Giro d'Italia 2012: Bak, il fiore più profumato - Fuga di nove, vince il danese della Lotto
- GIRO D'ITALIA 2012
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- Lotto Belisol Team 2012
- Amets Txurruka Ansola
- Andrey Amador Bikkazakova
- Damiano Cunego
- Ivan Basso
- Ivan Santaromita
- Jackson Rodríguez
- Jan Bakelants
- Joaquim Rodríguez Oliver
- Lars Ytting Bak
- Martijn Keizer
- Michal Golas
- Michele Scarponi
- Paolo Tiralongo
- Sandy Casar
- Tom Jelte Slagter
- Uomini
dal nostro inviato
Proprio come nel 2006 il Giro d'Italia ha fatto tappa a Sestri Levante al termine della 12esima frazione e proprio come allora ha trovato fortuna una fuga partita da lontano senza uomini pericolosi per la classifica generale: sei anni or sono era stato il maiorchino Joan Horrach ad arrivare solo al traguardo a braccia alzate, oggi invece ad esultare è stato il danese Lars Ytting Bak. Per il 32enne corridore che da quest'anno veste la maglia della Lotto Belisol si è trattato della prima vittoria in stagione, un successo che ha interrotto un digiuno di quasi tre anni, dalla quinta tappa dell'Eneco Tour 2009.
Che oggi fosse una tappa ideale per le fughe lo si sapeva e lo sapevano anche i corridori che hanno provato a dare battaglia fin dal primo metro di corsa: nella prima ora di gara l'andatura del gruppo è stata forsennata, con scatti e controscatti e le squadre dei favoriti impegnate a controllare che nessun uomo pericoloso riuscisse a guadagnare terreno. Alla fine la fuga del giorno è partita di forza all'uscita di La Spezia, all'inizio della salita di quarta categoria di La Foce: i primi ad evadere dal gruppo sono stati Ivan Santaromita (BMC), Amets Txurruka (Euskaltel), Andrey Amador (Movistar), Michal Golas (Omega Pharma), Jan Bakelandts (RadioShack), Lars Bak (Lotto) e Sandy Casar (FDJ); dopo alcuni chilometri è riuscito a rientrare anche Jackson Rodríguez dell'Androni e poi al chilometro 70 s'è formato il gruppetto di nove definitivo con l'arrivo dell'infaticabile Martijn Keizer (Vacansoleil).
Per un tratto il gruppo della maglia rosa ha provato a tenere i battistrada attorno ai 3', poi lungo la discesa del Valico Guaitarola la situazione è cambiata, dietro di sono quasi fermati e davanti i novi di testa hanno portato il loro vantaggio fino a 6'55" quando all'arriva mancavano due salite e poco più di 40 chilometri. In questo frangente gli attaccanti hanno iniziato veramente a crederci, mentre in gruppo è stata la solita Liquigas a mettersi davanti per tenere Ivan Basso nelle prime posizioni in vista della discesa abbastanza tecnica giù dal Valico La Mola. In questo tratto il polacco Michal Golas ha provato l'azione solitaria e tra i fuggitivi c'è stata anche la caduta di Jan Bakelandts; tra i favoriti, invece, l'unico ad accusare qualche problema è stato Michele Scarponi, vittima di una foratura ma prontamente rientrato grazie al bel lavoro dei compagni di squadra.
Le curve tecniche in discesa hanno fatto soffrire abbastanza anche Golas che dopo aver avuto un vantaggio massimo di 22" è stato ripreso a 13.4 chilometri dal traguardo: in contropiede è subito partito Sandy Casar, in odore di maglia rosa visto che era il meglio piazzato in classifica generale tra i battistrada, 37° a 4'01" da JRO. Nonostante diversi allunghi, l'unica cosa che è riuscito ad ottenere il francese della FDJ è stato di far staccare Keizer e Golas, mentre Rodríguez (Jackson) s'è sfilato negli ultimi metri della salita di Villa Tassani ed è riuscito a rifarsi sotto in discesa. Dietro invece il gruppo era sempre guidato dai corridori della Liquigas che non si sono scomposti neanche quando sono scattati Tiralongo e Cunego, raggiunti poi da Slagter: il terzetto ha guadagnato una manciata di secondi ma proprio al gran premio della montagna l'azione è stata annullata.
Gli ultimi dieci chilometri i sette corridori rimasti in testa hanno cominciato a studiarsi e controllarsi: oltre a Casar, infatti, anche Santaromita poteva conquistare la maglia rosa (l'uomo della BMC aveva 15" di ritardo da Sandy) e così questo andamento fatto di accelerazioni e brusche frenate ha fatto sì che ai due non rimanesse nulla. A 1500 metri dall'arrivo, infatti, è stato Lars Bak a trovare lo scatto decisivo: al danese già attivissimo durante le tappe nella sua terra nessuno ha risposto ed il vantaggio è cresciuto rapidamente. Bak alla fine ha avuto anche il tempo di gustarsi il successo e alzare le braccia in assoluta tranquilla: Casar, che ha regolato il gruppetto davanti ad Amador con Santaromita quinta, è arrivato staccato di 11".
Il gruppo alla fine ha tagliato il traguardo con 3'34" di ritardo e per appena 26" Joaquim Rodríguez è riuscito a tenere la maglia rosa: dopo la prima parte di tappa la Katusha aveva deciso di lasciare il simbolo del primato per potersi un po' risparmiare nelle prossime due tappe ma il piano non è riuscito fino in fondo visto che nel finale ci hanno pensato anche altri ad andare a ridurre il distacco; in fin dei conti, strategia a parte, la Katusha oggi ha sì tirato, ma nella seconda parte di tappa s'è spostata ed è stata quasi esclusivamente la Liquigas a gestire la corsa. Questo atteggiamento degli uomini di Amadio non è una sorpresa in questo Giro, spesso si sono visti davanti a tutti a proteggere Ivan Basso, ma giorno dopo giorno cominciano ad aumentare un po' gli interrogativi perché, pur essendo un gruppo molto valido, sembra difficile che possano tenere così anche nei tapponi, quando magari avranno adosso tutte le responsabilità della corsa: in fondo neanche la US Postal di Lance Armstrong riusciva ad essere così presente tutti i giorni.