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Giro d'Italia 2012: Easy Ryder pedala facile - Hesjedal ha punti deboli? | Cicloweb

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Giro d'Italia 2012: Easy Ryder pedala facile - Hesjedal ha punti deboli?

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Ryder Hesjedal sulle rampe del Giau tra Basso e Scarponi © Bettiniphoto

Hesjedal, di nome Ryder, quasi nomen omen, non fosse per quella "y" in luogo della "i" che contraddistingue il corridore. Hesjedal, dicevamo, chi se lo sarebbe aspettato in questo Giro, in questa tappa, su queste montagne, le Dolomiti, a battagliare con i big? La risposta è semplicissima: nessuno, forse nemmeno lo stesso canadese.

Era sì andato forte nella cronometro di Herning (17° a 29" dallo specialista Taylor Phinney), in maglia rosa a Rocca di Cambio, pareva destinato a dover uscire di scena dopo Assisi, laddove Joaquim Rodríguez conquistò tappa e maglia. Il primo canadese della storia ad aver vestito la Rosa sembrava dover abbandonare i sogni di gloria, anche per via delle tappe alpine che inesorabili si avvicinavano. Invece Ryder Hesjedal, nonostante sia un regolarista, già a Cervinia, tappa non certo semplice, era scattato sotto la pioggia ed il freddo a riprendersela, quella maglia cui s'era un po' affezionato. Poco importa se il giorno dopo, a Pian dei Resinelli, avrebbe dovuto cedere agli affondi di Joaquim Rodríguez, ché Hesjedal era sempre lì, ad appena 30" dalla maglia rosa, secondo in classifica.

Pensavamo: con le Dolomiti volerà via dai piani alti. Ed in effetti la convinzione che già oggi, su Duran, Staulanza e Giau, sarebbe stato il primo a cedere, era radicata in molti. Questo classe '80 di Victoria, British Columbia, Canada, 1 metro e 88 per 72 kg, era l'ultimo che potesse tenere, anzi, rispondere, agli affondi di Basso, Scarponi e Pozzovivo.

Un passato nella MTB (due ori, tre argenti ed un bronzo tra 1998 e 2003, tra Juniores ed Élite), dalla Rabobank Continental alla US Postal di Armstrong nel 2004. Nel 2006 passa alla Phonak, quindi una magra stagione nella Health Net per poi approdare nel 2008 alla Garmin-Chipotle. L'anno successivo la prima affermazione importante, con la vittoria alla Vuelta, sull'Alto de Velefique. Quella Vuelta andrà a Valverde ed Hesjedal si ritirerà alla 18a tappa. Eppure a poco a poco Ryder ottiene piazzamenti importanti, spesso sorprendenti.

Nel 2010 è l'unico a tenere testa a Gilbert sul Cauberg e chiude l'Amstel Gold Race al secondo posto, in una settimana delle Ardenne che lo vedrà 9° alla Freccia Vallone e 12° alla Liegi. A fine maggio di quell'anno Ryder non corre il Giro ma vince una tappa al California che chiuderà al quinto posto. Lo scorso anno vede una leggera flessione a livello di risultanze ed anche il 2012 a dire il vero non è brillantissimo per Hesjedal. Poi arriva questo Giro e tutto cambia, o la fortuna inizia a girare, dipende dai punti di vista.

Una squadra, la Garmin-Barracuda, che crede in lui ma probabilmente puntava più che altro a vincere la cronosquadre e qualche volata con Farrar. Vande Velde è l'uomo da classifica, in fondo ha già fatto bene al Tour. Anche Hesjedal ha corso un buon Tour in vita sua, a dire il vero. Era il 2010 ed il canadese chiuse settimo, in una corsa francese improntata al regolarismo ed a qualche bagliore (chiuse terzo nella tappa del Tourmalet). Ora la Garmin ha riscoperto sul suolo italico (ma già dalla Danimarca, a dire il vero) un Hesjedal che, zitto zitto, resta lassù, al secondo posto in classifica.

Dopo lo scatto di Cervinia e la giornataccia di Pian dei Resinelli oggi pareva dover alzare bandiera bianca in via definitiva. Invece, quando all'inizio del Giau restano davanti Scarponi, Basso, Pozzovivo, Urán e la maglia rosa di Joaquim Rodríguez, s'intravede una figura possente, alta, robusta. È appunto Hesjedal che non contento di tenere senza troppe difficoltà il ritmo imposto da Basso prova a scattare, alla faccia della corsa in difesa. Ripreso dal varesino tiene comunque botta ed anche alla fine della salita, con Pozzovivo che piazza uno scatto niente male, il canadese è lì in seconda ruota.

Attende la discesa, l'ex biker ed infatti nella parte tecnica pennella delle traiettorie interessanti, staccando Basso ed Urán (Scarponi è più indietro, in preda ai crampi). Ripreso dai big, chiude comunque terzo in volata a Cortina e senza perdere un solo secondo in classifica, fatto più rilevante di tutti. Basso non avrebbe mai detto di essere ancora terzo in classifica questa sera ed invece tocca ingoiare l'amaro boccone canadese. In teoria questo ragazzo che alla fine di ogni tappa, anche le più dure, fa defaticamento sui rulli, a Pampeago e Stelvio, salite non certo semplici, dovrebbe staccarsi e pagare dazio.

È solo teoria perché a questo punto nulla è più scontato con Ryder; se costui reggerà come ha tenuto oggi, difficile ma non impossibile, potrebbe arrivare alla crono finale di Milano da principale favorito. Uscito di classifica un buon passista come Kreuziger, Hesjedal si dovrebbe confrontarsi con i soliti noti big: Joaquim Rodríguez, Basso, Scarponi, Pozzovivo, Urán. E va bene che una crono a fine GT tiene più conto delle energie rimaste nelle gambe che delle attitudini dei singoli ma Hesjedal sarebbe davvero il favorito per la vittoria finale.

Non resta che staccarlo, a Pampeago e sullo Stelvio, altrimenti saranno dolori. Tutti, da Basso in giù, lo sanno bene. Altrimenti potrebbe finire come nel 2010, quando al Tour chiuse settimo davanti a Joaquim Rodríguez. Corsi e ricorsi sportivi o soltanto un caso?

Francesco Sulas

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