Giro d'Italia 2012: Cunego, non solo un volo pindarico - Lampreattack, difesa Liquigas
Ci sono volute 15 tappe ma finalmente oggi abbiamo assistito alla prima vera azione capace di rompere gli schemi di un Giro che fin qui è stato caratterizzato soprattutto dalla noia e dall'attendismo dei favoriti per la vittoria finale: in casa Lampre era da un po' che lo dicevano, Scarponi e Cunego assieme hanno la possibilità di far saltare il Giro d'Italia e l'attacco di Damiano Cunego giù dal Valico di Valcava ha fatto esaltare i suoi tifosi e per lungo tempo ha fatto pensare che oggi si potesse veramente rivoluzionare la classifica. Non una fuga bidone, ma un paio ben studiato e attuato.
Già nella tappa di ieri Cunego era uscito dal gruppo per andare dietro a Rujano ma poi il veronese aveva tirato dritto in discesa senza preoccuparsi del fatto che le intenzioni del venezuelano fossero solo di prendere quel tratto con un certo margine di vantaggio sul gruppo; quell'attacco, però, è apparso improvvisato, buttato lì giusto per poter poi dire di aver fatto qualcosa sebbene non si avesse neanche idea di cosa di potesse fare.
Oggi invece è stata tutta un'altra musica, c'era un disegno preciso e c'era veramente l'intenzione di far saltare il banco o alla peggio di far passare una brutta giornata alle altre formazioni. Che Roberto Damiani avesse escogitato qualcosa di importante per questa tappa lo si è capito già sulla Valcava, quando dal gruppo si sono mossi assieme Adriano Malori e Diego Ulissi per riportarsi sui contrattaccanti: uno bravissimo sul passo, l'altro molto completo ed in grado di passare bene le salite. Non poteva essere normale allontanare due corridori così dai capitani solo per provare a vincere la tappa ed infatti nella tecnica discesa della Valcava è arrivato l'attacco di Cunego. Il piccolo principe della Lampre ha fatto il vuoto insieme ad Amador ed è rientrato sul gruppetto in cui ha trovato il compagno di squadra Ulissi (Malori invece aveva perso contatto già in salita) e altri corridori con intenzioni bellicose: nel giro di pochi chilometri il ritardo del gruppo maglia rosa è cresciuto fino a toccare addirittura i quattro minuti, una situazione ideale visto che Cunego in classifica era a 2'56".
Purtroppo per gli uomini blu-fucsia l'esito non è stato lo stesso della tappa di Falzes al Giro 2004, quando la Saeco riuscì a portare Cunego in maglia rosa con una mossa simile, ma almeno loro hanno attaccato da lontano e lo hanno fatto bene: alla fine tutto sommato Scarponi è potuto restare tranquillo in gruppo mentre Liquigas e Astana sono dovute restare a lungo in testa al gruppo inseguitore. Nonostante il progetto non sia riuscito appieno, in casa Lampre si può essere soddisfatti perché nonostante tutto Cunego è ancora a 3'45" in classifica ed il fatto che in questi due giorni non sia affondato nonostante le fughe è solamente un fatto positivo: nei tre tapponi di montagna che rimangono il veronese potrebbe essere anche l'ago della bilancia della corsa, come preziosa spalla di Scarponi o ancora come attaccante da lontano.
Chi invece anche oggi non ha modificato il suo atteggiamento è la Liquigas che, appena sono iniziate le difficoltà altimetriche, s'è messa come al solito in testa al gruppo dei migliori a scandire il ritmo. Alle critiche di spendere troppo Basso ha sempre risposto con grande convinzione difendendo le strategie della squadra e forse tappa dopo tappa potrebbe anche cominciare ad avere ragione: i compagni hanno sì fatto un lavoro immenso per tenerlo fuori dai guai, e lui adesso senza essersi mai esposto più di tappa si trova in terza posizione nella generale a 1'22" a Rodríguez e adesso sulla carta si avvicinano le salite a lui più adatte.
Per come sono disegnate le tappe di Cortina, Pampeago e dello Stelvio il fattore squadra e la strategia saranno quasi sicuramente un fattore decisivo per spostare i valori in un Giro che sembra estremamente equilibrato ed incerto: quelle tre tappe avranno tante salite in sequenza da affrontare con la possibilità di accendere la corsa già da lontano. Una Lampre d'attacco potrebbe regalare spettacolo ma non è detto che questo si traduca poi in una strategia vincente visto che fin qui Cunego non è andato malaccio ma è comunque abbastanza snobbato dagli altri big della corsa rosa; ma allo stesso tempo la tattica difensiva della Liquigas potrebbe non essere sufficiente a chiudere su tutti e se la fatica inizierà a farsi sentire tutta assieme Basso potrebbe ritrovarsi da solo a lottare contro tutti. Una cosa è certa, da qui a Milano gambe e strategia avranno molto probabilmente lo stesso peso.