Versione stampabileEcco le dichiarazioni dei protagonisti al termine della ventesima tappa del Giro d'Italia.
Thomas De Gendt (Vacansoleil) da Raisport |
«L'attacco non era studiato. Ho solo pensato di anticipare la discesa del Mortirolo visto che era pericolosa. Poi Carrara ha cominciato ad andare a tutta birra, Nieve e il suo compagno han dato tutto: siamo arrivati a 3-4 minuti di vantaggio e credevamo entrambi di poter vincere la tappa. Ho sentito che le mie gambe erano ottime, anche grazie all'allenamento in altura proprio sullo Stelvio, e tutto è andato bene! Gli ultimi 10 km son stati durissimi, stavo morendo. Già al Tour de France dell'anno scorso ho cominciato a capire che potevo essere un ottimo scalatore, ho cominciato ad allenarmi di più in salita e son stato ripagato. Non credo che con la tappa di domani io possa vincere il Giro, è troppo il distacco, forse posso entrare tra i 3, vedremo domani». |
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Andrea Guardini (Farnese Vini) da Raisport |
«Sono stato escluso senza neanche un'ammonzione, e ci sono certe situazioni in corsa in cui la macchina davanti ci deve essere anche se non c'è una scorta che garantisca la sicurezza, l'ammiraglia davanti serviva a questo. Ricordiamo anche che l'ammiraglia davanti penalizza i corridori nei tornati. Ero riuscito a rientrare in gruppo perchè il gruppo si era fermato lasciando partire la fuga, ma poi mi han fermato di nuovo. La squalifica non la condivido, ma non voglio far polemica». |
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Joaquim Rodríguez Oliver (Katusha) da Raisport |
«Chiaramente Hesjedal è favorito per vincere questo Giro, per me a questo punto ci vorrà un miracolo. La crono di domani è una crono che ha bisogno di tantissima forza, entrambi ce l'abbiamo, ma lui ha ciò che a me manca. Certo che ci credo al miracolo, se non ci si crede è meglio non correre: farò tutto il possibile per vincere questo Giro, non solo io, ma tutta la squadra, abbiamo corso in queste 3 settimane in maniera impressionante. Domani dovremo vender dura la pelle per vincere. De Gendt ha molto distacco ed oggi ha fatto una fatica enorme. Nel 2010 anche persi tantissimo, sembrava che l'unico che mi potesse battere era Nibali (ndr: poi alla Vuelta finì 4° dietro anche Mosquera e Peter Velits)». |
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Giuseppe Saronni (Lampre) da Raisport |
«Si poteva fare di più sicuramente, ma non era il caso di fermare Damiano (Cunego) negli ultimi 2 km. O si fermava seduto su un paracarro, e mi sarebbe sembrata una cosa poco sportiva, oppure si lasciava andare la corsa così come è stato. La nostra coppia ha fatto tutto quello che doveva fare, ha corso in modo generoso, soprattutto Scarponi, e vicino all'arrivo gli mancavano le energie. Io credo che siano mancati i protagonisti che tutti aspettavano, dire che potevamo fermare Cunego è andare a trovare il pelo nell'uovo. Comunque noi italiani facciamo in fretta a dare per morti corridori importanti come Ivan Basso, attenzione a dare dei giudizi affrettati dopo un Giro come questo». |
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Ivan Basso (Liquigas-Cannondale) da Comunicato Stampa Liquigas-Cannondale |
«È stata una giornata negativa che purtroppo si aggiunge a quella di ieri. Bisogna prenderne atto: non è andata come mi aspettavo. Sul Mortirolo avevo già capito che non sarei riuscito ad essere brillante come volevo, poi sullo Stelvio ho cercato solo di difendermi. Sono situazioni dove pensi solo limitare i danni e, passato il traguardo, a fare i complimenti a chi è stato più bravo. Il Giro comunque finisce domani: non che possano accadere stravolgimenti per me, ma voglio onorare la corsa fino alla fine prima di qualsiasi valutazione e chiuderla al meglio delle mie possibilità. Non è certo una situazione che mi gratifica ma il tempo delle verifiche verrà più avanti». |
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