Criterium del Delfinato 2012: È Dani Moreno il più Félicien - Lo spagnolo su Simon e Gallopin. Nocentini chiude al 4° posto
- Critérium du Dauphiné 2012
- AG2R La Mondiale 2012
- BMC Racing Team 2012
- Katusha Team 2012
- Omega Pharma - Quick Step 2012
- Saur - Sojasun 2012
- Sky ProCycling 2012
- Alexandre Vinokourov
- Andriy Grivko
- Andy Schleck
- Anthony Roux
- Blel Kadri
- Bradley Wiggins
- Brice Feillu
- Cadel Evans
- Cayetano José Sarmiento Tunarrosa
- Christophe Kern
- Daniel Moreno Fernández
- David Moncoutié
- Julien Simon
- Jurgen Van den Broeck
- Jérôme Coppel
- Luis León Sánchez Gil
- Maciej Paterski
- Mikaël Cherel
- Philippe Gilbert
- Pierrick Fédrigo
- Rinaldo Nocentini
- Rémi Pauriol
- Samuel Sánchez González
- Thomas Voeckler
- Tony Gallopin
- Tony Martin
- Vincenzo Nibali
- Uomini
Ne vince poche, Dani Moreno, ma quelle poche sono di qualità. Del resto lui è un gregario, l'uomo fidato di Joaquim Rodríguez, quello che nelle tappe di montagna lo ha abbandonato quando proprio le gambe non rispondevano più alla mente. Quasi gliel'ha fatto vincere a Purito, quel Giro. Ma Dani Moreno non si accontenta delle vittorie di squadra, perché ogni tanto le sue soddisfazioni se le vuol levare. E ce la fa, a levarsele. L'avevamo lasciato al tramonto della stagione 2011 a vincere il Giro del Piemonte (o Gran Piemonte, se preferite) coadiuvato da uno splendido Luca Paolini. Aveva altresì portato a casa la frazione della Vuelta con traguardo posto a Sierra Nevada.
Quest'anno siamo a tre vittorie, con la volata della 4a tappa della Vuelta a Andalucía (vinta davanti ad un certo Valverde), il GP Miguel Indurain ed oggi la seconda tappa del Delfinato, che non avrà chissà che valore ma dà morale. Fa capire che tutto il lavoro svolto al Giro per Rodríguez non è stato vano. L'arrivo di Saint-Félicien era posto in cima ad uno strappetto tagliato su misura per Philippe Gilbert, se il vallone fosse stato quello dei tempi migliori, ossia di 12 mesi fa.
Che la forma del campione BMC non fosse quella che avevamo ammirato nel 2011 s'era già visto ieri, con Cadel Evans all'attacco. Puntuale quindi la prestazione al di sotto delle attese di Gilbert e di tanti big che puntano ad ottenere il massimo della forma tra il Tour e le Olimpiadi. Naturale perciò che un uomo uscito alla grande dal Giro come Dani Moreno si sia fatto trovare pronto ed abbia battuto uomini adatti a strappetti del genere come Julien Simon e Tony Gallopin.
La tappa inizia con il ritiro di Fedrigo, che ieri era caduto insieme a Samuel Sánchez. Il portacolori dell'Euskaltel Euskadi riparte, al contrario del francese, seppure tra dolori lancinanti. L'importante per lui non è più far classifica qui, seppure all'inizio ci sperasse, ma accumulare chilometri di corsa in vista del Tour. Sul primo colle di giornata, il Col de Montivernoux, va via un gruppo piuttosto nutrito.
La Sky non può lasciar campo libero a questo drappello così pieno di big, quindi s'impegna per chiudere velocemente. I tentativi di fuga sono molteplici ma solo al chilometro 45 Wiggins dà la benedizione a quattro ardimentosi. Trattasi di Christophe Kern, Blel Kadri, José Sarmiento e David Moncoutié. Kadri lotta per i Gpm ed a fine tappa vestirà la maglia a pois, nel mentre il quartetto accumula minuti sul gruppo maglia gialla.
Quando il vantaggio supera i 3'30" Boasson Hagen si porta in testa a tirare ed il gap scende a 2'; così è più ragionevole per gli Sky tenere a bada i fuggitivi e riprenderli al momento opportuno. Il percorso si snoda sulle verdi colline dell'Ardèche e non concede un attimo di pausa: salita, discesa, strappetto, falsopiano, asfalto ruvido e curve insidiose. L'azione buona è sempre dietro l'angolo. Quando mancano 39 km al traguardo ci provano Rémi Pauriol e Brice Feillu. Voeckler capisce che i due sono pericolosi e si porta alla loro ruota.
Gli uomini Sky sono costretti ad una fatica supplementare per riprendere i tre appena fuoriusciti, mentre i battistrada possono gestire 50" sulla maglia gialla. Ai -30 km è il portacolori della FDJ Anthony Roux a provare a riportarsi sulla testa della corsa. Roux pedala bene, il gruppo lo lascia andare, anche perché Sky e Saur-Sojasun sono in testa e si aiutano a vicenda nell'inseguimento. Roux vede i battistrada. Di più: li riprende e, giusto il tempo di bere un sorso d'acqua, riattacca.
È la mazzata finale per i fuggitivi, soltanto l'ottimo Kadri riesce a tener testa a Roux ma il gruppo insegue a soli 12" e non serve nemmeno rialzarsi per venir riassorbiti dagli Sky. Ora è la BMC che s'è portata in testa con Evans, magari sperano ancora nel colpo a sorpresa di Gilbert. Cherel prova a romper loro le uova nel paniere allungando ai -5. La sua azione, pur bella, è destinata a finire e la BMC continua come se nulla fosse a scandire il ritmo. Inizia la salita finale e tra i primi s'intravede la sagoma di Vincenzo Nibali.
Il messinese mette Maciej Paterski a tirare per tenere alta l'andatura sullo strappo ma quando tutti s'aspetterebbero il suo scatto ecco che invece se ne va il Campione del Mondo a cronometro, Tony Martin. Il suo allungo è di quelli seri e che fanno male a tanti. Andy Schleck è già da tempo nel "gruppetto Vinokourov" ma lo stesso Nibali rimane indietro. Normale per chi vuol'essere al top per il Tour, sarebbe da preoccuparsi se il messinese fosse già all'apice della condizione.
Tony Martin viene comunque ripreso e si lancia la volatina. Daniel Moreno parte d'anticipo, vedendo che in prima linea ci sono personaggi come Gallopin, Simon e Nocentini, gente che su questo tipo d'arrivi fa male. Questo voler anticipare tutto e tutti paga Dani Moreno e la vittoria giunge facile. Alle sue spalle Simon e Gallopin. Ai piedi del podio di giornata Rinaldo Nocentini seguito da Jurgen Van den Broeck e Luis León Sánchez. Evans chiude settimo ma Wiggins non si fa sorprendere ed è nono (14° Vincenzo Nibali).
Il britannico non lascia la maglia gialla, giacché non perde secondi mentre Evans resta secondo a 1", Grivko e Barredo a 2". Primo italiano in classifica è Vincenzo Nibali, 15° a 9" da Wiggins. E se oggi non cambia nulla o quasi in classifica generale domani il copione sarà pressoché identico.
Nei 167 della Givors-La Clayette tre côtes nei primi 70 km, quindi meno di un centinaio di chilometri vallonati, ma nulla di proibitivo per i velocisti. Sempre che, dopo due frazioni decisamente impegnative, la Sky non decida di lasciar andar via una fuga comoda, ipotesi che non è affatto da escludere.