglior giovane Kelderman, 1'48" sul fido Froome, tutti gli altri a due minuti ed oltre. Per non parlare di chi, come Vincenzo Nibali, in classifica ha un ritardo di 3'39" (è in 24a posizione).

Domani la Saint-Trivier-sur-Moignans - Rumilly proporrà tre Gpm tra cui Le Grand Colombier, sabato il tappone di Morzine vedrà sei Gpm con il Col de Joux Plane come punto più ostico, anche perché posto nel finale. Non sarà come al Tour ma potrebbe essere interessante testare le capacità di resistere su tante e tali pendenze di Bradley Wiggins. Per tutti gli altri aspiranti al Tour c'è molto da lavorare, moltissimo.

Francesco Sulas

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